Come a Portland saranno ben 25 le vetture ai nastri di partenza. Oltre alla conferma di Carlos Munoz e Santino Ferrucci rispettivamente alla guida delle vetture #6 e #39, il team Harding sdoppia l’impegno, portando al debutto il neo campione IndyLights Patricio O’Ward, affiancato dal suo avversario di tutta la stagione Colton Herta.
Dopo il trasferimento al Methodist Hospital di Indianapolis, non è ancora nota la gravità delle lesioni al midollo spinale riportate da Robert Wickens. In un comunicato di ringraziamento per il supporto ricevuto, ma anche di condanna di alcuni commenti troppo ottimistici rilasciati immediatamente dopo l’incidente (Paul Tracy aveva frainteso il messaggio “awake and alert” rilasciato dall’IndyCar, prevedendo su Twitter un recupero completo di Wickens), la famiglia del pilota canadese ha elencato nel dettaglio i traumi riportati a Pocono: contusione polmonare, frattura di tibia e perone di entrambe le gambe, fratture a entrambe le mani, a un gomito e a quattro costole. Come detto, a preoccupare maggiormente sono però i danni riportati alla colonna vertebrale: una frattura cervicale e una spinale toracica con lesione del midollo. A Wickens vanno, ancora una volta, i nostri auguri di un completo recupero.
Il mercoledì successivo alla corsa di Portland Fernando Alonso ha provato per la prima volta una IndyCar in configurazione stradale, girando per mezza giornata sullo stradale di Barber in una vettura preparata dal team Andretti. L’asturiano ha potuto saggiare la Dallara in condizione di bagnato, umido e asciutto, facendo segnare sul finire delle prove tempi di altissimo livello. Paddock e tifosi IndyCar rimangono però ancora col fiato sospeso riguardo le decisioni future del due volte campione del mondo e della McLaren. Qualche speranza arriva dalle rivelazioni del giornale spagnolo Marca, che da per certo lo sbarco full time dello spagnolo grazie agli investimenti di Michael Latifi, imprenditore canadese già pesantemente coinvolto nell’azionariato della squadra, che aiuterebbe a schierare due vetture per Alonso e il figlio Nicholas, attualmente impegnato in Formula 2.
In attesa delle decisioni di Alonso, dopo le conferme del team Penske il clan Chevrolet registra la sistemazione del primo tassello in casa ECR, con il rinnovo per il 2019 di Spencer Pigot, confermato da Ed Carpenter nonostante una stagione deludente malgrado i piazzamenti in top ten delle ultime corse. Da definire il futuro di Jordan King, veloce ma sfortunato a Portland, che potrebbe comunque tornare full time sulla vettura #20, con Carpenter che con ogni probabilità continuerà a correre sui soli ovali ma con una terza vettura.
Dopo la vittoria di Portland sembrano essere a buon punto le trattative tra Sato e il team Rahal, a sua volta intenzionato a schierare una terza vettura, mentre il debutto di Herta a Sonoma potrebbe essere il preludio per un 2019 in casa Harding, grazie al supporto di George Steinbrenner IV, giovanissimo proprietario dei New York Yankees e sostenitore dell’avventura IndyLights del californiano. Incertezza infine sul futuro di Bourdais, in scadenza di contratto con il team Coyne, in attesa di un comunicato ufficiale del team Ganassi sul futuro di Ed Jones e l’arrivo di Felix Rosenqvist.
Quella 2018 sarà l’ultima edizione del GP di Sonoma dopo una permanenza di 14 anni avviata nel 2005. Il circuito californiano non ha infatti accettato di buon grado l’inserimento in calendario di Laguna Seca, distante poche centinaia di miglia, che nel 2019 farà il suo ritorno prendendo il testimone come sede dell’appuntamento decisivo.
Come negli intenti di Mark Miles, il punteggio doppio assegnato dall’ultimo appuntamento di Sonoma lascia ampi margini di speranza ad Alexander Rossi, che si presenta all’appuntamento decisivo staccato di 29 punti da Scott Dixon. Se 87 punti di ritardo obbligano Power e Newgarden a vincere e sperare in un immediato ritiro dei due principali contendenti, Rossi ha a disposizione una limitata ma ben più plausibile combinazione di risultati per negare al neozelandese il quinto titolo in carriera. Le possibilità sono inoltre ulteriormente ampliate dai punti bonus a disposizione: 1 per la pole position e per aver condotto in testa almeno un giro, due per aver condotto il maggior numero di giri in testa. Di seguito si riporta la posizione minima necessaria a Dixon per portare a casa il titolo in funzione del piazzamento di Rossi e del bilancio dei punti bonus conseguiti dai due.
