I MOTIVI
Il 2004, prevedibilmente, è l’anno di Sebastien Bourdais, che con una stagione di esperienza alle spalle, può mettere a frutto tutto il suo potenziale. Il titolo è un affare tutto Newman Haas, grazie a un Junqueira più concentrato rispetto al 2003, che pur risultando meno efficace del compagno, si dimostra consistente, riuscendo a tenere il discorso aperto fino all’ultima corsa, dove però si deve arrendere alla supremazia di un Bourdais superiore. Della partita potrebbe essere anche il campione in carica Tracy, che però dopo il bel successo di Long Beach, torna alle vecchie abitudini, gettando al vento punti e vittorie tra errori e contrattempi non ammissibili contro un Bourdais quasi inarrestabile. La stagione vede anche nuovi volti, con l’arrivo del campione F.Atlantic A.J. Allmendinger insieme al team RuSport, sfidati nella caccia al titolo di rookie of the year da Justin Wilson, a tratti molto competitivo con il team Conquest. Una sorpresa arriva anche dal giovane Hunter Reay, che dopo il rocambolesco successo di Surfers Paradise 2003, domina senza discussioni la corsa di Milwaukee.
NOVITà REGOLAMENTARI
La stagione 2004 vede inizialmente una modifica alla regola che dal 2002 determina delle finestre di rifornimento obbligatorie per eliminare la guida al risparmio indotta dalla formula consumo. In funzione della distanza di gara, vengono ora imposte da due a tre pit stop da effettuarsi in regime di bandiera verde ed entro un determinato numero di giri. Dopo aver trasformato in uno spettacolo desolante la corsa potenzialmente avvincente di Road America, la regola viene semplificata prima dell’appuntamento successivo a Denver, prevedendo un solo pit stop obbligatorio da effettuarsi prima di un dato numero di giri, indipendentemente dal regime di bandiera verde o gialla. Il sistema delle soste con cadenza obbligatoria viene comunque mantenuto per l’ovale di Las Vegas, dove ne sono imposte 4 ogni 37 giri.
Per vivacizzare le corse e favorire i sorpassi si ha invece l’introduzione del push to pass, un dispositivo che aumenta temporaneamente la pressione di sovralimentazione, conferendo un aumento di potenza stimato in circa 50 cv, spendibili per un tempo complessivo variabile tra 60 e 75 secondi. A ciò si somma l’impiego obbligatorio di due diverse mescole di pneumatici, primary (dure) e alternate (morbide, identificate dalla spalla rossa).
Cambia anche il sistema di punteggio, che pur lasciando fondamentalmente inalterati gli scarti tra posizioni, estende l’arrivo a punti dal 12° al 20° posto. Al punto supplementare per il tempo più veloce in ciascuna sessione di qualifica, si aggiungono quelli per il giro più veloce, per aver completato almeno un giro in testa e per il maggior numero di posizioni guadagnate dalla qualifica. I punti disponibili per evento salgono quindi a 36.
Posizione | Punti |
1 | 31 |
2 | 27 |
3 | 25 |
4 | 23 |
5 | 21 |
6 | 19 |
7 | 17 |
8 | 15 |
9 | 13 |
10 | 11 |
11 | 10 |
12 | 9 |
13 | 8 |
14 | 7 |
15 | 6 |
16 | 5 |
17 | 4 |
18 | 3 |
19 | 2 |
20 | 1 |
Miglior tempo Qualifica 1 | 1 |
Miglior tempo Qualifica 2 | 1 |
Giro più veloce | 1 |
Un giro in testa | 1 |
Maggior numero di posizioni guadagnate in gara | 1 |
Sono confermate le regole di congelamento dei telai ammessi (Lola B02 e Reynard 02i), oltre che la monofornitura Ford Cosworth per quanto riguarda i motori e Bridgestone per gli pneumatici.
