2018 – Portland

The Grand Prix of Portland – 31 agosto/2 settembre 2018 – 16° prova della stagione 2018

 

Circuito Portland International Raceway
Tipologia Stradale permanente
Lunghezza 1,964 mi
Configurazione aerodinamica Stradale permanente
Record della pista 57.597 – Justin Wilson, 2005 – Lola B02/Cosworth
Distanza di gara 105 giri – 206,9 mi (332,8 km)
Vincitore uscente Sebastien Bourdais (2007)

 

Griglia di Partenza
Pos. Pilota Tempo Pilota Tempo
1 Will Power 00:57.3467
2 Josef Newgarden 00:57.6877
3 Alexander Rossi 00:57.7361
4 Sebastien Bourdais 00:57.8881
5 Ryan Hunter-Reay 00:57.9699
6 Zach Veach 00:58.1057
7 James Hinchcliffe 00:57.6429
8 Ed Jones 00:57.6499
9 Marco Andretti 00:57.7277
10 Graham Rahal 00:57.7772
11 Scott Dixon 00:57.8554
12 Jordan King 00:57.9010
13 Jack Harvey 00:57.9620
14 Carlos Munoz 00:57.6748
15 Max Chilton 00:57.9865
16 Pietro Fittipaldi 00:57.7321
17 Spencer Pigot 00:57.9939
18 Santino Ferrucci 00:57.7735
19 Matheus Leist 00:58.0036
20 Takuma Sato 00:57.7848
21 Gabby Chaves 00:58.1635
22 Simon Pagenaud 00:58.0983
23 Alfonso Celis Jr 00:58.2735
24 Tony Kanaan 00:58.2531
25 Charlie Kimball 00:58.3219

Se le ultime corse su stradali di Road America e Mid Ohio erano filate via lisce senza neutralizzazioni, Portland ha invece riproposto il lato più pazzo, imprevedibile e per certi versi sgradevole dell’IndyCar. Le tre bandiere gialle di metà gara hanno infatti totalmente sconvolto i valori in campo, ribaltando lo scenario di gara e campionato delineatosi dopo i primi giri. Il primo colpo di scena è arrivato come prevedibile in partenza, ma non nella temutissima curva 1, superata indenne da tutti i 25 partenti, ma bensì dalla apparentemente innocua piega successiva. Mentre Will Power accelerava verso la curva tre inseguito da Rossi, Hunter-Reay e Newgarden, Hinchcliffe ha cercato di affiancare Veach all’esterno per tentare il sorpasso alla frenata successiva. Non avvedutosi della manovra, il rookie ha però stretto il Sindaco sul cordolo, innescando una carambola che ha visto Andretti volare sopra le teste di Hinchcliffe e dell’incolpevole Jones dopo essere stato tamponato nella confusione da Rahal. Scott Dixon, che seguiva subito dietro, si è a sua volta ritrovato coinvolto nell’incubo temuto dopo le qualifiche, riuscendo però incredibilmente non solo a evitare danni, ma anche a tenere il motore acceso, tanto da riuscire in breve a raggiungere la pit lane dietro Bourdais, scampato al disastro con un’ala a penzoloni dopo una brutta partenza. Con i due tetra campioni in fondo alla classifica ma ancora a pieni giri, Will Power ha così condotto il gruppo alla ripartenza dell’ottavo giro, con la speranza di ridurre ulteriormente le distanze da un Dixon finalmente alle perse con una giornata storta. In realtà un campanello d’allarme era suonato per l’australiano fin dai giri di riscaldamento, manifestandosi in tutta la sua gravità dopo il restart con il blocco del cambio. Rimasto senza prima marcia e precipitato ai margini della top ten, il vincitore di Indy ha quindi tentato di giocare al risparmio per effettuare una sosta in meno.

