I MOTIVI
Il 1997 è ricordato per la straordinaria stagione di Alex Zanardi e del team Ganassi. Nonostante un quadro tecnico vario ed inizialmente equilibrato, con un inedito duello Honda-Mercedes e l’attesa entrata in scena del telaio Swift con il team Newman-Haas, l’approccio concreto e pragmatico del team campione ’96, unita alla classe e all’esuberanza controllata del bolognese, hanno rappresentano un mix imbattibile su stradali e cittadini. Una grossa mano è ovviamente arrivata anche dal telaio Reynard, più consistente e versatile di Penske e Swift, e soprattutto dalle gomme Firestone, nettamente superiori alle Goodyear di parte della più agguerrita concorrenza. Ma il campionato ’97 è anche altro, a cominciare dalla vittoria al debutto della Swift, la striscia di successi di Tracy sugli ovali corti e l’esplosione di Greg Moore, per finire con il record di velocità di Gugelmin sul nuovo super speedway di Fontana, a dispetto delle limitazioni imposte alle vetture nell’inverno.
NOVITà REGOLAMENTARI
Proseguendo sulla strada del contenimento delle prestazioni intrapresa nel ’96, la CART ha introdotto diverse variazioni al regolamento tecnico, volte ad aumentare la sicurezza attiva e a ridurre potenza e deportanza delle vetture. La pressione di sovralimentazione è stata ridotta su tutte le piste da 45 inches di mercurio a 40 (da 1,52 bar a 1,35 bar), misura già adottata a Michigan nelle due stagioni precedenti. Sugli ovali è stata poi imposta l’adozione di non più di due elementi per gli alettoni. Il consumo massimo di metanolo è stato fissato a 2 galloni/miglio, rispetto agli 1,8 del 1996, mentre la capacità dei serbatoi è passata da 40 a 35 galloni. Si è poi imposta una maggiore durata minima di vari componenti al fine di ridurre i costi, oltre a imporre una lega di Alluminio come materiale per la costruzione del supporto dell’ala posteriore, bandendo per questo componente i materiali compositi. Lo sviluppo dei terminali di scarico è stato infine congelato al primo step stagionale. Sul fronte della sicurezza, sono state imposte ulteriori strutture di assorbimento d’urto nella zona attorno al sedile.
CALENDARIO
Gara | Data | Pista | Tipologia |
1 | 2 marzo | Homestead | Ovale medio – 1.5 miglia |
2 | 6 aprile | Surfers Paradise | Cittadino |
3 | 13 aprile | Long Beach | Cittadino |
4 | 27 aprile | Nazareth | Ovale corto |
5 | 11 maggio | Rio de Janeiro | Ovale medio – 1.87 miglia |
6 | 24 maggio | St. Louis | Ovale corto |
7 | 1 giugno | Milwaukee | Ovale corto |
8 | 8 giugno | Detroit | Cittadino |
9 | 22 giugno | Portland | Stradale permanente |
10 | 13 luglio | Cleveland | Stradale – aeroporto |
11 | 20 luglio | Toronto | Cittadino |
12 | 27 luglio | US500 – Michigan | Super speedway |
13 | 10 agosto | Mid Ohio | Stradale permanente |
14 | 17 agosto | Road America | Stradale permanente |
15 | 31 agosto | Vancouver | Cittadino |
16 | 7 settembre | Laguna Seca | Stradale permanente |
17 | 28 settembre | Marlboro 500 – Fontana | Super speedway |
TEAM E PILOTI
Chip Ganassi Racing
Pilota | Jimmy Vasser (USA) | Alessandro Zanardi (ITA) |
Arie Luyendyk (NED) | ||
Vettura | #1 Target | #4 Target |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Honda | Honda |
Gomme | Firestone | Firestone |
Ingegnere | Julian Robertson | Morris Nunn |
Stratega | Tom Anderson | Chip Ganassi |
Capo meccanico | Grant Weaver | Rob Hill |
Jimmy Vasser ha vinto con merito il titolo ’96, ma per il nuovo anno l’uomo più atteso era sicuramente Alex Zanardi, vero mattatore della seconda metà stagione. Dopo un inizio rocambolesco, con la vittoria di Long Beach, le ruotate di Surfers Paradise e un ciclo sfortunato e deludente sugli ovali corti, l’impresa di Cleveland ha ribaltato la stagione dell’italiano, quasi inarrestabile negli appuntamenti successivi nonostante un clima poco sereno creatogli attorno, a torto o a ragione (Vancouver il caso più eclatante), da parte dei colleghi. Come nel ’96, Zanardi ha potuto contare sulla perfetta organizzazione del team Ganassi, su un rapporto speciale con il suo ingegnere Mo Nunn e su una Reynard-Honda-Firestone veloce, consistente e molto affidabile. Per Vasser una stagione storta, risollevata nel ultime corse dopo una sequenza centrale di campionato impalpabile a causa di sfortune, problemi d’assetto e qualche errore.
Penske Racing
Pilota | Al Unser Jr. (USA) | Paul Tracy (CAN) |
Vettura | #2 Marlboro | #3 Marlboro |
Telaio | Penske PC26 | Penske PC26 |
Motore | Mercedes | Mercedes |
Gomme | Goodyear | Goodyear |
Ingegnere | Grant Newbury | Nigel Beresford |
Stratega | Roger Penske | |
Capo meccanico | Rick Rinaman | Jon Bouslog |
Doveva essere la stagione della riscossa ma il 1997 della Penske è sembrato molto molto simile a quello precedente. La nuova PC26, evoluzione finale di un concetto datato ’93, non ha mostrato un carattere molto diverso dalla precedente iterazione, offrendo un rendimento superbo sugli ovali corti, ma mostrando tutti i suoi limiti su stradali e soprattutto cittadini. Ancora una volta la sensibilità al beccheggio e l’imprevidibilità su dossi e variazioni d’altezza hanno dato parecchi grattacapi ad Unser e Tracy. Il canadese ha fatto il possibile, cogliendo tre splendide affermazioni consecutive sugli ovali corti, bilanciate però da tre ritiri al primi giro su stradali e cittadini nella seconda metà stagione, frutto di pessime qualifiche. Un “apprezzamento” di troppo sulla Penske PC26, sfuggitogli nella sua Toronto, è poi costato il posto al canadese. Per Unser una stagione insulsa, costellata di problemi tecnici e qualche errore evitabile. L’americano è stato comunque meno efficace di Tracy, riuscendo raramente a riscattare in gara delle pessime qualifiche.