Piazzamento di Dixon per vincere il titolo
Situazione punti bonus
Pos. Rossi
Dixon +4
Dixon +3
Dixon +2
Dixon +1
0
Rossi +1
Rossi +2
Rossi +3
Rossi +4
1
3
3
3
3
2
2
2
2
2
2
8
8
7
7
7
7
6
6
6
3
11
11
10
10
9
9
9
9
8
4
14
14
13
13
12
12
11
11
10
5
16
16
15
15
14
14
13
13
12
6
18
18
17
17
16
16
15
15
14
7
20
20
19
19
18
18
17
17
16
8
22
22
21
21
20
20
19
19
18
9
24
24
23
23
22
22
21
21
20
10
25
25
25
25
24
24
23
23
22
11
25
25
25
25
25
25
24
24
23
12
25
25
25
25
25
25
25
25
24
13
25
25
25
25
25
25
25
25
25
14
25
25
25
25
25
25
25
25
25
15
25
25
25
25
25
25
25
25
25
E’ evidente quindi che solo un secondo posto (oltre ovviamente alla vittoria) metterebbe Dixon al riparo da qualunque rischio. Nel caso in cui Rossi non riuscisse però a portare a casa il successo, una tranquilla corsa ai margini della top 5 sarebbe invece sufficiente al neozelandese, che potrebbe piazzarsi tra il sesto e l’ottavo posto a seconda del computo dei punti bonus. Un piazzamento attorno alla top ten sarebbe invece sufficiente nel caso in cui Rossi dovesse accontentarsi del gradino più basso del podio. Considerata la superiorità storica della Penske, vincitrice di 6 delle ultime 8 edizioni, oltre all’affinità dei suoi piloti con la pista (Power 3 vittorie, Pagenaud 2, Newgarden velocissimo anche con il team ECR), Rossi avrà infatti bisogno di un week end perfetto per scalzare le vetture del Capitano dalla vetta. Nel caso in cui il californiano rimanesse fuori dal podio, a Dixon nella peggiore delle ipotesi basterebbe un decimo posto per laurearsi campione. Va da sé quindi che nella gran parte degli scenari, con una corsa lineare e priva di contrattempi Dixon ha ampie possibilità di portare a casa il titolo senza troppi brividi. L’ultima corsa di Portland e soprattutto il rocambolesco finale del 2015 hanno però insegnato al neozelandese che fino alla bandiera a scacchi tutto può succedere, per cui prepariamoci ad una contesa aperta fino all’ultimo giro.
Come nel 2015 ma a parti invertite, a favore di Rossi potrebbe però giocare il fattore squadra. Hunter-Reay e Andretti, sempre veloci a Sonoma, faranno il possibile per piazzarsi tra il californiano e Dixon, che dovrà vedersela anche con un Veach in grande crescita. Ed Jones, dato in uscita dal programma #10, avrà l’ultima occasione per far ricredere Chip Ganassi, aiutando finalmente Dixon come nel 2015 seppero fare Kanaan, Kimball e Saavedra.
Come nelle passate edizioni le squadre hanno avuto la possibilità di saggiare il polveroso asfalto del circuito californiano prima della corsa decisiva. Se Penske, Rahal, ECR e Harding con Pato O’Ward hanno preferito girare subito dopo la tappa di Portland, le squadre Honda hanno preso la pista come in Oregon il giorno prima dell’inizio ufficiale dell’evento. A svettare è stato il capo classifica Scott Dixon, che ha staccato di pochi centesimi Andretti e Rossi, con Hunter-Reay e Bourdais subito dietro. Piccolo contrattempo per Colton Herta, finito contro il muro in curva 2 durante una simulazione di qualifica.
