Nome: Helio Castro-Neves
Data e luogo di nascita: 10 maggio 1975, Riberao Preto (Brasile)
Nazionalità: Brasiliana
Ruolo: Pilota
Castroneves è uno dei rappresentanti principali di una generazione di brasiliani che forse non ha prodotto campioni assoluti, ma certamente tanti ottimi professionisti come Kanaan, Da Matta, Zonta, Junqueira, Giaffone ecc, che fin da piccoli si sono sfidati sui kart e hanno portato avanti carriere parallele.
Castroneves esordisce sui kart giovanissimo, affermandosi presto nei vari campionati brasiliani e partecipando a inizio anni ’90 a due campionati del mondo, senza però ottenere risultati di rilievo. Nel 1992 debutta in monoposto in F.Chevrolet con il team di famiglia, chiudendo il campionato al secondo posto con una vittoria, passando l’anno successivo al campionato di F.3 SudAm. Inizia la stagione ancora con il team del padre, alla guida di una vettura vecchia di due anni con la quale riesce anche a ottenere una vittoria. A metà stagione passa al team Nasr, col quale vince tre gare, giocandosi il titolo con l’argentino Fernando Croceri. Per conquistare il titolo, Helio deve vincere l’ultima corsa e sperare che il rivale non arrivi secondo. Il brasiliano fa il suo dovere, ma gli argentini alle sue spalle regalano il secondo posto a Croceri, che porta a casa il titolo. Nel 1994 Helio corre nella F.3 Brasiliana, chiudendo il campionato ancora al secondo posto con due punti in meno di Cristiano Da Matta e 3 vittorie all’attivo. Nel 1995 Castroneves continua poi la sua scalata alla F1, approdando in Inghilterra per disputare il campionato di F.3 con il team di Paul Stewart. Tra interessanti sprazzi velocistici e qualche incidente, conquista sei podi, vincendo la prova di Donington e chiudendo il campionato al terzo posto.
All’inizio del 1996 Helio partecipa, quasi contro voglia, ad una selezione sponsorizzata dalla Marlboro per lanciare alcuni piloti brasiliani in IndyLights, col team Tasman di Steve Horne. Nonostante alcune costole rotte in una movimentata sessione di kart gli impediscano di esprimersi al meglio, Helio ottiene il posto al fianco di Tony Kanaan, col quale convive per diversi mesi in Ohio. Tony si adatta subito alla guida sugli ovali, navigando spesso nei piani alti della classifica, mentre Helio fatica a ingranare, riuscendo comunque a dare una svolta alla stagione con una vittoria sul cittadino canadese di Trois Rivières.
Nel 1997 entrambi sono confermati dal team Tasman, anche se il posto di Helio rimane in bilico fino all’arrivo di Emerson Fittipaldi, che diventa il suo manager. A metà stagione Castroneves con tre vittorie è saldamente in testa al campionato, ma una serie di incidenti nella fase decisiva rimettono tutto in discussione. Kanaan nelle ultime corse si dimostra più efficace, soffiando il titolo al compagno per soli 4 punti.
Nel 1998 i due brasiliani riescono a debuttare nel campionato CART: Kanaan sempre con il team Tasman mentre Castroneves trova posto al team Bettenhausen, alla guida di una Reynard-Mercedes-Goodyear. Entrambi vivono un esordio difficile, colpendo il muro più volte nel primo week end di Homestead, cosa che influenzerà Castroneves per il resto della stagione. Ciononostante Helio riesce a cogliere un eccellente secondo posto a Milwaukee, dove taglia il traguardo a motore spento precedendo di pochi millesimi Al Unser Jr. Una grossa delusione viene dalla corsa di Long Beach, dove Castroneves è favorito da una strategia sfalsata ed è in piena lotta per la vittoria, quando esce di pista nel tentativo di passare Blundell. La battaglia per il titolo di rookie of the year rimane aperta per ¾ della stagione, ma alla fine è Kanaan a prevalere, grazie a due podi consecutivi a Laguna Seca e Houston.