Con i due rivali per il titolo in seria difficoltà, tutto sembrava essersi messo per il meglio per Alexander Rossi, in grado di estendere fino a 8 secondi il suo comando su Hunter-Reay in previsione del primo pit stop, arrivato al 28° giro. Quando anche Power, Dixon, Sato e Bourdais (speranzosi di riuscire a fare un pit stop in meno del gruppo di testa) hanno completato le soste, il californiano ha così ripreso a veleggiare in solitaria, mentre alle sue spalle Newgarden, rivitalizzato dal nuovo treno di gomme, passava Hunter-Reay, incalzato dal combattivo terzetto composto da King, bravissimo nel districarsi nel caos iniziale, Harvey e Veach, alle prese con il fondo danneggiato nel contatto del primo giro con Hinchcliffe. Dopo il trambusto iniziale, la seconda svolta della gara è poi arrivata al 43° giro quando Power, ancora in difficoltà col cambio, si è infilato nelle gomme dell’ultima curva, obbligando all’intervento dei commissari. Una bandiera gialla (sfruttata, tra gli altri, da Pigot, Harvey e Pagenaud per rifornire) attesa tanto da Dixon, precipitato nuovamente in fondo al gruppo a causa di una penalità per eccesso di velocità in pit lane, quanto da Newgarden, che poco dopo la ripartenza ha approfittato del divario di aderenza tra le sue gomme rosse e le nere di Rossi per prendere perentoriamente il comando in curva 1, imitato da King, abile a soffiare il terzo posto ad Hunter-Reay. Poco più tardi il botto all’ultima curva di Veach, in quel momento quinto, ha però richiamato nuovamente in pista la pace car, ingarbugliando ulteriormente la situazione.

Newgarden, Rossi, King, Leist e Chilton hanno infatti sfruttato la neutralizzazione per effettuare la seconda sosta, sicuri così di poter completare la corsa con una solo ulteriore pit stop, lasciando le prime posizioni a un gruppetto composto da Hunter-Reay, Sato, i redivivi Bourdais e Dixon, Pigot e Pagenaud, invisibile per tutto il fine settimana. Alla ripartenza del 63° giro Newgarden e Rossi hanno quindi dato spettacolo nelle retrovie, risalendo il gruppo forti di gomme fresche e nessun calcolo sui consumi, a differenza di quanto accadeva nei piani alti, dove il gruppetto comandato da Hunter-Reay sapeva di dover gestire l’etanolo con parsimonia per poter vedere la bandiera a scacchi con una sola ulteriore sosta. L’americano, il più in difficoltà coi consumi, è stato il primo a rientrare al 71° giro, seguito tre tornate più tardi da Dixon, proprio quando Santino Ferrucci, ben comportatosi nella pancia del gruppo, è rimasto in panne in mezzo alla pista, costringendo tutti, compresi Newgarden e Rossi, a precipitarsi in pit lane prima della bandiera gialla, sapientemente ritardata dalla direzione gara per dare a tutti la possibilità di fermarsi in regime di corsa libera.

La sosta collettiva ha così di fatto azzerato le strategie, rovinando i piani del duo americano, sempre ai margini della top ten ma ora alle prese con avversari a loro volta dotati di gomme fresche e serbatoio pieno. Tra questi Dixon capace, grazie alla strategia e a una buona dose di fortuna, di volgere a suo favore una situazione che a inizio gara lo aveva visto perdere la testa del campionato a favore di Rossi. Max Chilton, autore di una bella corsa e salito al comando evitando la sosta collettiva nella speranza di altre neutralizzazioni, ha quindi guidato il gruppo alla ripartenza dell’81° giro, precedendo Sato, Hunter-Reay, Bourdais e Dixon, presto scavalcato da un combattivo Pigot. Rossi, ripartito 11°, non ha perso tempo per sfruttare la differenza di mescola (questa volta a suo vantaggio) e far fuori Newgarden, lentissimo con le coperture “nere”. La rimonta del californiano si è però fermata all’ottavo posto, non riuscendo ad avere ragione del duo Pagenaud-Kimball. Quando davanti Chilton si è poi dovuto rassegnare a effettuare l’ultima sosta è stato quindi Sato a prendere il comando e controllare Hunter-Reay, superato nel gioco dei pit stop. L’americano, il primo a fermarsi e quindi ancora in crisi con i consumi, ha morso il freno per risparmiare etanolo e tentare l’assalto negli ultimi tre giri, forte di un tesoretto di push to pass di quasi due minuti. Il tempo non è stato però sufficiente a costruire una manovra efficace.