Walker Racing
Pilota | Gil De Ferran (BRA) |
Vettura | #5 Valvoline |
Telaio | Reynard 97i |
Motore | Honda |
Gomme | Goodyear |
Ingegnere | Bill Pappas |
Stratega | Derrick Walker |
Capo meccanico | Dan Miller |
Dopo un ’96 decisamente sotto le aspettative, il binomio Honda-De Ferran ha indubbiamente rivitalizzato la squadra di Derrick Walker. Due anni e mezzo di digiuno da vittoria sono però un fardello insopportabile per una squadra che avrebbe tutti i mezzi per vincere con regolarità. ll campionato di De Ferran è stato indubbiamente segnato dal disastroso inizio di stagione, con le possibili vittorie di Homestead e Long Beach sfumate per incidenti che, comunque la si guardi, potevano essere evitati. Le vetture distrutte a Surfers Paradise e nelle prove di Long Beach poi non hanno certamente aiutato a rasserenare gli animi. Il brasiliano ha poi messo una pezza con una lunga sequenza di arrivi in zona podio, ma le prestazioni non irresistibili sugli ovali corti e soprattutto il crollo della Goodyear nella seconda metà di stagione hanno reso quasi impossibile competere contro Zanardi. Rimane comunque per De Ferran la soddisfazione di guidare in classifica il contingente del gommista americano, mettendosi dietro i piloti Penske e Newman Haas.
Newman Haas Racing
Pilota | Michael Andretti (USA) | Christian Fittipaldi (BRA) |
Roberto Moreno (BRA) | ||
Vettura | #6 Texaco/Havoline | #11 Budweiser |
Telaio | Swift 007.i | Swift 007.i |
Motore | Ford | Ford |
Gomme | Goodyear | Goodyear |
Ingegnere | Peter Gibbons | Brian Lisles |
Stratega | ||
Capo meccanico | Tim Bumps | Billy Simmonds |
La strepitosa vittoria all’esordio aveva fatto sperare Andretti e il team Newman-Haas di aver trovato l’arma definitiva per riconquistare un titolo che manca ormai da 6 anni, ma ben presto la Swift ha mostrato il suo vero volto. Quello di una vettura dall’ottima aerodinamica, come testimoniato dalle eccellenti prestazioni sugli ovali corti, ma ancora indietro a livello di messa a punto e affidabilità, soprattuto sui cittadini, notoriamente duri con la meccanica. Un motore Ford ancora indietro in termini di potenza rispetto a Honda e Mercedes non ha sicuramente aiutato la causa. Le gomme Goodyear, nettamente inferiori alle Firestone soprattutto nei circuiti cittadini, hanno fatto il resto, portando a una stagione in cui Andretti è passato spesso da forza dominante a pilota qualunque nel giro di una settimana. Dopo un positivo ’96 la stagione di Fittipaldi è stata condizionata dal catastrofico incidente di Surfers Paradise, costatogli 6 gare di stop. Paradossalmente il brasiliano ha offerto le migliori prestazioni a Portland e Cleveland, le gare di rientro, per poi sparire un po’ nell’anonimato nelle restanti prove. Il suo sostituto Moreno non ha fatto molto meglio, confermando i problemi riscontrati da Andretti.
Team Rahal
Pilota | Bobby Rahal (USA) | Bryan Herta (USA) |
Vettura | #7 Miller Lite | #8 Shell |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Ford | Ford |
Gomme | Goodyear | Goodyear |
Ingegnere | Tim Reiter | Ray Leto |
Stratega | Tim Cindric | Scott Roembke |
Capo meccanico | Jim Prescott | Larry Ellert |
Stagione al di sotto delle aspettative per il team Rahal. Come nel ’96 le prestazioni di patron Bobby sono state altalenanti, con molte corse anonime su cui hanno svettato il successo sfiorato di Rio e il bel podio di Mid Ohio, mentre pesa il brutto errore di Michigan, dove Rahal avrebbe portato a casa almeno un podio. Herta ha sicuramente guidato la squadra dal punto di vista velocistico, firmando diverse qualifiche entusiasmanti cui però hanno fatto fatica a seguire risultati concreti. Possibili vittorie a Cleveland, Mid Ohio e Laguna Seca sono sfumate per i noti problemi di degrado delle gomme Goodyear, nettamente meno consistenti delle Firestone. Un altro potenziale successo a Vancouver è invece svanito per la ridotta visione di gara dell’americano, che pur dalla parte della ragione nello sciagurato contatto con Zanardi, sempre più la sua bestia nera, avrebbe potuto lasciar andare l’italiano senza impelagarsi in un duello in cui aveva tutto da perdere. Considerando la grande stagione del motore Mercedes, il passaggio alla Ford non è sembrato esattamente un affare.