Nel 1999 Castroneves passa alla guida della Lola-Mercedes-Firestone del team Hogan. La vettura inglese, snobbata da tutti, si dimostra molto competitiva e il brasiliano sarà costantemente tra i più veloci nella prima parte della stagione. La sfortuna gli mette però spesso i bastoni tra le ruote: a Nazareth lotta a lungo con Montoya ma poi finisce a muro; a Milwaukee parte in pole ma si ferma dopo poche decine di giri; a St. Louis dopo un errore iniziale infila una rimonta entusiasmante, chiudendo però secondo dietro un Michael Andretti insuperabile; a Portland parte in prima fila e supera Montoya all’esterno alla prima curva, ritirandosi ancora una volta dopo il primo pit stop per problemi tecnici. La seconda parte della stagione regala meno soddisfazioni velocistiche, anche se Helio riesce a mettere a segno diversi piazzamenti in top ten. A Fontana si ritrova però senza un volante a causa della chiusura del team Hogan, in difficoltà anche per i finanziamenti promessi da Fittipaldi e mai arrivati. Per questo motivo, nonostante un rinnovo di contratto appena firmato, Castroneves licenzia il due volte campione del mondo. Lo stesso giorno, l’incidente mortale di Greg Moore libera un posto al team Penske, che è costretto dal contratto Marlboro a trovare un sostituto entro una settimana dal termine della stagione. Penske sceglie proprio Castroneves, sostituendo il suo nome a quello di Greg nei contratti.
Nel 2000 Helio è uno dei piloti più attesi, ma la sua stagione fatica a decollare. A parte un secondo posto a Long Beach, sono solo ritiri per guasti e incidenti fino a Detroit, dove il brasiliano eredita la testa della corsa da Montoya e va a vincere, inaugurando la tradizione della scalata delle reti e guadagnandosi il soprannome di Spiderman. Coglie altre due vittorie a Mid Ohio e Laguna Seca, segnando più punti di tutti su stradali e cittadini, ma un po’ di incostanza e l’inaffidabilità della sua vettura sugli ovali lo eliminano dalla lotta per il titolo, che va al suo compagno di squadra Gil De Ferran. Il 2000 segna anche la carriera del brasiliano da un punto di vista anagrafico. Spesso indicato dai giornalisti solamente come Neves, Helio decide di apportare una piccola modifica al cognome di famiglia, passando da Castro-Neves, separato, al più immediato Castroneves.
Nel 2001 la lotta per il titolo vede coinvolti i piloti Penske, Kenny Brack e Michael Andretti. Castroneves vince in modo dominante a Long Beach, Detroit e Mid Ohio, ma come Andretti e Brack perde continuità nelle ultime corse dopo la trasferta europea della serie. Gil De Ferran invece mette a segno due vittorie e alcuni podi che gli permettono di conquistare il titolo a Surfers Paradise, con una prova d’anticipo. La soddisfazione principale per Helio verrà dal ritorno a Indianapolis della Penske. Nel 2001 i team CART tornano infatti in massa nella corsa dell’Indiana. Helio si qualifica in mezzo al gruppo ma prende la testa a metà gara durante un turno di soste collettive, controllando gli attacchi di De Ferran e andando a conquistare la sua prima Indy 500, che è paradossalmente anche la sua prima vittoria su un ovale. La doppietta è una rivincita per la Penske, uscita di scena da Indy nel ’95 con l’onta della mancata qualificazione, oltre a sancire il trionfo della CART, che piazza sette suoi piloti ai primi sette posti.