Nonostante l’intensa pressione Sato ha infatti risposto colpo su colpo nelle ultime curve, andando così a conquistare il terzo successo in carriera. Hunter-Reay si è quindi dovuto accontentare del secondo posto davanti a Bourdais, bravo e fortunato a portare a casa un podio dopo la sfortuna del primo giro e il brutto incidente delle libere. Spencer Pigot, offuscato da King per buona parte della corsa, è stato alla fine in grado di trarre il meglio da una strategia fortunosa, soffiando a Dixon un prezioso quarto posto, terzo arrivo in top ten nelle ultime sei gare. Per il capo classifica fortuna e un pizzico di intuito hanno trasformato un fine settimana potenzialmente disastroso in un moderato successo. Il quinto posto permette infatti al neozelandese di riportare a 29 punti il suo margine su Rossi, relegato all’ottavo posto dietro Pagenaud e Kimball, bravi a mettere una pezza a un week end difficile facendo fruttare una buona strategia. Come a Gateway Pietro Fittipaldi, solido seppur lontano dai tempi di Bourdais e talvolta oscurato da Santucci, ha sfruttato a pieno una buona strategia per incamerare punti pesanti e piazzarsi al decimo posto davanti a Newgarden, in difficoltà nel finale con le gomme nere contro una muta di piloti su mescola morbida. Rammarico per le corse di Chaves (a lungo in top ten nelle prime fasi), King (tornato finalmente ai livelli di inizio stagione) e Harvey, rimasti beffati dal rimescolamento di carte indotto dalle neutralizzazioni.

Come detto, Scott Dixon si presenta al gran finale di Sonoma con un margine di 29 punti su Alexander Rossi, bottino rassicurante se non fosse per i punti doppi assegnati dalla corsa californiana. Dato il divario 1°-2° di 20 punti e 1°-3° di 30, in caso di vittoria dell’americano Dixon dovrà arrivare almeno secondo per portare a casa il quinto titolo. Per entrambi non sarà comunque facile puntare al podio. Will Power e Josef Newgarden, ora staccati di ben 87 punti, faranno di tutto infatti per portare a quattro il loro bottino di vittorie su una pista storicamente favorevole alla Penske. Solo un ritiro instantaneo di Dixon e Rossi lascierebbe però ai due qualche possibilità di conquista del campionato.

 

Ordine d’arrivo
Pos. Pilota Team Pacchetto N Sponsor Tempo
1 Takuma Sato (L) Rahal Honda 30 Panasonic 105 giri in 2:00:09.7537 – 102,971 mph
2 Ryan Hunter-Reay (L) Andretti Honda 28 DHL 0,6084
3 Sebastien Bourdais Coyne Honda 18 Gorilla Automotive 1,8266
4 Spencer Pigot Carpenter Chevy 21 Fuzzy’s 4,5557
5 Scott Dixon Ganassi Honda 9 PNC Bank 5,3215
6 Simon Pagenaud Penske Chevy 22 Menard’s 11,4605
7 Charlie Kimball Carlin Chevy 23 Tresiba 12,0057
8 Alexander Rossi (L)(LL) Andretti Honda 27 Napa 13,3769
9 Pietro Fittipaldi Coyne Honda 19 Paysafe 18,3753
10 Josef Newgarden (L) Penske Chevy 1 Verizon 19,8044
11 Tony Kanaan Foyt Chevy 14 ABC 22,1362
12 Carlos Munoz Schmidt Honda 6 Lucas Oil 22,7069
13 Gabby Chaves Harding Chevy 88 Harding 23,7138
14 Matheus Leist Foyt Chevy 4 ABC 29,7958
15 Jordan King Carpenter Chevy 20 Fuzzy’s 32,1352
16 Jack Harvey Shank Honda 60 Autonation 32,4191
17 Alfonso Celis Jr Juncos Chevy 32 Juncos 48,8038
18 Max Chilton (L) Carlin Chevy 59 Gallagher 55,2123
19 Zach Veach Andretti Honda 26 Relay Group 1001 1 giro
20 Santino Ferrucci Coyne Honda 39 Cly-Del 3 giri
21 Will Power (P)(L) Penske Chevy 12 Verizon 7 giri
22 James Hinchcliffe Schmidt Honda 5 Arrow Electronics 29 giri
23 Graham Rahal Rahal Honda 15 One Cure incidente
24 Ed Jones Ganassi Honda 10 NTT Data incidente
25 Marco Andretti Andretti Honda 98 Military to Motorsports incidente
Giro più veloce Carlos Munoz 58,7403
Giri in testa
Alexander Rossi 32
Takuma Sato 25
Ryan Hunter-Reay 19
Will Power 11
Max Chilton 10
Josef Newgarden 8
P: punto per la pole position