Ryan Hunter-Reay apre il week end decisivo di Sonoma, piazzando la Dallara Honda del team Andretti in testa alla fine del primo turno di libere. Il campione 2012 ha ottenuto il miglior tempo grazie all’unico treno di gomme rosse a disposizione dei piloti nelle prime due sessioni. Il più veloce su gomme nere è stato invece Scott Dixon, che inizia così col piede giusto il fine settimana limitando a poco più di due decimi il distacco da Hunter-Reay e precedendo altri due rivali molto ostici, Will Power e Simon Pagenaud. Problemi elettrici hanno invece tenuto fuori gioco per tutta la sessione Josef Newgarden, alle prese tra l’altro con una intossicazione alimentare. Marco Andretti ha chiuso la top 5 a mezzo secondo dalla vetta, precedendo le altre vetture Honda di Jones, Rahal e dell’altro atteso protagonista, Alexander Rossi, più volte apparso oltre le righe nel tentativo di spremere il massimo dalla sua vettura. Zach Veach ha seguito il compagno chiudendo al nono posto davanti alle tre vetture del team Coyne con Bourdais a precedere Fittipaldi e Ferrucci. James Hinchcliffe, in difficoltà per tutto il turno, ha causato l’unica bandiera rossa finendo contro le gomme della curva 1 nelle prime battute.
Sonoma – Libere 1 – 14/09/2018
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Ryan Hunter-Reay
Andretti
Honda
28
DHL
01:17.5742
–.—-
2
Scott Dixon
Ganassi
Honda
9
PNC Bank
01:17.8268
0.2526
3
Will Power
Penske
Chevy
12
Verizon
01:17.8818
0.3076
4
Simon Pagenaud
Penske
Chevy
22
DXC Technology
01:17.9586
0.3844
5
Marco Andretti
Andretti
Honda
98
U.S. Concrete
01:18.0878
0.5136
6
Ed Jones
Ganassi
Honda
10
NTT Data
01:18.1385
0.5643
7
Graham Rahal
Rahal
Honda
15
Total
01:18.1665
0.5923
8
Alexander Rossi
Andretti
Honda
27
Napa
01:18.2738
0.6996
9
Zach Veach
Andretti
Honda
26
Relay Group 1001
01:18.3541
0.7799
10
Sebastien Bourdais
Coyne
Honda
18
Sealmaster
01:18.3709
0.7967
11
Pietro Fittipaldi
Coyne
Honda
19
Paysafe
01:18.4442
0.8700
12
Santino Ferrucci
Coyne
Honda
39
Cly-Del
01:18.5994
1,0252
13
Spencer Pigot
Carpenter
Chevy
21
Fuzzy’s
01:18.7290
1,1548
14
Takuma Sato
Rahal
Honda
30
Panasonic
01:18.7456
1,1714
15
James Hinchcliffe
Schmidt
Honda
5
Arrow Electronics
01:18.7757
1,2015
16
Colton Herta
Harding
Chevy
88
Harding
01:18.8261
1,2519
17
Jack Harvey
Shank
Honda
60
Autonation
01:18.9310
1,3568
18
Charlie Kimball
Carlin
Chevy
23
Tresiba
01:18.9638
1,3896
19
Tony Kanaan
Foyt
Chevy
14
ABC
01:19.0612
1,4870
20
Matheus Leist
Foyt
Chevy
4
ABC
01:19.0917
1,5175
21
Carlos Munoz
Schmidt
Honda
6
Lucas Oil
01:19.0925
1,5183
22
Jordan King
Carpenter
Chevy
20
Fuzzy’s
01:19.1632
1,5890
23
Max Chilton
Carlin
Chevy
59
Gallagher
01:19.1739
1,5997
24
Patricio O’Ward
Harding
Chevy
8
Harding
01:19.1898
1,6156
Seconda sessione difficile per i piloti IndyCar, alle prese condizioni di aderenza ridotte per via del vento e della temperatura più alta a sommarsi alle caratteristiche del nuovo UAK, che assicura circa il 30-40% di deportanza in meno rispetto agli aerokits del 2017. Pur non migliorando il tempo di Hunter-Reay, dopo aver saltato l’intera prima sessione Josef Newgarden ha mandato un messaggio chiaro al gruppo, chiudendo in testa davanti a Scott Dixon, che si conferma in prima fila virtuale. A fare notizia è però il terzo posto di Pato O’Ward, bravissimo a sfruttare il momento propizio per trovare un giro pulito con le gomme rosse. Will Power ha confermato il potenziale Penske piazzandosi subito dietro, a due decimi da Newgarden e davanti a James Hinchcliffe, riportatosi nelle posizioni che gli competono dopo una prima sessione complicata da un guasto a un ammortizzatore. In un copione simile a quanto visto a Portland, Alexander Rossi si mantiene qualche passo indietro rispetto al suo avversario Dixon, piazzandosi in sesta piazza ma promettendo battaglia per le qualifiche del sabato. Il padrone di casa ha preceduto Ed Jones e l’ottimo Ferrucci, appena sei millesimi più veloce del compagno Fittipaldi, con Hunter-Reay a chiudere la top ten.