TEAM E PILOTI
Forsythe Racing
Pilota | Paul Tracy (CAN) | Rodolfo Lavin (MEX) | Patrick Carpentier (CAN) |
Vettura | #1 Indeck | #3 Corona | #7 Indeck |
Telaio | Lola | Lola | Lola |
Ingegnere | Todd Malloy | Eric Zeto | |
Stratega | Neil Mickelwright | ||
Capo meccanico |
Newman Haas Racing
Pilota | Sebastien Bourdais (FRA) | Bruno Junqueira (BRA) |
Vettura | #2 McDonald’s | #6 PacifiCare |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | Craig Hampson | Guillaume Rocquelin |
Stratega | ||
Capo meccanico | Tim Coffeen | Don Hoevel |
Herdez Competition
Pilota | Ryan Hunter-Reay (USA) | Mario Dominguez (MEX) |
Vettura | #4 | #55 |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | Will Phillips | Michael Cannon |
Stratega | Ketih Wiggins | |
Capo meccanico |
Walker Racing
Pilota | Mario Haberfeld(BRA) | David Bensard (AUS) |
Michael Valiante (CAN) | ||
Vettura | #5 | #15 |
Telaio | Reynard | Reynard |
Ingegnere | ||
Stratega | Derrick Walker | |
Capo meccanico | Tim Broyles |
Rocketsports Racing
Pilota | Alex Tagliani (CAN) | Nelson Philippe (FRA) |
Memo Gidley (USA) | ||
Guy Smith (ENG) | ||
Vettura | #8 | #17 |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | ||
Stratega | Paul Gentilozzi | Rob Hill |
Capo meccanico |
RuSport Racing
Pilota | Michel Jourdain Jr. (MEX) | A.J. Allmendinger (USA) |
Vettura | #9 Gigante | #10 Western Union |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | David Brown | |
Stratega | Jeremy Dale | Paul Russo |
Capo meccanico |
Dale Coyne Racing
Pilota | Oriol Servia (SPA) | Tarso Marques (BRA) |
Gaston Mazzacane (ARG) | ||
Jarek Janis (CZE) | ||
Vettura | #11 | #19 |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | Dave Watson | |
Stratega | Dale Coyne | |
Capo meccanico |
PKV Racing
Pilota | Jimmy Vasser (USA) | Roberto Gonzalez (MEX) |
Vettura | #12 | #21 |
Telaio | Lola | Lola |
Ingegnere | ||
Stratega | Russell Cameron | |
Capo meccanico |
Conquest Racing
Pilota | Alex Sperafico (BRA) | Justin Wilson (ENG) |
Nelson Philippe (FRA) | ||
Vettura | #14 Mi Jack | #34 Mi Jack |
Telaio | Reynard/Lola | Lola |
Ingegnere | ||
Stratega | Eric Bachelart | |
Capo meccanico |
IL CALENDARIO
Rispetto al 2003 il calendario subisce una drastica contrazione, sia temporale che come numero di eventi. St. Petersburg esce di scena lasciando posto come prova inaugurale a Long Beach, programmata per metà aprile, due mesi dopo rispetto alla prima corsa del 2003. Cancellate anche le costose trasferte europee, accompagnate dalla perdita di una tappa storica, Laguna Seca. Restano tre le corse in Canada, con Vancouver che però cede il passo a un circuito temporaneo realizzato nell’aeroporto di Edmonton. Confermata l’esclusione di Fontana, passata al calendario IRL, rimangono in calendario due ovali, Milwuakee e Las Vegas. Restano due anche le trasferte a sud del confine, con Mexico City ancora a chiudere la stagione la prima settimana di novembre.
Gara | Data | Pista | Tipologia |
1 | 18 aprile | Long Beach | Cittadino |
2 | 23 maggio | Monterrey | Stradale permanente |
3 | 5 giugno | Milwaukee | Ovale corto |
4 | 20 giugno | Portland | Stradale permanente |
5 | 3 luglio | Cleveland | Stradale – aeroporto |
6 | 11 luglio | Toronto | Cittadino |
7 | 25 luglio | Vancouver | Cittadino |
8 | 8 agosto | Road America | Stradale permanente |
9 | 15 agosto | Denver | Cittadino |
10 | 29 agosto | Montreal | Cittadino |
11 | 12 settembre | Laguna Seca | Stradale permanente |
12 | 25 settembre | Las Vegas | Ovale medio – 1.5 miglia |
13 | 24 ottobre | Surfers Paradise | Cittadino |
14 | 7 novembre | Città del Messico | Stradale permanente |
RACCONTO DELLA STAGIONE
Il team Newman-Haas monopolizza la prima fila nell’appuntamento inaugurale di Long Beach, con Junqueira a precedere Bourdais. Entrambi devono però lasciare spazio in partenza a Tracy, che con una grintosa staccata si porta subito in testa alla prima curva, mentre Tagliani soffia al francese la terza piazza. Dopo una iniziale neutralizzazione per un incidente nelle retrovie, in testa Tracy conduce per tutta la corsa, facendo l’elastico con Junqueira, che dopo l’ultima sosta sembra potersi avvicinare al canadese, ma deve in realtà guardarsi dal ritorno di Bourdais, I tre chiudono nell’ordine, precedendo Carpentier, che dopo l’ultima sosta riesce ad avere ragione di un battagliero Dominguez, beneficiario dei guai in pit lane che eliminano dalla contesa Tagliani. Ottima sesta piazza del debuttante Wilson, coinvolto nell’incidente iniziale, che precede Hunter-Reay, quinto nelle prime fasi e scivolato indietro dopo la prima sosta.