Nel 2002 la Marlboro spinge Penske al passaggio in IRL, nella consapevolezza che anche i costruttori sono in procinto di abbandonare la CART. Il team del Capitano sulla carta non dovrebbe avere rivali, ma il campionato vive sul continuo alternarsi al vertice tra il duo De Ferran-Castroneves e il giovane campione in carica Sam Hornish. De Ferran si presenta alla penultima corsa di Chicago in testa al campionato, ma un brutto incidente lo mette fuori dai giochi. Hornish arriva quindi all’ultima corsa in Texas con 12 punti e 2 vittorie in più di Castroneves, obbligato a vincere e condurre il maggior numero di giri, con l’americano che deve arrivare terzo o peggio. Helio conquista i due punti addizionali, con gli ultimi 30 giri che vedono una sfida da antologia tra i due rivali, fianco a fianco fino al traguardo, dove Hornish precede il brasiliano per 9 millesimi. In realtà Castroneves perde il titolo a Richmond, dove commette l’unico errore stagionale, andando a muro nelle prime battute. Sconfitto in campionato, come l’anno precedente Helio si “consola” con la Indy500, vinta in modo molto meno cristallino rispetto al 2001. Il brasiliano non è infatti mai competitivo durante la corsa, ritrovandosi in testa nel finale grazie a una strategia sfalsata che gli impone di saltare l’ultimo rifornimento. Risparmiando metanolo all’inverosimile, negli ultimi giri Helio deve rispondere agli attacchi di Giaffone e Tracy, con il canadese aiutato in modo poco pulito dal compagno Franchitti. Al penultimo giro Tracy supera Castroneves all’esterno in curva 3, ma contemporaneamente esce la bandiera gialla per un incidente tra Redon e Buddy Lazier. Anche se non è chiaro chi sia davanti nel momento in cui le luci gialle si accendono, il ricorso del team Green viene respinto e Castroneves è dichiarato definitivamente vincitore qualche mese più tardi. Al termine della stagione Helio ha la possibilità di provare per la prima volta una F.1. Si tratta della Toyota, che lo invita a un test a Le Castellet. Il brasiliano si comporta molto bene, sorprendendo i manager del team giapponese che, purtroppo per lui, hanno a loro volta una “sorpresa”: proprio quella mattina Cristiano Da Matta firma il contratto per l’anno successivo, ponendo fine alle speranze di Helio di un futuro nella massima formula.
Nel 2003 si compie l’invasione dell’IRL da parte dei top team della CART e dei costruttori, che sconvolgono il panorama della serie. Il motore Toyota da una marcia in più ai team Penske e Ganassi, che non riescono però a scrollarsi di dosso Tony Kanaan e Sam Hornish. Castroneves si aggiudica due corse, St Louis e Nazareth, mancando per un soffio il terzo successo di fila in una Indy 500 dominata ma persa a causa di AJ Foyt IV, che in un maldestro doppiaggio obbliga Helio a cedere la testa della corsa e la vittoria a De Ferran. Castroneves si presenta all’ultimo appuntamento in Texas in testa alla classifica, con gli stessi punti di Dixon, poco davanti a Kanaan e con De Ferran e Hornish più staccati. Il campionato va al neozelandese, che chiude secondo dietro De Ferran una corsa conclusa con la bandiera rossa per l’incidente di Kenny Brack. Le speranze di Kanaan e Castroneves finiscono poco prima, quando un contatto li obbliga a effettuare una sosta supplementare per verificare i danni.
Il 2004 inverte l’equilibrio tecnico, con la riduzione da 3.5 litri a 3 litri imposta dalla IRL in seguito agli incidenti di Brack e Tony Renna. Il posto del ritirato De Ferran viene preso da Sam Hornish, che si presenta alla Penske battendo Castroneves in volata nella prima corsa di Homestead. Sarà l’unica soddisfazione fino all’ultima corsa dell’anno per il team del Capitano, che come tutte le squadre Toyota e Chevrolet nulla può contro lo strapotere Honda, che porta alla vittoria i team Andretti-Green, Rahal-Letterman e Fernandez. Castroneves termina quarto una stagione consistente in cui raccoglie 5 pole, i podi di Motegi, Richmond, Nashville e la vittoria nell’ultima corsa in Texas, dove viene multato di 50.000$ per aver anticipato l’ultima decisiva ripartenza. A Indianapolis resta tra i primi per buona parte della gara, ma è relegato in nona posizione da un errore di posizionamento nell’ultima decisiva sosta ai box.
Il 2005 segna l’introduzione in calendario dei primi stradali, ma non cambia l’equilibrio tecnico, con i team Honda a farla da padrone. Hornish si dimostra l’unico reale avversario per il team Andretti-Green, vincendo due corse e chiudendo il campionato al terzo posto. Castroneves termina sesto una stagione negativa in cui coglie solo una vittoria, a Richmond, e incredibilmente non conclude nessuna delle corse sugli stradali, pur partendo sempre in prima fila. A St Petersburg è eliminato da un contatto col solito AJ Foyt, a Sonoma è vittima di un’entrata kamikaze del rookie Briscoe mentre a Watkins Glen si aggancia nel finale con Tomas Enge. Come l’anno precedente, è solo nono a Indianapolis dopo essere scampato a un incidente potenzialmente disastroso con Larry Foyt.