Sonoma – Libere 2 – 14/09/2018
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Josef Newgarden
Penske
Chevy
1
Verizon
01:17.8156
–.—-
2
Scott Dixon
Ganassi
Honda
9
PNC Bank
01:17.8992
0.0836
3
Patricio O’Ward
Harding
Chevy
8
Harding
01:18.0073
0.1917
4
Will Power
Penske
Chevy
12
Verizon
01:18.0284
0.2128
5
James Hinchcliffe
Schmidt
Honda
5
Arrow Electronics
01:18.2356
0.4200
6
Alexander Rossi
Andretti
Honda
27
Napa
01:18.3884
0.5728
7
Ed Jones
Ganassi
Honda
10
NTT Data
01:18.4924
0.6768
8
Santino Ferrucci
Coyne
Honda
39
Cly-Del
01:18.5961
0.7805
9
Pietro Fittipaldi
Coyne
Honda
19
Paysafe
01:18.6016
0.7860
10
Ryan Hunter-Reay
Andretti
Honda
28
DHL
01:18.6064
0.7908
11
Zach Veach
Andretti
Honda
26
Relay Group 1001
01:18.6093
0.7937
12
Jordan King
Carpenter
Chevy
20
Fuzzy’s
01:18.6350
0.8194
13
Takuma Sato
Rahal
Honda
30
Panasonic
01:18.6790
0.8634
14
Graham Rahal
Rahal
Honda
15
Total
01:18.7226
0.9070
15
Carlos Munoz
Schmidt
Honda
6
Lucas Oil
01:18.7812
0.9656
16
Marco Andretti
Andretti
Honda
98
U.S. Concrete
01:18.8063
0.9907
17
Simon Pagenaud
Penske
Chevy
22
DXC Technology
01:18.8075
0.9919
18
Sebastien Bourdais
Coyne
Honda
18
Sealmaster
01:18.9063
1,0907
19
Spencer Pigot
Carpenter
Chevy
21
Fuzzy’s
01:18.9260
1,1104
20
Jack Harvey
Shank
Honda
60
Autonation
01:18.9489
1,1333
21
Colton Herta
Harding
Chevy
88
Harding
01:19.0086
1,1930
22
Charlie Kimball
Carlin
Chevy
23
Tresiba
01:19.0498
1,2342
23
Tony Kanaan
Foyt
Chevy
14
ABC
01:19.2466
1,4310
24
Max Chilton
Carlin
Chevy
59
Gallagher
01:19.3278
1,5122
25
Matheus Leist
Foyt
Chevy
4
ABC
01:19.3579
1,5423
Scott Dixon ha chiuso al comando una sessione che ha visto terminare al vertice tutti gli attesi protagonisti. A lungo nelle parti basse della classifica, dopo varie modifiche il neozelandese ha centrato nel finale di sessione il miglior tempo, facendo meglio di Will Power per soli 9 millesimi. Un decimo e mezzo più indietro Ryan Hunter-Reay ha preceduto un Alexander Rossi in forte recupero dopo un venerdì travagliato, oltre al duo Penske Newgarden-Pagenaud e al compagno Veach. Takuma Sato ha quindi interrotto il dominio Ganassi-Penske-Andretti piazzandosi in ottava piazza davanti a un buon Ferrucci e a Marco Andretti, che ha chiuso la top ten mantenendosi a meno di mezzo secondo da Dixon. Carlos Munoz ha causato l’unica bandiera rossa della sessione, andando in testacoda nella chicane finale a pochi minuti dalla bandiera a scacchi.
Nessuna sorpresa in Q1, con Pagenaud a precedere Rossi, Power, un ottimo Sato, Andretti e Rahal, nettamente davanti al primo degli esclusi, Fittipaldi.