A Monterrey un mese più tardi Bourdais replica la pole position di 12 mesi prima, precedendo il padrone di casa Dominguez. Mentre il francese prende subito il comando, il messicano va in testacoda al secondo giro, finendo in coda al gruppo. Ne approfitta Junqueira, che sale al secondo posto davanti a Wilson e Tracy. In mezzo a diverse alternanze al vertice indotte dalla cervellotica regola delle due soste obbligatorie in bandiera verde, Junqueira approfitta di una sosta lenta del compagno per prendere il comando nel tratto centrale di gara. Tallonato a lungo il brasiliano, Bourdais restituisce però il favore all’ultimo pit stop, andando a condurre in tranquillità un 1-2 Newman-Haas. Terzo chiude Dominguez, bravo e fortunato nella sua rimonta a sfruttare le tante bandiere gialle e una strategia alternativa, così come Carpentier, che precede l’arrembante Tagliani. Ancora un ottimo piazzamento di Wilson, che per tutta la gara contiene un Tracy sotto tono.
Milwaukee vede invece il dominio totale di Ryan Hunter-Reay, che mette a frutto i test precedentemente effettuati dal team Herdez sul miglio del Wisconsin, centrando la pole e dominando la corsa. Mai una minaccia per l’americano, prima Bourdais e poi Tracy abbandonano invece dopo aver colpito il muro: il primo nel traffico, il secondo mentre cerca di passare all’esterno Carpentier per il secondo posto. Senza nessuna possibilità di competere con Hunter-Reay, che centra in scioltezza il secondo successo in carriera, il canadese chiude al secondo posto avendo la meglio su Jourdain, ultimo dei piloti a pieni giri davanti a Vasser e il positivo Allmendinger, che precede Junqueira.
Il riscatto del team Newman-Haas arriva però subito a Portland, dove Bourdais precede Junqueira in prima fila. Superate due bandiere gialle iniziali causate da errori di Dominguez, la gara si risolve in breve in un affare privato tra i due, che ingaggiano un continuo elastico attorno ai pit stop da cui il francese esce vincitore, precedendo sul traguardo il compagno per poco più di un secondo. Paul Tracy, a lungo frenato dal doppiato Tagliani, chiude la sua prova solitaria in terza piazza davanti al compagno Carpentier, che su una strategia alternativa ha la meglio su Wilson e Allmendinger, protagonisti di un lunghissimo duello per il quinto posto.
Posizione | Pilota | Punti |
1 | Bruno Junqueira | 105 |
2 | Patrick Carpentier | 99 |
3 | Sebastien Bourdais | 98 |
4 | Paul Tracy | 79 |
5 | Ryan Hunter-Reay | 75 |
6 | Justin Wilson | 71 |
7 | Mario Dominguez | 66 |
8 | Alex Tagliani | 61 |
9 | A. J. Allmendinger | 54 |
10 | Jimmy Vasser | 52 |
Una inedita prima fila Tracy-Wilson guida il gruppo sotto la bandiera verde a Cleveland. Dalla seconda fila l’aggressiva staccata in curva 1 di Tagliani sorprende però l’ex F1, che perde il controllo in frenata e travolge Tracy. Del disastro anglo-canadese approfitta il solito Bourdais, che va subito in fuga davanti a Servia, abile a trovare il varco giusto nella confusione del via e poi promosso al secondo posto da un guasto alla vettura di Carpentier e un testacoda di Allmendinger. Dopo le prime soste lo spagnolo deve però cedere a Junqueira, in rimonta dopo difficoltà nelle prove e posizioni perse alla prima curva. Nonostante due bandiere gialle, il brasiliano non può però impensierire Bourdais, che guida la seconda doppietta consecutiva del team Newman-Haas. Un gran ritmo e una strategia fortunata risollevano la giornata di Tagliani, che chiude terzo precedendo Servia e Vasser.