Nel 2006 la condizione di monomotore Honda in cui cade la serie riporta equilibrio tra le squadre di vertice, con i team Penske e Ganassi a dominare il campo. Dan Wheldon mena le danze quasi in tutte le gare, ma paga numerosi errori strategici, vincendo solo due volte contro i 4 successi a testa di Hornish e Castroneves. I tre si presentano all’ultimo appuntamento di Chicago al vertice della classifica, con il brasiliano davanti di un punto rispetto al compagno e la coppia Wheldon-Dixon più staccata. Castroneves rimedia una penalità a inizio gara e proprio quando, grazie a una bandiera gialla, riesce a ricongiungersi con gli altri contendenti al titolo, viene riassorbito dal gruppo di doppiati e chiude solo quarto, mentre a Hornish basta il terzo posto per vincere il titolo con gli stessi punti di Wheldon e due più del brasiliano. La gara segna anche un forte litigio tra Helio e l’amico di sempre Kanaan, reo a suo dire di aver ostacolato in tutti i modi la sua rimonta. I due si parleranno a stento per molti mesi a seguire. Aldilà dell’esito dell’ultima corsa, Helio perde il titolo a Milwaukee, dove si ritira per un contatto con Carpenter, e a Richmond, dove buca una gomma nel finale. Come detto a fine stagione le sue vittorie sono quattro: St. Pete, al termine di un lunga battaglia con Dixon e Kanaan; Motegi, dopo aver controllato Wheldon per tutta la corsa; Texas, dove emerge in testa dall’ultimo turno di soste; Michigan, dopo un lungo confronto con Vitor Meira. Un brutto incidente con Buddy Rice pone invece fine alla sua Indy500, vinta da Hornish in modo spettacolare.
Il 2007 vede il ritorno in auge del team Andretti-Green e l’esplosione di Dario Franchitti, che batte Scott Dixon all’ultima gara e lo precede anche a Indianapolis. Per la Penske una stagione storta in cui team e piloti gettano al vento numerose occasioni, oltre alla possibilità di lottare per il titolo. Castroneves vince a St Petersburg e ottiene ben sette pole positions, molte delle quali sugli stradali, dove ancora una volta è coinvolto in incidenti, come a Watkins Glen, dove va a muro pressato da Dixon o a Detroit, dove si scontra con Scheckter. Chiude il campionato sesto, cogliendo un terzo posto a Indianapolis che gli va stretto. Con una ripartenza superba nel finale riesce infatti a installarsi dietro Franchitti e Dixon, davanti in virtù di una strategie diversa e “salvati” dalla pioggia, che pone fine alla gara. Nell’inverno Helio partecipa al programma tv “Ballando con le stelle”, che vince nonostante le infinite prese in giro degli amici brasiliani, Gil De Ferran in primis.
Il 2008 vede l’abbandono di Hornish, dopo quattro stagioni non sempre serene, e l’arrivo di Briscoe come nuovo compagno di squadra. Per Helio è la stagione dei secondi posti: ne colleziona ben 7, fino al liberatorio successo di Sonoma. Per la Penske una doppietta storica, perché la squadra perde in un incendio le sue vetture principali e ne costruisce in extremis in pista altre due durante il primo giorno di prove. Scott Dixon domina la stagione, ma Castroneves riesce a portare la lotta fino alle ultime corse. A Detroit però una penalità per blocking su Justin Wilson gli nega la vittoria, mentre all’ultima corsa di Chicago parte dal fondo ma riesce a vincere in volata su Dixon, che si aggiudica comunque il titolo. A Indianapolis chiude quarto, non riuscendo a tenere il passo di Dixon, Meira e Andretti nel finale. Poco dopo Chicago, Castroneves viene rimandato a giudizio per evasione fiscale relativamente a una complessa vicenda di capitali trasferiti all’estero durante i suoi primi anni al team Penske. Il polverone si solleva in seguito a un’altra causa intentatagli qualche anno prima da Emerson Fittipaldi, che non accetta le modalità con cui il contratto di management con Castroneves si è concluso nel ’99. Helio vince la causa con Emerson, ma rischia ora una detenzione di diversi anni in caso di condanna.