Sonoma – Q1 – Gruppo 1
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Simon Pagenaud
Penske
Chevy
22
DXC Technology
01:17.9171
–.—-
2
Alexander Rossi
Andretti
Honda
27
Napa
01:17.9283
0.0112
3
Will Power
Penske
Chevy
12
Verizon
01:17.9290
0.0119
4
Takuma Sato
Rahal
Honda
30
Panasonic
01:18.0023
0.0852
5
Marco Andretti
Andretti
Honda
98
U.S. Concrete
01:18.0472
0.1301
6
Graham Rahal
Rahal
Honda
15
Total
01:18.2625
0.3454
7
Pietro Fittipaldi
Coyne
Honda
19
Paysafe
01:18.5281
0.6110
8
James Hinchcliffe
Schmidt
Honda
5
Arrow Electronics
01:18.5740
0.6569
9
Spencer Pigot
Carpenter
Chevy
21
Fuzzy’s
01:18.6687
0.7516
10
Colton Herta
Harding
Chevy
88
Harding
01:18.6823
0.7652
11
Max Chilton
Carlin
Chevy
59
Gallagher
01:18.7536
0.8365
12
Matheus Leist
Foyt
Chevy
4
ABC
01:18.9665
1,0494
Nessun problema anche per i big del secondo gruppo, in cui a fare scalpore è però il passaggio alla Q2 di Patricio O’Ward, autore del quinto tempo davanti a Sebastien Bourdais. Niente da fare per Jones e Ferrucci, apparsi come favoriti per gli ultimi posti disponibili in top12 dopo le ultime libere.
Sonoma – Q1 – Gruppo 2
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Ryan Hunter-Reay
Andretti
Honda
28
DHL
01:17.5068
–.—-
2
Scott Dixon
Ganassi
Honda
9
PNC Bank
01:17.5943
0.0875
3
Josef Newgarden
Penske
Chevy
1
Verizon
01:17.6219
0.1151
4
Zach Veach
Andretti
Honda
26
Relay Group 1001
01:18.1307
0.6239
5
Patricio O’Ward
Harding
Chevy
8
Harding
01:18.1765
0.6697
6
Sebastien Bourdais
Coyne
Honda
18
Sealmaster
01:18.3676
0.8608
7
Ed Jones
Ganassi
Honda
10
NTT Data
01:18.5088
1,0020
8
Jack Harvey
Shank
Honda
60
Autonation
01:18.5892
1,0824
9
Tony Kanaan
Foyt
Chevy
14
ABC
01:18.5966
1,0898
10
Santino Ferrucci
Coyne
Honda
39
Cly-Del
01:18.6172
1,1104
11
Carlos Munoz
Schmidt
Honda
6
Lucas Oil
01:18.7211
1,2143
12
Charlie Kimball
Carlin
Chevy
23
Tresiba
01:18.8495
1,3427
13
Jordan King
Carpenter
Chevy
20
Fuzzy’s
01:19.1519
1,6451
Dopo un primo turno tranquillo, le sorprese sono arrivate in Q2 con l’eliminazione di due Penske su tre e il clamoroso ingresso in Fast Six di Pato O’Ward. Alla guida di una vettura del team Harding dotata finalmente di ammortizzatori 2018 (per gentile concessione del team Andretti, che ha fornito anche il personale), il campione IndyLights si è adattato magnificamente alle gomme rosse, staccando un clamoroso quarto tempo a un solo decimo dal leader Hunter-Reay, che ha preceduto Newgarden di appena 6 millesimi. Passaggio senza troppi patemi anche per Dixon e Rossi, 3° e 5° rispettivamente, mentre Marco Andretti ha privato Will Power, subito in pit lane dopo un solo tentativo con le gomme rosse, della possibilità di puntare alla pole position.