Hogan Racing
Pilota | Dario Franchitti (SCO) |
Robby Gordon (USA) | |
Vettura | #9 |
Telaio | Reynard 97i |
Motore | Mercedes |
Gomme | Firestone |
Ingegnere | Alan Langridge/Steve Conover |
Stratega | Carl Hogan |
Capo meccanico | Shad Huntley |
Dopo un ’96 disgraziato con una Penske recalcitrante e un Fittipaldi sul viale del tramonto, il 1997 prometteva grandi cose per il team Hogan, ma nonostante diverse prestazioni di rilievo i risultati sono rimasti sulla carta. Dall’arrivo di Franchitti si aspettava una ventata di freschezza e aggressività, che sicuramente non hanno fatto difetto allo scozzese. Peccato che varie sfortune, alcune palesemente auto inflitte, abbiano remato contro. Gli evitabilissimi contatti con Rahal e Unser hanno rovinato la grandiosa pole di Toronto e una prestazione eccellente a Portland, mentre la disorganizzazione della squadra ha colpito a Road America, dove Franchitti ha dato ancora spettacolo sul bagnato per poi finire a muro durante un periodo di safety car non segnalatogli via radio. Un problema tecnico ha invece fermato la cavalcata verso la vittoria a St.Louis, unico ovale in cui team e pilota hanno mostrato buone cose. La velocità di Franchitti non è passata comunque inosservata, fruttando per il ’98 l’ingaggio nel team Green, cosa che è costata il posto allo scozzese, rimpiazzato a Fontana da Robby Gordon.
Project Indy
Pilota | Arnd Meier (GER) |
Dennis Vitolo (USA) | |
Vettura | #15 |
Telaio | Lola T97/00 |
Motore | Ford |
Gomme | Goodyear |
Ingegnere | |
Stratega | |
Capo meccanico |
Team Bettenhausen
Pilota | Patrick Carpentier (CAN) |
Roberto Moreno (BRA) | |
Vettura | #16 Alumax |
Telaio | Reynard 97i |
Motore | Mercedes |
Gomme | Goodyear |
Ingegnere | Tom Brown |
Stratega | Tony Bettenhausen Jr. |
Capo meccanico |
Considerando le prestazioni di Franchitti, è quasi incredibile che Carpentier si sia laureato rookie of the year. Il canadese ha fatto il possibile alle prese con una struttura tecnica striminzita e le solite Goodyear. Dopo aver dominato un campionato di F.Atlantic tutto su stradali e cittadini, il giorno di gloria è invece arrivato su un ovale, St. Louis, dove Carpentier è arrivato a tre giri da una meritata vittoria, prima di essere superato da un indemoniato Tracy. Il comunque ottimo secondo posto ha fatto parecchio comodo al canadese, raramente in evidenza ma in grado di mettere insieme altri 11 punti qua e là che gli hanno permesso di staccare nettamente un Franchitti veloce ma sprecone.
PacWest Racing Team
Pilota | Mauricio Gugelmin (BRA) | Mark Blundell (ENG) |
Vettura | #17 Hollywood | #18 Motorola |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Mercedes | Mercedes |
Gomme | Firestone | Firestone |
Ingegnere | Andy Brown | Al Bodey |
Stratega | John Anderson | Russell Cameron |
Capo meccanico | Mark Moore | Butch Winkle |
Indubbiamente il team rivelazione della stagione, anche se la sorpresa è stata più dell’ambiente che interna alla squadra, consapevole della propria maturazione e galvanizzata dal passaggio al motore Mercedes, subito apparso competitivo. Se una fiducia eccessiva sulle doti di consumo del propulsore tedesco possono aver condotto alla disfatta di Detroit, con entrambe le vetture in testa e ferme all’ultimo giro, le perentorie affermazioni di Toronto, Vancouver e Fontana, oltre a quella spettacolare di Portland, hanno semplicemente rispecchiato le qualità di squadra e piloti. Gugelmin ha confermato le sue doti velocistiche, raccogliendo forse meno di quanto avrebbe meritato anche a causa del suo modo di correre, poco arrembante ma redditizio, come dimostra il quarto posto finale. Non sorprende però che le altre tre vittorie siano venute da Blundell, in grado nei giorni di grazia di mettersi dietro anche un mastino come Zanardi, oltre a eccellere su un terreno sulla carta a lui meno congeniale come le 500 miglia.
Team Payton-Coyne
Pilota | Michel Jourdain Jr. (MEX) | Charlie Nearburg (USA) |
Paul Jasper (USA) | ||
Roberto Moreno (BRA) | ||
Christian Danner (GER) | ||
Dennis Vitolo (USA) | ||
Vettura | #19 Herdez | #34 |
Telaio | Lola T97/00-Reynard 97i | Lola T97/00-Reynard 97i |
Motore | Ford | Ford |
Gomme | Goodyear | Goodyear |
Ingegnere | Dave Morgan | |
Stratega | ||
Capo meccanico |
Patrick Racing
Pilota | Scott Pruett (USA) | Raul Boesel (BRA) |
Vettura | #20 Firestone/Brahma | #40 Firestone/Brahma |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Ford | Ford |
Gomme | Firestone | Firestone |
Ingegnere | Tom German | John Ward |
Stratega | Jim McGee | Steve Newey |
Capo meccanico | Don Lambert | Mike Sales |
Dal ritorno nel ’95 le stagioni di Pruett e del team Patrick si assomigliano un po’ tutte. Un avvio bruciante, questa volta condito anche dalla bella vittoria di Surfers Paradise, ma un primato in classifica che non supera mai le prime 4-5 gare. Con le gomme giuste, il telaio giusto, buoni ingegneri e un team manager come Jim McGee, sarebbe facile imputare al motore Ford e ai piloti le colpe di un nono e decimo posto finale. La squadra ha però mostrato buone prestazioni un po’ in tutte le configurazioni di tracciato, adattandosi prontamente al telaio Reynard dopo aver accantonato la Lola nei test, mentre il motore ha offerto una buona affidabilità. Non è bastato però per stare davanti con costanza. Se Pruett ha alternato momenti di eccellenza a errori gravi, dopo un ’96 da incubo Boesel ha ritrovato consistenza, viaggiando spesso in top10 senza mai però entrare davvero in lotta per la vittoria.