E’ ancora Bourdais a comandare nell’appuntamento successivo di Toronto, accomodandosi in pole position davanti a Tracy. La svolta alla gara e al campionato arriva già alla prima curva, quando il capo classifica Junqueira non lascia spazio all’esterno a Dominguez, causando il ritiro di entrambi. Nelle prime fasi il duo di testa prosegue compatto incalzato da Wilson, con Carpentier e Tagliani più staccati. Il primo turno di soste vede poi lo stesso Wilson sopravanzare Tracy, che alla ripartenza dopo l’incidente del rientrante Gidley manda in testacoda l’inglese, causando una reazione a catena che rovina anche la corsa di Servia. La conseguente penalità spedisce il canadese in fondo al gruppo, promuovendo al secondo posto Vasser, seguito da Hunter-Reay, che approfitta del dritto di Tagliani. Tracy, protagonista di una rimonta spiritata, raggiunge il quinto posto, prima di spedire contro il muro Jourdain in uscita dalla pit lane e guadagnarsi un’altra penalità. Recuperata la vettura di Gonzalez, spinto contro il muro da Tagliani, negli ultimi giri Bourdais va serenamente a vincere davanti a un ottimo Vasser e Carpentier, che toglie ad Hunter-Reay il podio in un contatto nel finale che costa all’americano una foratura.
Dopo i disastri di Toronto Tracy si presenta pronto al riscatto a Vancouver, dove conquista la pole davanti al sorprendente Lavin. Mentre l’idolo di casa prende subito il comando, il messicano al via cede la seconda piazza a Bourdais, rovinando poi la sua prova con un testacoda solitario, prima che con una manovra assurda il doppiato Sperafico elimini Carpentier, causando la prima neutralizzazione. Il primo turno di soste premia il duo RuSport Allmendinger-Jourdain, che si porta alle spalle di Tracy mentre Bourdais perde posizioni alle prese con problemi di assetto. Neanche un errore di calcolo durante la seconda sosta impensierisce il leader, che negli ultimi giri viaggia a passo di qualifica per costruire un margine sufficiente a effettuare un rabbocco. Tornato in pista abbondantemente in testa, Tracy è quindi libero di centrare il secondo successo stagionale, precedendo l’ottimo Jourdain e Allmendinger, bravo a contenere Junqueira per centrare il primo podio in carriera. In difficoltà dopo il primo pit stop, Bourdais deve accontentarsi del quinto posto. Menzione di merito per Mazzacane, che riesce ad autoeliminarsi già nei giri di riscaldamento.
Bourdais conquista una larga pole position nel successivo appuntamento di Road America, precedendo il sorprendente Hunter-Reay. Mentre il capo classifica prende subito il comando, l’americano rimane però intruppato al via, precipitando poi in coda al gruppo dopo un evitabile contatto con Vasser, che perde un giro coinvolgendo anche Carpentier. Bourdais guida poi il gruppo fino alla neutralizzazione successiva per recuperare Gonzalez, insabbiatosi alla Canada Corner. Nella seguente ripartenza il francese non riesce poi a contenere Tracy, che gli strappa il primato con un grande sorpasso all’esterno. Dopo aver perso anche la seconda piazza in favore di Servia, una strenua difesa del terzo posto su Junqueira porta a un contatto in curva 1, che vede il brasiliano insabbiarsi e perdere un giro. La bandiera gialla, unita alla delirante regola dei tre pit stop obbligatori in bandiera verde, rende poi incomprensibile la corsa, che vede i primi fermarsi in pit lane subito dopo la ripartenza. Ne approfitta Tagliani, fermatosi precedentemente, che prende il comando dopo aver superato Wilson, sulla stessa strategia. Mentre negli ultimi 30 giri i pit stop si susseguono con una frequenza ridicola, Tracy vede prima sfumare il podio per una pistola difettosa, poi esce di pista quando non può evitare Junqueira, doppiato, che gli frena davanti alla staccata della curva 5. Il canadese sopravvive poi a un assalto di Allmendinger, che girandosi causa l’ennesima neutralizzazione. Con la corsa accorciata per il sopraggiungere delle due ore, negli ultimi tre minuti di bandiera verde Tagliani controlla la situazione, andando a cogliere il primo successo in carriera davanti a Lavin, emerso in seconda posizione dal caos delle strategie, che chiude davanti a Bourdais e Hunter-Reay, bloccati poco correttamente dal doppiato Carpentier, compagno di squadra del messicano.