Sonoma – Q2
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Ryan Hunter-Reay
Andretti
Honda
28
DHL
01:17.4470
–.—-
2
Josef Newgarden
Penske
Chevy
1
Verizon
01:17.4530
0.0060
3
Scott Dixon
Ganassi
Honda
9
PNC Bank
01:17.5215
0.0745
4
Patricio O’Ward
Harding
Chevy
8
Harding
01:17.5585
0.1115
5
Alexander Rossi
Andretti
Honda
27
Napa
01:17.5711
0.1241
6
Marco Andretti
Andretti
Honda
98
U.S. Concrete
01:17.5813
0.1343
7
Will Power
Penske
Chevy
12
Verizon
01:17.6495
0.2025
8
Simon Pagenaud
Penske
Chevy
22
DXC Technology
01:17.7489
0.3019
9
Graham Rahal
Rahal
Honda
15
Total
01:17.9043
0.4573
10
Zach Veach
Andretti
Honda
26
Relay Group 1001
01:17.9111
0.4641
11
Sebastien Bourdais
Coyne
Honda
18
Sealmaster
01:17.9242
0.4772
12
Takuma Sato
Rahal
Honda
30
Panasonic
01:17.9919
0.5449
Nonostante il computo dei migliori parziali avrebbe fatto pensare a una sfida tra Dixon e Newgarden, alla fine è stato Ryan Hunter-Reay a conquistare la pole position per l’ultimo appuntamento di Sonoma. Il campione 2012, alla prima pole su stradale da Mid Ohio 2013, ha piazzato il colpo decisivo a tempo ormai scaduto, soffiando un prezioso punto bonus a Scott Dixon, che ha buttato alle ortiche un giro perfetto arrivando lungo alla chicane finale. Un errore simile ha relegato Newgarden all’interno della seconda fila davanti a Marco Andretti. Il strepitoso rookie O’Ward prenderà invece il via dall’interno della terza fila davanti ad Alexander Rossi, accontentatosi della sesta piazza per risparmiare un treno nuovo di gomme rosse, utile presumibilmente per massimizzare il giro d’uscita dopo il primo pit stop.
Sonoma – Fast Six
Pos.
Pilota
Squadra
Pacchetto
N
Sponsor
Tempo
Distacco
1
Ryan Hunter-Reay
Andretti
Honda
28
DHL
01:17.6277
–.—-
2
Scott Dixon
Ganassi
Honda
9
PNC Bank
01:17.7599
0.1322
3
Josef Newgarden
Penske
Chevy
1
Verizon
01:17.7937
0.1660
4
Marco Andretti
Andretti
Honda
98
U.S. Concrete
01:17.7999
0.1722
5
Patricio O’Ward
Harding
Chevy
8
Harding
01:17.9737
0.3460
6
Alexander Rossi
Andretti
Honda
27
Napa
01:18.0019
0.3742
Nonostante il vantaggio di posizione rispetto a Rossi, aver mancato la pole position complica in parte la posizione di Dixon, che non potendo dettare il ritmo potrebbe ritrovarsi a subire il passo di Hunter-Reay. Voglioso di chiudere in bellezza la stagione, l’americano dovrà probabilmente sottostare alle tattiche di squadra, rallentando il ritmo per mantenere compatto il gruppo e dare a Rossi la possibilità di portarsi in breve alle spalle del rivale, per poi tentare il sorpasso in occasione della prima sosta. Con Hunter-Reay, Andretti e forse anche O’Ward pronti a dare manforte, Rossi dovrà però guardarsi dai piloti Penske: non solo Newgarden, che farà di tutto per portare a casa il successo, ma soprattutto Power. Un eventuale sorpasso in partenza dell’australiano, apparso molto veloce sul passo gara, potrebbe porre la parola fine alle speranze di titolo di Rossi, che in caso di piazzamento in top 5 di Dixon può puntare solo alla vittoria per portare a casa il titolo.
Griglia di Partenza
Pos.
Pilota
Tempo
Pilota
Tempo
1
Ryan Hunter-Reay
01:17.6277
2
Scott Dixon
01:17.7599
3
Josef Newgarden
01:17.7937
4
Marco Andretti
01:17.7999
5
Patricio O’Ward
01:17.9737
6
Alexander Rossi
01:18.0019
7
Will Power
01:17.6495
8
Simon Pagenaud
01:17.7489
9
Graham Rahal
01:17.9043
10
Zach Veach
01:17.9111
11
Sebastien Bourdais
01:17.9242
12
Takuma Sato
01:17.9919
13
Ed Jones
01:18.5088
14
Pietro Fittipaldi
01:18.5281
15
Jack Harvey
01:18.5892
16
James Hinchcliffe
01:18.5740
17
Tony Kanaan
01:18.5966
18
Spencer Pigot
01:18.6687
19
Santino Ferrucci
01:18.6172
20
Colton Herta
01:18.6823
21
Carlos Munoz
01:18.7211
22
Max Chilton
01:18.7536
23
Charlie Kimball
01:18.8495
24
Matheus Leist
01:18.9665
25
Jordan King
01:19.1519
Scott Dixon è campione IndyCar per la quinta volta in carriera. Questo il verdetto dell’ultimo appuntamento stagionale di Sonoma, che ha visto la lotta per il titolo risolversi praticamente al primo giro, quando urtando il retro della vettura di Andretti Alexander Rossi ha rimediato una foratura che lo ha spedito immediatamente in coda al gruppo e in breve indietro di un giro. Una bandiera gialla arrivata subito dopo la penultima sosta ha poi ravvivato le speranze dell’americano, autore di una rimonta strepitosa che in pochi giri lo ha visto risalire dal fondo fino al quinto posto. Non abbastanza però per impensierire Dixon, che per tutta la gara ha seguito a breve distanza Hunter-Reay, intoccabile in testa alla corsa. In assenza di ulteriori neutralizzazioni, neanche un ultimo azzardo strategico ha quindi permesso a Rossi di ribaltare la situazione. Mentre il californiano, in crisi coi consumi, cedeva infatti nel finale ad Andretti e Bourdais, Dixon si è limitato a controllare la pressione di Power, scortando poi il vincitore Hunter-Reay sotto la bandiera a scacchi per conquistare il quinto titolo, uno in più di altri mostri sacri come Mario Andretti, Dario Franchitti e Sebastien Bourdais. Prossimo obiettivo A.J. Foyt a quota 7.