Della Penna Motorsports
Pilota | Richie Hearn (USA) |
Vettura | #21 Ralphs |
Telaio | Lola T97/00 |
Motore | Ford |
Gomme | Goodyear |
Ingegnere | David Cripps |
Stratega | John Della Penna |
Capo meccanico | Phil Howard |
Alle prese con una Lola nervosa sulle sconnessioni e dall’aerodinamica superata, per di più accoppiata alle poco consistenti Goodyear, è facile capire come quella di Richie Hearn sia stata una stagione molto lunga. Il giovane americano ha fatto il possibile, mettendosi in mostra in qualche occasione, come a Surfers Paradise e Nazareth, prima di essere fermato anche dalla sfortuna. Liberatosi della Lola almeno per l’ultima corsa di Fontana, Hearn è poi dovuto tornare tristemente sul telaio inglese, avendo distrutto contro il muro il telaio Swift appena consegnato alla squadra.
Team Arciero/Wells
Pilota | Massimiliano Papis (ITA) | Hiro Matsushita (JPN) |
Vettura | #25 MCI/WorldCom | #24 Panasonic |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Toyota | Toyota |
Gomme | Firestone | Firestone |
Ingegnere | Gordon Coppuck | |
Stratega | Iain Watt | |
Capo meccanico | Bharat Naran | Brad Filbey |
Team Green
Pilota | Parker Johnstone (USA) |
Vettura | #27 KOOL |
Telaio | Reynard 97i |
Motore | Honda |
Gomme | Firestone |
Ingegnere | Tino Belli / Tony Cicale |
Stratega | Barry Green |
Capo meccanico | Tony Cotman |
Cambiare tutto per non cambiare nulla, anche se non erano esattamente queste le intenzioni di Barry Green a fine ’96. Con le gomme Firestone, il motore Honda, il ritorno di Tony Cicale e uno sponsor come la Kool, il manager australiano credeva di avere tutti gli ingredienti per tornare ai fasti del ’95, ma la condizione per avere i dollari del tabacco era l’assunzione di un pilota americano. Persi Michael Andretti e Robby Gordon, Green ha ripiegato su Johnstone, protetto della Honda, all’occasione della vita in IndyCar. Il pilota americano, leggenda dell’IMSA, non ha però compiuto il salto di qualità atteso, attestandosi su livelli di competitività non lontani da quanto visto nei tre anni precedenti al team Comptech. Nonostante le attese la stagione si è chiusa con 36 punti, poco più del doppio di quanto racimolato nel disgraziato 1996. Una seconda rivoluzione, tecnica e di piloti, è quindi necessaria in vista del 1998.
Tasman Racing
Pilota | Andre Ribeiro (BRA) | Adrian Fernandez (MEX) |
Vettura | #31 LCI/Marlboro | #32 Tecate/Quaker State |
Telaio | Lola T9700/Reynard 97i | Lola T97/00 |
Motore | Honda | Honda |
Gomme | Firestone | Firestone |
Ingegnere | Don Halliday | Diane Holl |
Stratega | Steve Horne | |
Capo meccanico | Andy Jones |
Dopo il team Green nel ’96 il premio per la caduta più grossa passa nelle mani del team Tasman, affossato da una Lola irriconoscibile. Non ci sono altre spiegazioni per la debacle di una squadra pressoché immutata. Con un telaio mai competitivo, Fernandez ha vissuto la peggior stagione della sua carriera, perennemente nelle retrovie a parte l’insperato terzo posto di Fontana. Ribeiro, in grado ogni tanto di tirare fuori anche dalla Lola qualcosa di positivo, è invece riuscito a svincolarsi dagli obblighi contrattuali a metà stagione, infilandosi in una ben più competitiva Reynard. Pur alle prese con una vettura del tutto nuova, la squadra e il pilota hanno offerto alcune belle prestazioni, come il terzo posto di Toronto, cui è seguito il dominio di Michigan, interrotto però dalla rottura del motore. Una prova simile a Fontana è invece stata rovinata da un problema in pit lane cui è poi seguito un errore del brasiliano.
All American Racers
Pilota | Juan Manuel Fangio II (ARG) | PJ Jones (USA) |
Vettura | #36 Castrol | #96 Castrol |
Telaio | Reynard 97i | Reynard 97i |
Motore | Toyota | Toyota |
Gomme | Goodyear | Goodyear |
Ingegnere | Bernie Marcus | Gerald Tyler |
Stratega | ||
Capo meccanico | John Scherry | Derek Ige |
Davis Racing
Pilota | Gualter Salles (BRA) |
Vettura | #77 |
Telaio | Reynard 97i |
Motore | Ford |
Gomme | Goodyear |
Ingegnere | Chuck Matthews |
Stratega | Gerald Davis |
Capo meccanico | Alex Hering |
Player’s Forsythe Racing
Pilota | Greg Moore (CAN) |
Vettura | #99 Player’s |
Telaio | Reynard 96i/97i |
Motore | Mercedes |
Gomme | Firestone |
Ingegnere | Steve Challis |
Stratega | Neil Mickelwright |
Capo meccanico | Phil LePan |
La seconda stagione è spesso la più difficile per le potenziali stelle, ma Greg Moore ha saputo reggere alla pressione delle aspettative. Seppur ancora incline all’errore in alcune situazioni calde, il giovane canadese ha indubbiamente fatto progressi nella sua maturazione, vincendo due corse e confermando la sua competitività in ogni tipologia di circuito, cose che lo hanno lanciato nella battaglia per il titolo nonostante un inizio di stagione potenzialmente difficile. Dopo aver provato la Lola per tutto l’inverno, la squadra è infatti tornata alla Reynard a pochi giorni da Homestead, affrontando la prima corsa con il telaio ’96, per poi scoprire negli appuntamenti successivi il nuovo telaio, condizione sicuramente non facilitata dall’avere una sola vettura in pista. Pilota e ingegneri hanno risposto prontamente, ma la campagna per il titolo è stata frenata nelle ultime corse dagli errori di Moore a Road America e Vancouver, oltre che da alcuni problemi meccanici, come a Michigan, Cleveland e Fontana.