Posizione | Pilota | Punti |
1 | Sebastien Bourdais | 213 |
2 | Bruno Junqueira | 166 |
3 | Alex Tagliani | 153 |
4 | Paul Tracy | 152 |
5 | Patrick Carpentier | 141 |
6 | Ryan Hunter-Reay | 139 |
7 | Jimmy Vasser | 127 |
8 | Mario Dominguez | 126 |
9 | A. J. Allmendinger | 116 |
10 | Justin Wilson | 107 |
Il team Newman-Haas monopolizza ancora la prima fila nell’appuntamento successivo di Denver, che vede il riacutizzarsi della rivalità tra i suoi alfieri. In una replica di quanto accaduto la settimana prima, al via un deciso attacco all’esterno di Junqueira spedisce infatti in testacoda Bourdais, costretto a ripartire dal fondo. Mentre il francese inscena una furiosa rimonta, il brasiliano comanda la corsa fino alla prima sosta, che lo vede scavalcato da Tracy. Alle prese con problemi ai freni, Junqueira subisce poi anche l’attacco di Dominguez e addirittura di Bourdais, che approfitta di una bandiera gialla nel finale per puntare il duo di testa. “Spostato” il messicano con una dura manovra in ripartenza, il francese non perde poi tempo per avventarsi su un Tracy in difficoltà e involarsi verso un successo insperato ma fondamentale, non solo per la classifica, ma anche per fiaccare il morale dei rivali, Tracy e Junqueira su tutti, demoliti dalla superiorità del francese.
Bourdais porta a sei il suo bottino di pole position a Montreal, precedendo Allmendinger. Mentre il francese alla bandiera verde prende subito il comando, l’americano ha invece un avvio incerto, subendo una foratura per un contatto con Tagliani, che spingendo Tracy sull’erba crea scompiglio nel gruppo. Dopo la neutralizzazione per un incidente solitario di Hunter-Reay, Bourdais guida il gruppo fino alla prima sosta, subendo poi il sorpasso di Dominguez a gomme fredde, mentre Junqueira in terza piazza continua a precedere Tagliani e Tracy. Una pistola bloccata durante la sosta successiva compromette però la corsa del messicano, riconsegnando il comando a Bourdais, che dopo il pit stop esce incredibilmente di scena quando Allmendinger, su una diversa strategia, lo travolge al tornantino. Il comando passa così a Junqueira, che con venti giri da completare conduce con oltre 10 secondi di vantaggio su un serrato gruppetto composto da Tracy, Carpentier, Dominguez e Wilson. Problemi tecnici eliminano poi l’inglese, mentre Tracy deve lasciare spazio a Carpentier e Dominguez, che però nel finale sono ormai troppo staccati dal leader Junqueira, che conquista il primo successo stagionale riducendo a 34 punti il suo distacco da Bourdais.
Il francese risponde facendo segnare l’ennesima pole position a Laguna Seca, precedendo Carpentier. E’ però Tracy a contendergli da subito il comando, fino a quando il duello non porta all’ennesima scontro che procura una foratura al francese e un danno all’ala anteriore del campione in carica. Tracy conserva comunque il comando su Carpentier e Allmendinger fino al primo pit stop, ma prima è superato dal compagno, poi torna in pit lane per una foratura procurata dall’ala danneggiata, perdendo un giro nel processo. Non ne approfitta Allmendinger, che facendo spegnere il motore durante la sua sosta regala il secondo posto a un Junqueira in difficoltà nelle prove. L’americano completa poi la frittata urtando Servia, che però riesce a continuare e conservare la terza piazza. Neanche una bandiera gialla per recuperare la vettura di Gonzalez impensierisce nel finale Carpentier, che stacca facilmente Junqueira, conquistando la prima vittoria stagionale. Il podio è completato da un eccellente Servia, che precede Jourdain, Hunter-Reay, Tagliani, Haberfeld e Bourdais, rallentato nella sua rimonta da un maldestro contatto con Gonzalez.