Smaltita la delusione per il titolo mancato e l’evitabile errore, Rossi potrà comunque essere soddisfatto di una stagione strepitosa che, dopo l’esperienza di una battaglia punto a punto con il riferimento della categoria, lo candida probabilmente a favorito per il titolo 2019.
Generosa ma non priva di errori la prova del rookie O’Ward, attesissimo dopo delle qualifiche stellari. Alle prese con un consumo eccessivo del primo treno di gomme, il messicano ha poi messo in atto una costante progressione che lo ha portato ad un ottimo nono posto finale.
LA GARA
Alla partenza Hunter-Reay mantiene il comando su Dixon e Newgarden, ma poco più indietro una costante fumata segnala un danno all’anteriore destra di Rossi, che paga con una foratura un contatto fortuito con Andretti immediatamente dopo la bandiera verde. Con una mossa su cui i commissari chiudono un occhio, l’americano guadagna la via della pit lane “tagliando” sul circuito Nascar, quasi un chilometro più corto, cosa che gli permette di tornare in pista a pieni giri, seppur staccato di quasi un minuto. Mentre in testa Hunter-Reay allunga con circa 3 secondi su Dixon e 6 su Newgarden, dietro Andretti il rookie O’Ward scopre a sue spese il brutale decadimento delle gomme rosse, bloccando a lungo i progressi di Rahal fino a quando Power, con una manovra di forza al tornantino, si libera di entrambi guadagnando il quinto posto. Poco più indietro Pagenaud inaugura il primo turno di soste al 13° passaggio, imitato tra gli altri da Rahal e Sato, con quest’ultimo poi subito costretto a rientrare in pit lane con il motore in fumo. Lo spauracchio della neutralizzazione spiazza i battistrada, che si vedono a loro volta costretti ad anticipare il pit stop. Chi ne guadagna è Pagenaud, che risale dal nono al terzo posto, mentre Newgarden fa il percorso opposto dopo aver fatto spegnere il motore.
Mentre Hunter-Reay conduce quindi su Dixon, il terzetto Pagenaud-Andretti-Power e un Rahal in difficoltà con le gomme nere, Rossi naviga nelle retrovie cercando inizialmente di completare la corsa con due sole soste invece delle tre dei primi. Sopravvissuto a un contatto con King e finito sotto di un giro, l’americano decide però poi di rischiare il tutto per tutto e sdoppiarsi in pista da Dixon e Hunter-Reay, che rifanno capolino in pit lane insieme agli altri leaders tra il 36° e il 40° giro. A sua volta in pit lane per la terza volta al 43° giro, dopo il disastro di Portland e l’intoppo del primo giro la fortuna concede finalmente un’ultima chance a Rossi, che torna in pista davanti ad Hunter-Reay proprio mentre noie alla batteria immobilizzano Rahal, costringendo all’intervento della pace car. Alla ripartenza del 49° giro il californiano si ritrova quindi in coda al gruppo ma con gomme fresche e serbatoio pieno. Sopravvissuto ad un restart a dir poco selvaggio, mentre davanti Hunter-Reay fa l’andatura su Dixon e Pagenaud, Rossi da spettacolo nel gruppo inanellando sorpassi praticamente in ogni curva del tracciato. Arrivato fino al settimo posto dietro Bourdais ma a oltre dieci secondi da Dixon, l’americano tenta poi la carta della disperazione, anticipando l’ultima sosta al 59° giro nella speranza che il rivale resti attardato da una neutralizzazione inattesa. Al muretto Mike Hull è però pronto a reagire, richiamando Dixon il giro successivo. Quando tutti i battistrada effettuano l’ultima sosta Hunter-Reay continua quindi a condurre con circa 4 secondi su Dixon, che deve però guardarsi dal ritorno minaccioso di Power, balzato davanti a Pagenaud e Andretti, che cede la posizione al compagno Rossi, le cui speranze di titolo risiedono solo in un’ultima bandiera gialla.