RACCONTO DELLA STAGIONE
Nonostante un problema al turbo, Alex Zanardi conquista la pole position in una Homestead lievemente modificata rispetto al ’96, precedendo Gugelmin. L’italiano comanda le prime fasi, salvo poi cedere il comando a De Ferran, mentre Andretti risale dal 14° fino al 3° posto. Dopo le prime soste collettive De Ferran è però costretto al ritiro quando un’incomprensione con il doppiato Vitolo lo spedisce contro il muro, lasciando la testa della corsa ad Andretti, che precede Zanardi e Tracy, risalito dal 17° posto in griglia. Il canadese guadagna un’altra posizione nel turno di soste successive, quando una pistola difettosa costa un giro a Zanardi, che alla fine sarà solo 7°. Non ci sono problemi invece per Andretti, che porta a casa il successo all’esordio per la Swift, precedendo Tracy, Vasser e Moore, alla guida di una Reynard ’96.
Sulle strade di Surfers Paradise Alex Zanardi strappa a Tracy la pole position, la sesta consecutiva. Al via l’italiano comanda le operazioni, ma la corsa viene subito interrotta per il violentissimo incidente tra Fittipaldi e De Ferran, che costa all’ex Minardi varie fratture alle gambe. Alla ripartenza Zanardi conduce su Tracy, che però trova il varco giusto prima delle soste collettive, prendendo il comando. Una scaramuccia con Arnd Meier durante una ripartenza, consente però all’italiano di riprendersi brevemente la testa, fino a quando il confronto ruota a ruota con Tracy termina con la Reynard contro le gomme e la Penske con una sospensione piegata. Mentre Pruett approfitta della situazione per prendere il comando davanti a Moore, Zanardi risale dal fondo della classifica fino al quarto posto, aiutato anche da un incidente tra Gugelmin e Vasser che rovina la bella prova di entrambi, regalando il podio a Michael Andretti. Nonostante un errore di cronometraggio provochi per due volte l’esposizione della bandiera bianca, Pruett non si scompone, centrando il primo successo da Michigan ’95 davanti a un concreto Moore.
Dopo l’incidente di Surfers Paradise e un altro brutto spavento nelle prove, De Ferran ottiene la pole position a Long Beach davanti a Zanardi. Mentre Michael Andretti passa più tempo ai box che in pista a causa di numerose forature (saranno 3 alla fine), De Ferran conduce la corsa fino alla prima sosta ai box, quando deve cedere il comando a Zanardi. Superato da Gugelmin, come nei due anni precedenti il brasiliano del team Walker non riesce a vedere la bandiera a scacchi, questa volta a causa di un incidente in curva 1. Per Zanardi arriva quindi il primo successo stagionale, festeggiato dal bolognese con la prima versione dei donuts. Gugelmin chiude secondo davanti a un costante Pruett, che precede Unser, bravo a risalire al quarto posto dopo essere partito 15°.
Come nel ’96 le qualifiche di Nazareth vedono ancora il dominio di Tracy, che dopo il via subisce però l’attacco di Andretti, che comanda la corsa fino a quando una foratura lo costringe a una sosta imprevista. Recuperato il giro perso grazie a una provvidenziale bandiera gialla, l’americano si lancia quindi nella rimonta fino ad arrivare alle Penske in testa. Dopo aver superato Unser al termine di un lungo duello, Andretti pressa Tracy nelle concitate fasi di traffico, ma una lunga sequenza di bandiere gialle, l’ultima delle quali arrivata a tre giri dal termine a causa del motore rotto da Fangio, consegna la vittoria al canadese, con la Penske che torna alla vittoria dopo 20 gare. Andretti è quindi costretto ad accontentarsi della piazza d’onore davanti ad Unser.
Pos. | Piloti | Punti |
1 | Michael Andretti | 51 |
2 | Scott Pruett | 47 |
3 | Paul Tracy | 45 |
4 | Alex Zanardi | 43 |
5 | Jimmy Vasser | 29 |
6 | Mauricio Gugelmin | 28 |
7 | Greg Moore | 28 |
8 | Al Unser Jr. | 26 |
9 | Gil De Ferran | 23 |
10 | Bryan Herta | 17 |
La corsa di Rio vede una prima fila tutta brasiliana, con Gugelimn a precedere Moreno (sostituto dell’infortunato Fittipaldi), ma dopo un incidente multiplo al via è Bobby Rahal a balzare al comando, prendendo il controllo della corsa davanti a un gruppetto composto da De Ferran, Tracy, Moore e Unser. Il vincitore di Nazareth movimenta subito la situazione, prima innescando il testacoda di Moreno, poi andando a sua volta in testacoda alla ripartenza non essendo stato avvertito della bandiera verde. Mentre Zanardi risale dopo un guaio tecnico in qualifica e Andretti è messo fuori causa da un problema al motore, Rahal si ferma per l’ultima volta un giro prima di Tracy e Moore. Purtroppo per il pilota/proprietario americano, la corsa si decide sui consumi e il motore Ford ammutolisce proprio all’inizio dell’ultimo giro, consegnando la seconda vittoria consecutiva a Tracy davanti a Moore, Pruett e Zanardi.
Boesel guida il gruppo davanti a Tracy nelle prime fasi del sesto appuntamento sul nuovo ovale di St.Louis, prima che sia Greg Moore a prendere il comando delle operazioni davanti a Vasser, Zanardi e Gugelmin. Dopo un violento incidente di Pruett, che esce comunque incolume dalla sua Reynard, la corsa viene sospesa a causa di una leggera pioggia, con Michael Andretti al comando su una strategia alternativa. Quando però riprendono le ostilità, l’americano deve lasciare spazio a Moore e i piloti del team Ganassi. Un’ultima bandiera gialla per detriti da l’occasione a Vasser, Moore e Tracy di effettuare l’ultima sosta, mentre Franchitti, Carpentier e Zanardi cercano di arrivare in fondo senza il rabbocco finale. Lo scozzese deve però abbandonare la corsa per un problema al cambio mentre è una foratura a togliere di mezzo Moore, con Tracy che lanciandosi in una inarrestabile rimonta supera uno dopo l’altro gli avversari, avventandosi su Carpentier al penultimo passaggio per conquistare il terzo successo di fila. Per il campione di F.Atlantica arriva comunque un eccellente secondo posto davanti a De Ferran, che chiude terzo dopo aver superato sul traguardo Zanardi, in crisi coi consumi.