Per il 2009 la Penske, in attesa di conoscere le sorti del suo pilota, sceglie in sostituzione Will Power, che corre sulla vettura numero 3 a St Petersburg. Il venerdì del week end di Long Beach, Castroneves viene assolto, precipitandosi in California dove sbatte nelle prove, ma riesce a concludere la gara al settimo posto. È poi secondo in Kansas e si presenta carico a Indianapolis, dove conquista la pole e riesce a portare a casa la terza 500 miglia della carriera, in un’atmosfera di grande commozione collettiva. Nonostante la gara in meno, Helio potrebbe rientrare nel discorso campionato, grazie a un’altra vittoria in Texas, ma una lunga sequenza di corse inconcludenti, tra guasti e incidenti, lo relegano al quarto posto in un campionato che nessuno vuole vincere e che alla fine Franchitti riesce a soffiare a Briscoe e Dixon.
Nel 2010 Castroneves si segnala tra i piloti più veloci, vince tre corse, in Alabama e sugli ovali di Kentucky e Motegi, rimanendo in lotta per il titolo fino alle gare canadesi di metà estate. A Toronto infatti un’incidente con Meira lo elimina dalla corsa, mentre a Edmonton viene penalizzato per blocking su Power a 5 giri dal termine. Helio mette allora in scena una protesta veemente contro una decisione sacrosanta che fa rispettare una regola indubbiamente stupida. Questi risultati, uniti a un incidente con Moraes in Texas, gli fanno perdere il treno per il titolo, vinto da Franchitti su Power. Il pilota scozzese si aggiudica anche Indianapolis, dove Castroneves parte in pole per la quarta volta, chiudendo però la corsa al nono posto dopo un fallito tentativo di evitare l’ultimo pit stop, in una replica della strategia adottata nel 2002.
Il 2011 è probabilmente la peggior stagione della carriera di Castroneves. Nel tentativo di rivaleggiare con Power sul campo della velocità pura, Helio infatti forza troppo, provocando incidenti quasi in ogni gara nella prima parte dell’anno, senza peraltro riuscire nell’intento. Termina il campionato all’11° posto senza vittorie, cosa mai accaduta nella sua carriera al team Penske. I migliori risultati alla fine saranno i secondi posti di Edmonton e Sonoma, mentre è sfortunato a Milwaukee e Iowa, dove delle forature gli negano possibili vittorie. Indianapolis è il manifesto della stagione, con una qualifica negativa e una gara conclusa nell’anonimato al 17° posto, tra molti problemi.
Il 2012 vede il ritorno di un Castroneves più riflessivo, che cancella le brutte figure della stagione precedente, trionfando all’esordio sulla nuova DW12 a St Pete, grazie a un gran sorpasso all’esterno su Scott Dixon. Helio imposta il suo campionato sulla consistenza, mettendo insieme numerosi piazzamenti, che dopo la seconda vittoria di Edmonton lo lanciano nella lotta per il titolo con Power, Hunter-Reay e Dixon. Un errore al primo giro a Sonoma e prestazioni sotto tono a Mid Ohio e Baltimora rovinano però tutto, relegando Castroneves al quarto posto finale. Indianapolis va in modo simile all’anno precedente. Qualifiche discrete ma le Penske non sono mai realmente in lotta per la vittoria, con Helio che chiude solo 10°.
Il 2013 sembra finalmente l’anno buono per la conquista del tanto sospirato titolo IndyCar. Helio sceglie ancora una volta la strada delle continuità, vincendo una sola volta, in Texas, e mettendo a segno 14 arrivi in top ten nei primi 16 appuntamenti, tra cui i secondi posti di St Pete, Milwaukee e Toronto, che gli permettono di tenere la testa dalla classifica dalla seconda corsa di Barber fino alla penultima di Houston. Risultato dovuto anche all’inconsistenza dei suoi avversari, che per vari motivi sono incapaci di trovare una continuità di risultati decente. Risolti i problemi al motore Honda però, Scott Dixon e il team Ganassi vincono 4 delle ultime 9 corse e nonostante incidenti e penalità varie ne ostruiscano il percorso, superano Castroneves in classifica proprio prima dell’ultima gara. Nel week end di Houston infatti, Helio si ferma in entrambe le corse per problemi al cambio, presentandosi a Fontana con un distacco di 25 punti dal neozelandese. Nonostante una corsa generosa del brasiliano, Dixon non commette errori e vince il titolo, mentre Helio nel finale è costretto a delle soste supplementari per problemi di surriscaldamento. A Indianapolis la Penske torna finalmente competitiva e Castroneves si trova nelle zone alte della classifica nella fase decisiva. Una neutralizzazione a tre giri dal termine, impedisce però a lui e a molti altri piloti di inserirsi nei giochi per la vittoria, che va all’amico d’infanzia Tony Kanaan.