La neutralizzazione però non arriva e negli ultimi giri Dixon, ansiosamente in ascolto di ogni rumore insolito proveniente dalla monoposto, non deve far altro che seguire Hunter-Reay e tagliare il traguardo in seconda piazza per conquistare il quinto titolo in carriera. All’ultimo giro Rossi è invece costretto a lasciare strada ad Andretti e Bourdais, accostando subito dopo il traguardo con il serbatoio vuoto.
Per Hunter-Reay arriva quindi la seconda meritatissima vittoria stagionale al termine di un fine settimana impeccabile. Con Dixon preoccupato essenzialmente di portare a casa il titolo, il rivale principale dell’americano sarebbe potuto essere Will Power, che ha però pagato l’errore strategico al termine della Q2. Simon Pagenaud chiude con una nota positiva una stagione mediocre, ritrovando finalmente sugli stradali un livello di competitività compatibile con il potenziale della vettura. Per Andretti un buon quinto posto in una pista storicamente amica, davanti a Bourdais, che ha chiuso in sesta piazza una corsa solida ma senza acuti. Il secondo grave errore dell’anno è costato a Rossi la possibilità di lanciare una concreta sfida a Dixon, ma il californiano deve comunque essere soddisfatto di una stagione da assoluto top driver, che lo consacra come uno dei tre migliori piloti della serie e certamente il più spettacolare.
Di converso, Josef Newgarden ha macchiato la sua altalenante difesa del titolo con l’ennesima leggerezza, lo spegnimento del motore, che lo ha relegato ai margini della top ten. La ripartenza su gomme nere in mezzo a vari piloti su coperture morbide ha poi definitivamente relegato il campione uscente all’ottavo posto. Piazzamento in top ten all’esordio per Pato O’Ward, strepitoso in qualifica, combattivo in gara e bravo a reagire sulla distanza a un primo stint naufragato con il consumo delle Firestone rosse. Il messicano ha chiuso davanti a Ed Jones, che ha proseguito il trend di corse senza infamia e senza lode in quella che, con ogni probabilità, è stata la sua ultima uscita con il team Ganassi. Bell’undecesimo posto per Santino Ferrucci, alle prese con problemi al cambio per tutta la gara.
Come spesso accade con i punti doppi le 57 lunghezze di vantaggio di Dixon su Rossi non rendono giustizia all’intensissima lotta tra i due. Il podio regala a Power, il più bersagliato dalla sfortuna, un meritato terzo posto in classifica davanti a un positivo Hunter-Reay, in generale meno efficace di Rossi ma tornato ad altissimi livelli dopo due stagioni difficili. Quinta piazza per un troppo falloso Newgarden, che chiude davanti al duo francese Pagenaud-Bourdais, con il primo mai in sintonia con la nuova aerodinamica e il secondo sempre spettacolare, ma per sua stessa ammissione troppo incline all’errore. Senza vittorie per la prima volta dal 2014, Graham Rahal chiude all’ottavo posto una stagione costante ma senza acuti, precedendo un Marco Andretti in lenta crescita e James Hinchcliffe, la cui difficile stagione è stata salvata dal successo in Iowa.
Undicesima piazza finale per il rookie of the year Robert Wickens, strepitoso nel suo adattamento alla serie, che con un messaggio video prima della bandiera verde ha ringraziato l’ambiente per l’enorme sostegno ricevuto. In attesa di ulteriori aggiornamenti sulle lesioni midollari, il coraggio e la determinazione espresse nel video fanno ben sperare per un recupero che lo stesso Wickens ha però definito molto lungo. Il gesticolare osservato nel messaggio rappresenta comunque un notevole sollievo rispetto al pericolo tetraplegia da più parti ventilato nelle settimane passate.