Tracy abbatte il record della pista nel conquistare la pole position a Milwaukee davanti a Gugelmin, ma in gara il più in forma è Greg Moore, che si fa strada in un agguerrito gruppetto composto da Gugelmin, Carpentier e Boesel, superando Tracy per la testa della corsa. Varie strategie rimescolano però le carte e il momento decisivo della gara arriva con l’ultima bandiera gialla, sfruttata da Tracy, Andretti e Gugelmin per rifornire, mentre Moore, Vasser e Boesel rischiano cercando di evitare l’ultima sosta. Alla ripartenza Andretti fa fuori uno a uno gli avversari che lo separano da Moore, che però resiste bene nel finale conquistando il primo successo in carriera. Vasser chiude terzo davanti a Boesel, Gugelmin e Tracy, in difficoltà alla fine di ogni stint.
Un problema alla schiena riconducibile all’incidente di Michigan ’96, costringe il capo classifica Tracy a dare forfait nell’appuntamento successivo di Detroit, dove De Ferran parte in pole davanti a Pruett. Alla partenza il brasiliano guida il gruppo, mentre un contatto con Franchitti pone subito fine alla corsa di Zanardi. Con Pruett costretto al ritiro da un problema al motore, De Ferran conduce le operazioni fino al primo turno di soste, quando è Moore a emergere in testa davanti al brasiliano, Moreno, Andretti e il duo PacWest. Con Franchitti attardato da un pit stop lento e un’ala danneggiata, la corsa arriva al momento culminante in occasione dell’ultima bandiera gialla, sfruttata dai primi per effettuare la sosta conclusiva. Tutti tranne Gugelmin, Blundell e Carpentier, che tentano di terminare evitando l’ultimo rifornimento. Il canadese è il primo ad arrendersi mentre il duo PacWest riesce a contenere il trenino capitanato da Moore e Andretti fino all’ultimo giro, quando Gugelmin accosta a metà pista e Blundell si ferma proprio all’ultima curva. Moore non esita quindi a raccogliere la testa, centrando il secondo successo consecutivo davanti ad Andretti, De Ferran e Vasser, che chiudono in volata
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Paul Tracy | 94 |
2 | Michael Andretti | 86 |
3 | Greg Moore | 85 |
4 | Jimmy Vasser | 69 |
5 | Alex Zanardi | 67 |
6 | Scott Pruett | 65 |
7 | Gil De Ferran | 61 |
8 | Mauricio Gugelmin | 47 |
9 | Raul Boesel | 47 |
10 | Al Unser Jr. | 37 |
Una Portland bagnata vede Pruett partire davanti a De Ferran, con i gommati Firestone che fin dalle prime curve hanno vita facile nel superare le vetture Goodyear. Tra i più rapidi, Franchitti e Zanardi, che risalgono fino alla zona podio, prima che l’italiano approfitti di alcune neutralizzazioni per issarsi al secondo posto, superando lo scozzese e Pruett, per poi prendere il comando su Gugelimn durante i pit stop. Le cose sembrano mettersi bene per il bolognese, che però perde colpi con la progressiva asciugatura della pista, favorevole alle Goodyear di De Ferran e del rientrante Fittipaldi. Dopo aver visto Tracy montare per primo le slicks e fare ottimi tempi, nonostante due testacoda, Blundell guida la carica dei piloti con gomme da asciutto davanti a Moore, Boesel e Gugelmin. Nelle battute conclusive l’inglese raggiunge il duo Fittipaldi-De Ferran, cercando in tutti i modi di passare il pilota del team Walker. Il duello si risolve sul rettilineo d’arrivo, dove Blundell sfrutta la miglior trazione garantita dalle sue gomme per precedere in volata De Ferran e Boesel, cogliendo così il primo successo nella CART.
Dopo la delusione di Portland, Zanardi rifila mezzo secondo a De Ferran per cogliere la pole position a Cleveland, dominando fino al primo turno di soste, quando un’incomprensione con la direzione gara porta l’italiano e altri piloti a fermarsi con la corsia box chiusa. Dopo essere stato retrocesso in fondo al gruppo, un ulteriore infrazione nell’uscire dalla pit lane costa a Zanardi un drive through, mentre De Ferran prende il comando davanti a Fittipaldi, Herta e Vasser. La gara del pilota Newman-Haas è però rovinata da un problema agli air jack durante l’ultima sosta, mentre pit stop e tattiche risparmiose dei rivali favoriscono l’incredibile rimonta di Zanardi, che dal 22° posto risale fino al podio, facendo poi un sol boccone di Herta e De Ferran per conquistare un successo che sembrava impossibile dopo le due penalità subite.
Toronto vede la prima pole in CART per Dario Franchitti, che precede Mark Blundell e Bobby Rahal. Alla prima curva un contatto tra l’americano e il polesitter crea scompiglio, rovinando la corsa del rookie, mentre Blundell prende il comando davanti allo stesso Rahal, Pruett e Ribeiro. Poco più indietro però si assiste alla carica di Alex Zanardi, che in pochi giri risale a suon di sorpassi dall’ottavo al secondo posto, andando alla caccia di Blundell. I due ingaggiano un duello a distanza, che diventa un corpo a corpo nel momento in cui l’inglese rimane intruppato dietro alcuni doppiati. Zanardi, sopravvissuto a un contatto con Moore lasciando la pit lane, non riesce però a trovare il varco giusto, dovendosi accontentare del secondo posto, con Blundell che guadagna il secondo successo stagionale. La terza piazza va invece a Ribeiro, che alla seconda uscita con la Reynard ha la meglio su Andretti al termine di un lungo duello.