L: punto per aver condotto almeno un giro in testa

LL: due punti per il maggior numero di giri in testa

 

Classifica dopo Portland
Pos. Pilota Punti Distacco Corse Vittorie Podi Top 5 Top 10 Poles LL L GPV
1 Scott Dixon 598 0 16 3 8 12 14 1 357 6 2
2 Alexander Rossi 569 29 16 3 8 10 13 3 415 11 1
3 Josef Newgarden 511 87 16 3 3 6 13 4 484 10 2
4 Will Power 511 87 16 3 7 7 10 4 354 10 3
5 Ryan Hunter-Reay 462 136 16 1 5 9 10 0 52 7 2
6 Simon Pagenaud 428 170 16 0 2 3 13 0 31 4 0
7 Robert Wickens 391 207 14 0 4 7 10 1 187 7 0
8 Graham Rahal 378 220 16 0 1 3 12 0 29 5 0
9 Sebastien Bourdais 369 229 16 1 2 5 7 1 108 6 2
10 James Hinchcliffe 361 237 15 1 2 5 9 0 65 2 0
11 Takuma Sato 341 257 16 1 2 4 8 0 32 3 0
12 Marco Andretti 332 266 16 0 0 1 7 1 22 1 0
13 Spencer Pigot 313 285 16 0 1 2 5 0 4 2 0
14 Ed Jones 303 295 16 0 2 2 7 0 1 1 0
15 Zach Veach 281 317 16 0 0 2 5 0 2 1 1
16 Tony Kanaan 276 322 16 0 0 0 4 0 20 2 0
17 Charlie Kimball 271 327 16 0 0 1 6 0 1 1 0
18 Matheus Leist 231 367 16 0 0 0 0 0 0 0 0
19 Max Chilton 205 393 16 0 0 0 0 0 10 1 0
20 Gabby Chaves 187 411 13 0 0 0 0 0 0 0 0
21 Ed Carpenter 187 411 6 0 1 1 4 1 66 2 0
22 Jordan King 141 457 10 0 0 0 0 0 11 2 0
23 Zachary Claman De Melo 122 476 9 0 0 0 0 0 7 1 1
24 Jack Harvey 77 521 5 0 0 0 0 0 0 0 0
25 Carlos Munoz 71 527 2 0 0 0 1 0 4 1 1
26 Pietro Fittipaldi 63 535 5 0 0 0 1 0 0 0 0
27 Rene Binder 61 537 6 0 0 0 0 0 0 0 0
28 Conor Daly 58 540 4 0 0 0 0 0 0 0 0
29 Kyle Kaiser 45 553 4 0 0 0 0 0 2 1 0
30 Helio Castroneves 40 558 2 0 0 0 1 0 0 0 1
31 JR Hildebrand 38 560 1 0 0 0 0 0 0 0 0
32 Stefan Wilson 31 567 1 0 0 0 0 0 3 1 0
33 Santino Ferrucci 28 570 3 0 0 0 0 0 0 0 0
34 Oriol Servia 27 571 1 0 0 0 0 0 16 1 0
35 Alfonso Celis Jr 23 575 2 0 0 0 0 0 0 0 0
36 Danica Patrick 13 585 1 0 0 0 0 0 0 0 0
37 Jay Howard 12 586 1 0 0 0 0 0 0 0 0
38 James Davison 10 588 1 0 0 0 0 0 0 0 0
39 Sage Karam 10 588 1 0 0 0 0 0 0 0 0

 

Foto di copertina: indycar.com, Joe Skibinski

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