Carpentier conferma il momento positivo a Las Vegas, conquistando la pole position davanti a Bourdais e duellando per la vetta con Junqueira nelle prime fasi. Dopo un testacoda di Hunter-Reay in corrispondenza del giro della prima sosta obbligatoria (4 in tutto) che causa un po’ di confusione, costando una penalità a Tagliani, Bourdais emerge dal gruppo dopo un pit stop lento, prendendo il comando su Vasser e Allmendinger. Il francese conduce con margine anche dopo il secondo turno di soste, precedendo Junqueira, che a fatica prende distanza da un bellicoso gruppetto di inseguitori guidato da Vasser, Lavin e Carpentier. Il terzo pit stop non altera la situazione, promuovendo però Dominguez al terzo posto, prima che il gruppo venga ricompattato dalla rottura del motore di Guy Smith. La neutralizzazione è sfruttata da tutti per effettuare l’ultimo pit stop, da cui Bourdais e Junqueira emergono ancora in vetta. I due staccano gli inseguitori fin dalla ripartenza, ingaggiando un serrato duello che li vede affiancati per buona parte degli ultimi trenta giri. In vista della bandiera a scacchi il doppiaggio di Haberfeld fa perdere però la ruota del compagno a Junqueira, che sulla dirittura d’arrivo non ha più lo spunto per mettere il muso davanti. Per Bourdais arriva così la sesta vittoria stagionale, che porta a 27 i suoi punti di vantaggio. Carpentier, alle prese con problemi al cambio, porta a casa il terzo posto precedendo Lavin, che al termine di una lunga battaglia regola Vasser, Allmendinger e Dominguez, penalizzato da un ultimo pit stop lento. Ancora meno fortuna per Tracy, subito fuori per problemi alla trasmissione.
Posizione | Pilota | Punti |
1 | Sebastien Bourdais | 307 |
2 | Bruno Junqueira | 280 |
3 | Patrick Carpentier | 241 |
4 | Paul Tracy | 218 |
5 | Alex Tagliani | 206 |
6 | Mario Dominguez | 203 |
7 | A. J. Allmendinger | 184 |
8 | Ryan Hunter-Reay | 176 |
9 | Oriol Servia | 174 |
10 | Jimmy Vasser | 171 |
Tracy conquista la pole position nel penultimo appuntamento di Surfers Paradise, precedendo i contendenti al titolo. Sopravvissuto a un contatto con Allmendinger, Bourdais mette pressione al canadese nella prima metà gara mentre Junqueira, inizialmente staccato, si fa sotto in vista del secondo turno di soste portandosi dietro Dominguez. Un testacoda di Haberfeld da a tutti la possibilità di completare sotto bandiera gialla i pit stop, che vedono Junqueira superare Bourdais tra le proteste della crew del francese, che reclama un’irregolarità del brasiliano nell’uscita dalla piazzola. Dopo i pit stop di Allmendinger, Carpentier e Wilson, su una strategia alternativa a due soste, è quindi Junqueira a prendere il comando su Bourdais, beneficiando del precedente dritto di Tracy, precipitato al quarto posto dietro anche a Dominguez. Rassegnato a un rabbocco nel finale, il brasiliano prende un ampio margine su Bourdais ma a quattro giri dal termine, quando tutti i leaders imboccano la pit lane, Carpentier è vittima di un violento incidente a causa del cedimento dell’ala anteriore, in bilico per buona parte della corsa e irresponsabilmente non sostituita. Il canadese fortunatamente se la cava solo con un grosso spavento mentre la corsa si conclude sotto bandiera gialla, con Junqueira dichiarato vincitore davanti a Bourdais, Dominguez, Tracy e Hunter-Reay.