Pruett e Gugelmin si dividono la prima fila a Michigan, con il brasiliano in testa fino al primo turno di soste, quando il comando passa nelle mani di Andre Ribeiro, che precede Andretti. Entrambi sono però costretti al ritiro da problemi al cambio, che falcidiano buona parte della griglia. A metà gara infatti il giro del leader comprende solo Rahal, Zanardi, Pruett, De Ferran, Tracy, Herta e Blundell. Sia Pruett che Rahal concludono però la propria corsa contro il muro, Herta perde un giro durante una sosta difficoltosa e Tracy deve sopportare un pesante sottosterzo. Per Zanardi, alla guida della vettura più consistente del gruppo, la strada è quindi quasi spianata per la conquista del primo successo su ovale davanti a Blundell e De Ferran. La vittoria, unita al quarto posto di Tracy, consegna al bolognese anche la testa della classifica.
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Alex Zanardi | 127 |
2 | Paul Tracy | 121 |
3 | Gil De Ferran | 108 |
4 | Michael Andretti | 103 |
5 | Greg Moore | 95 |
6 | Scott Pruett | 82 |
7 | Jimmy Vasser | 75 |
8 | Mark Blundell | 72 |
9 | Mauricio Gugelmin | 72 |
10 | Raul Boesel | 66 |
Herta e Zanardi condividono la prima fila a Mid Ohio, con il californiano che comanda le prime fasi mentre due incidenti distinti nel gruppo vedono Andretti finire nelle retrovie e Tracy subito ritirato. Il terzetto composto da Herta, Zanardi e Moore prende margine sul gruppo, ma la corsa dell’americano termina quando l’esplosione di una gomma danneggia una sospensione. Nel finale i leader scelgono due differenti strategie: Moore cerca di arrivare al traguardo evitando il rabbocco finale, Zanardi spinge al massimo per rientrare in testa dopo l’ultimo rifornimento. Alla fine è l’italiano ad avere ragione, mentre Moore chiude secondo davanti a Bobby Rahal.
La partenza di Elkhart Lake viene posticipata a lungo a causa del violento acquazzone che si abbatte sulla pista del Wisconsin. Alla bandiera verde Gugelmin mantiene il comando su Blundell e Zanardi mentre il campionato di Tracy subisce un altro brutto colpo quando il canadese non può evitare la vettura di Gualter Salles, finendo a testa in giù nel prato. La pioggia fa poi altre vittime pesanti: Andretti, primo a passare alle slick, finisce nella sabbia; Franchitti, salito fino al secondo posto dietro il leader Blundell, colpisce il muro dopo il primo pit stop, ignaro che la corsa fosse neutralizzata, Moore si insabbia a sua volta nel tentativo di passare Rahal. La battaglia per la vittoria si restringe quindi a Blundell e Zanardi, che passa al comando durante l’ultimo turno di soste. Nel finale l’italiano controlla la situazione, che si semplifica quando un problema tecnico costringe Blundell al ritiro a due giri dal termine. Zanardi coglie quindi la quinta vittoria stagionale davanti a Gugelmin e De Ferran.
Il capo classifica conquista poi una larga pole position a Vancouver, precedendo Rahal. Mentre Tracy, partito nelle retrovie, è ancora costretto al ritiro da un contatto, il bolognese in testa guadagna subito un ampio margine sugli inseguitori, fino a quando un lungo al primo tornantino lo costringe a ripartire dal fondo. Rahal prende il comando, ma dei problemi di gomme lo costringono a lasciare strada a Gugelmin e Vasser. Nel frattempo si assiste alla rimonta di Zanardi, che risale stabilmente il gruppo infilando un sorpasso dopo l’altro e sfruttando ogni occasione. Mentre Andretti e Moore sono costretti al ritiro da contatti con le barriere, la rimonta strepitosa di Zanardi arriva fino al podio, ma dopo l’ultimo pit stop l’italiano ripete l’errore al tornantino, perdendo un giro e rientrando in gara proprio dietro il duo di testa: Herta, che deve effettuare l’ultima sosta, e Gugelmin. Il brasiliano lascia passare Zanardi, che in un tentativo estremo di sdoppiarsi spedisce invece Herta contro le gomme, innescando un’accesa polemica. Negli ultimi giri dopo la ripartenza Gugelmin controlla Vasser (frenato da problemi al cambio), centrando il primo successo in carriera mentre De Ferran chiude terzo davanti a Zanardi, che nel finale da ancora spettacolo ma non riesce a conquistare matematicamente il titolo.
Laguna Seca vede i duellanti di Vancouver, Herta e Zanardi, partire in prima fila. I due fanno subito il vuoto, ma quando le Goodyear del californiano cominciano a segnare il passo, i vari botta e risposta tra i due permettono il ricompattamento degli inseguitori. Dopo numerosi tentativi, Zanardi azzarda un sorpasso all’esterno alla prima curva, ma Herta risponde con una ruotata che spedisce l’italiano nella sabbia. Il polesitter è però costretto a cedere il comando a Pruett, perdendo altre posizioni dopo una escursione sulla sabbia. Dopo le soste il comando passa a Vasser, insidiato da Blundell e Gugelmin, mentre la corsa di Pruett è rovinata da una toccata di Ribeiro, che permette a Zanardi di risalire al quarto posto…che diventa terzo all’ultimo giro con l’uscita di pista di Gugelmin. Davanti intanto Vasser resiste all’intensa pressione di Blundell, portando a casa il primo successo dell’anno, mentre il terzo posto è più che sufficiente a Zanardi per conquistare il titolo 1997. Durante i festeggiamenti nel giro d’onore poi, il bolognese rifila una amichevole ruotata al compagno di squadra, che arriva in victory lane come passeggero di Max Papis.
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Alex Zanardi | 195 |
2 | Gil De Ferran | 154 |
3 | Jimmy Vasser | 128 |
4 | Paul Tracy | 121 |
5 | Mauricio Gugelmin | 119 |
6 | Greg Moore | 111 |
7 | Michael Andretti | 108 |
8 | Scott Pruett | 96 |
9 | Mark Blundell | 95 |
10 | Raul Boesel | 91 |
Gugelmin conquista la pole position di Fontana con un giro strepitoso, precedendo Jimmy Vasser. L’ultima corsa non vede ai nastri di partenza il campione Zanardi, protagonista di due violentissimi incidenti in prova. Il posto dell’italiano è occupato da Arie Luyendyk, che partendo dal fondo è però coinvolto a sua volta in altro enorme incidente, dopo aver centrato la vettura fuori controllo di Arnd Meier. Le prime fasi di una gara dal ritmo siderale, vedono una bella battaglia al vertice tra Andretti, Gugelmin e Vasser, presto raggiunti anche da Moore, Ribeiro, Fernandez e il sorprendente Jourdain. Andretti deve però presto salutare la compagnia per problemi di surriscaldamento, lasciando spazio a Ribeiro, che prende il controllo della corsa, fino a quando un errore di calcolo dei consumi lo lascia col motore singhiozzante. Una volta ripresa la pista, la corsa del brasiliano finisce poi tristemente contro il muro. Il testimone di Ribeiro è raccolto da De Ferran, che però perde colpi nel finale, così come Gugelmin, costretto a una sosta imprevista da problemi alle gomme. Il comando passa allora a Moore, che però rompe il motore a 10 dalla bandiera a scacchi. Vasser lo segue e alza il piede, convinto che la corsa venga neutralizzata, ma la bandiera gialla non arriva e il californiano viene quindi passato da Blundell, che negli ultimi giri controlla la vettura del team Ganassi, cogliendo il terzo successo stagionale. Più indietro Fernandez riesce a precedere Gugelmin, chiudendo una stagione terribile con un bel terzo posto, unico podio Lola del ’97.
Classifica finale | ||||||||||||
Pos. | Pilota | Punti | Distacco | Corse | Vittorie | Podi | Top 5 | Top 10 | Poles | LL | L | GPV |
1 | Alex Zanardi | 195 | 0 | 16 | 5 | 7 | 11 | 12 | 3 | 338 | 10 | 7 |
2 | Gil de Ferran | 162 | 33 | 17 | 0 | 7 | 10 | 13 | 2 | 165 | 8 | 1 |
3 | Jimmy Vasser | 144 | 51 | 17 | 1 | 5 | 9 | 13 | 0 | 153 | 5 | 0 |
4 | Mauricio Gugelmin | 132 | 63 | 17 | 1 | 3 | 5 | 13 | 3 | 212 | 8 | 1 |
5 | Paul Tracy | 121 | 74 | 16 | 3 | 4 | 5 | 10 | 2 | 336 | 6 | 2 |
6 | Mark Blundell | 115 | 80 | 17 | 3 | 5 | 5 | 9 | 0 | 138 | 5 | 2 |
7 | Greg Moore | 111 | 84 | 17 | 2 | 5 | 7 | 7 | 0 | 142 | 5 | 1 |
8 | Michael Andretti | 108 | 87 | 17 | 1 | 5 | 6 | 8 | 1 | 204 | 7 | 0 |
9 | Scott Pruett | 102 | 93 | 17 | 1 | 3 | 6 | 11 | 2 | 66 | 5 | 0 |
10 | Raul Boesel | 91 | 104 | 17 | 0 | 1 | 4 | 11 | 1 | 87 | 4 | 1 |
11 | Bryan Herta | 72 | 123 | 17 | 0 | 1 | 2 | 9 | 2 | 50 | 4 | 0 |
12 | Bobby Rahal | 70 | 125 | 17 | 0 | 1 | 3 | 10 | 0 | 137 | 3 | 0 |
13 | Al Unser, Jr. | 67 | 128 | 17 | 0 | 1 | 4 | 7 | 0 | 0 | 0 | 0 |
14 | Andre Ribeiro | 45 | 150 | 17 | 0 | 1 | 2 | 6 | 0 | 135 | 2 | 0 |
15 | Christian Fittipaldi | 42 | 153 | 11 | 0 | 0 | 2 | 5 | 0 | 2 | 1 | 0 |
16 | Parker Johnstone | 36 | 159 | 17 | 0 | 0 | 1 | 5 | 0 | 0 | 0 | 0 |
17 | Adrian Fernandez | 27 | 168 | 17 | 0 | 1 | 1 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 |
18 | Patrick Carpentier | 27 | 168 | 14 | 0 | 1 | 1 | 3 | 0 | 39 | 2 | 0 |
19 | Roberto Moreno | 16 | 179 | 9 | 0 | 0 | 1 | 3 | 0 | 1 | 1 | 0 |
20 | Dario Franchitti | 10 | 185 | 16 | 0 | 0 | 0 | 1 | 1 | 47 | 3 | 2 |
21 | Richie Hearn | 10 | 185 | 17 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 4 | 1 | 0 |
22 | Gualter Salles | 10 | 185 | 17 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 1 | 1 | 0 |
23 | Juan Fangio II | 9 | 186 | 17 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 |
24 | Max Papis | 8 | 187 | 17 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
25 | Dennis Vitolo | 6 | 189 | 6 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
26 | Robby Gordon | 5 | 190 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
27 | Hiro Matsushita | 4 | 191 | 17 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
28 | P. J. Jones | 3 | 192 | 17 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
29 | Michel Jourdain, Jr. | 1 | 194 | 17 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
30 | Christian Danner | 1 | 194 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
31 | Arnd Meier | 1 | 194 | 10 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 1 | 0 |