Posizione | Pilota | Punti |
1 | Sebastien Bourdais | 335 |
2 | Bruno Junqueira | 313 |
3 | Patrick Carpentier | 247 |
4 | Paul Tracy | 243 |
5 | Mario Dominguez | 228 |
6 | Alex Tagliani | 208 |
7 | A. J. Allmendinger | 204 |
8 | Ryan Hunter-Reay | 197 |
9 | Oriol Servia | 182 |
10 | Jimmy Vasser | 180 |
Nonostante gli basti un undicesimo posto per portare a casa il titolo, Bourdais conquista con ampio margine la pole position per la corsa decisiva di Mexico City, precedendo il rivale Junqueira. Superate alcune bandiere gialle nelle prime battute, il francese è semplicemente imprendibile, seminando in breve Junqueira e gli inseguitori Wilson, Vasser e Servia. Nulla cambia al vertice dopo il primo turno di soste, mentre ritardando il pit stop Allmendinger riesce a portarsi al terzo posto. Con oltre venti secondi di vantaggio, al 42° giro Bourdais rischia però di buttare tutto alle ortiche girandosi all’ingresso dello stadio. Evitate le barriere, il francese riesce comunque a ripartire con ancora 5 secondi di vantaggio su Junqueira. Il leader estende poi nuovamente il suo vantaggio prima del secondo turno di soste, navigando nel traffico negli ultimi giri per cogliere il settimo successo stagionale che gli vale il meritato titolo Champ Car 2004. Junqueira deve così accontentarsi del secondo posto in gara e in campionato, chiudendo davanti al rookie of the year Allmendinger, che precede sul traguardo l’altro rookie di lusso Wilson, con Vasser che a chiudere la top 5.
Classifica finale
Classifica finale | |||||||||||
Pos. | Pilota | Punti | Distacco | Corse | Vittorie | Podi | Top 5 | Top 10 | Poles | LL | L |
1 | Sebastien Bourdais | 369 | 0 | 14 | 7 | 10 | 11 | 12 | 7 | 534 | 11 |
2 | Bruno Junqueira | 341 | 28 | 14 | 2 | 10 | 11 | 12 | 1 | 95 | 6 |
3 | Patrick Carpentier | 266 | 103 | 14 | 1 | 5 | 8 | 10 | 2 | 66 | 5 |
4 | Paul Tracy | 254 | 115 | 14 | 2 | 4 | 7 | 10 | 3 | 286 | 8 |
5 | Mario Dominguez | 244 | 125 | 14 | 0 | 3 | 6 | 11 | 0 | 10 | 3 |
6 | A. J. Allmendinger | 229 | 140 | 14 | 0 | 2 | 5 | 9 | 0 | 16 | 2 |
7 | Alex Tagliani | 218 | 151 | 14 | 1 | 2 | 3 | 10 | 0 | 50 | 4 |
8 | Jimmy Vasser | 201 | 168 | 14 | 0 | 1 | 5 | 9 | 0 | 5 | 1 |
9 | Oriol Servia | 199 | 170 | 14 | 0 | 1 | 2 | 8 | 0 | 6 | 2 |
10 | Ryan Hunter-Reay | 199 | 170 | 14 | 1 | 1 | 4 | 8 | 1 | 250 | 1 |
11 | Justin Wilson | 188 | 181 | 14 | 0 | 0 | 2 | 8 | 0 | 1 | 1 |
12 | Michel Jourdain, Jr. | 185 | 184 | 14 | 0 | 2 | 3 | 6 | 0 | 13 | 3 |
13 | Mario Haberfeld | 157 | 212 | 14 | 0 | 0 | 1 | 7 | 0 | 0 | 0 |
14 | Rodolfo Lavin, Jr. | 156 | 213 | 14 | 0 | 1 | 2 | 5 | 0 | 3 | 1 |
15 | Roberto Gonzalez | 136 | 233 | 14 | 0 | 0 | 0 | 5 | 0 | 0 | 0 |
16 | Nelson Philippe | 89 | 280 | 11 | 0 | 0 | 0 | 4 | 0 | 0 | 0 |
17 | Gaston Mazzacane | 73 | 296 | 10 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
18 | Guy Smith | 53 | 316 | 7 | 0 | 0 | 0 | 3 | 0 | 0 | 0 |
19 | Alex Sperafico | 47 | 322 | 8 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
20 | David Besnard | 18 | 351 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
21 | Memo Gidley | 15 | 354 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
22 | Tarso Marques | 9 | 360 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
23 | Michael Valiante | 7 | 362 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
24 | Jarek Janis | 3 | 366 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Foto di copertina: meccaofspeed.com, Scott Rohloff and John Vatne