CONTINUA…
Anno | Serie | Squadra | N | Sponsor | Gare | Pos. Finale | Punti | Vittorie | Podi | Top5 | Top10 | Pole P. |
1998 | CART | Bettenhausen | 16 | Alumax | 19 | 17 | 36 | 0 | 1 | 1 | 5 | 0 |
1999 | CART | Hogan | 9 | Hogan | 20 | 15 | 48 | 0 | 1 | 2 | 6 | 1 |
2000 | CART | Penske | 3 | Marlboro | 20 | 7 | 129 | 3 | 4 | 6 | 11 | 3 |
2001 | CART | Penske | 3 | Marlboro | 20 | 4 | 141 | 3 | 4 | 6 | 11 | 3 |
2001 | IRL | Penske | 68 | Penske | 2 | 24 | 64 | 1 | 1 | 1 | 1 | |
2002 | IRL | Penske | 3 | Marlboro | 15 | 2 | 511 | 2 | 7 | 12 | 14 | 1 |
2003 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 16 | 3 | 484 | 2 | 8 | 9 | 11 | 3 |
2004 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 16 | 4 | 446 | 1 | 5 | 6 | 13 | 5 |
2005 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 17 | 6 | 440 | 1 | 3 | 8 | 11 | 2 |
2006 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 14 | 3 | 473 | 4 | 6 | 9 | 12 | 6 |
2007 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 17 | 4 | 446 | 1 | 5 | 6 | 11 | 7 |
2008 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 18* | 2 | 629 | 2 | 11 | 15 | 16 | 4 |
2009 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Marlboro | 16 | 4 | 433 | 2 | 4 | 7 | 10 | 2 |
2010 | IRL/IndyCar | Penske | 3 | Hitachi | 17 | 4 | 531 | 3 | 5 | 9 | 15 | 2 |
2011 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 17 | 11 | 312 | 0 | 2 | 3 | 7 | 0 |
2012 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 15 | 4 | 431 | 2 | 3 | 5 | 12 | 1 |
2013 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 19 | 2 | 550 | 1 | 5 | 6 | 16 | 1 |
2014 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 18 | 2 | 609 | 1 | 6 | 7 | 10 | 4 |
2015 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 16 | 5 | 453 | 0 | 5 | 6 | 9 | 4 |
2016 | IndyCar | Penske | 3 | Shell | 16 | 3 | 504 | 0 | 4 | 8 | 10 | 2 |
2017 | IndyCar | Penske | 3 | Hitachi | 17 | 4 | 598 | 1 | 3 | 9 | 16 | 3 |
345 | 8268 | 30 | 93 | 141 | 227 | 54 |
* 1 corsa fuori calendario
Vittorie | Stradali | Cittadini | Ovali | Totale | ||||
1998 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
1999 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
2000 | Detroit | Mid Ohio | Laguna Seca | 2 | 1 | 3 | ||
2001 | Long Beach | Indy500 | Detroit | Mid Ohio | 1 | 2 | 1 | 4 |
2002 | Phoenix | Indy500 | 0 | 0 | 2 | 2 | ||
2003 | St. Louis | Nazareth | 0 | 0 | 2 | 2 | ||
2004 | Texas2 | 0 | 0 | 1 | 1 | |||
2005 | Richmond | 0 | 0 | 1 | 1 | |||
2006 | St. Pete | Motegi | Texas | Michigan | 0 | 1 | 3 | 4 |
2007 | St. Pete | 0 | 1 | 0 | 1 | |||
2008 | Sonoma | Chicago | 1 | 0 | 1 | 2 | ||
2009 | Indy500 | Texas | 0 | 0 | 2 | 2 | ||
2010 | Barber | Kentucky | Motegi | 1 | 0 | 2 | 3 | |
2011 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
2012 | St. Pete | Edmonton | 1 | 1 | 0 | 2 | ||
2013 | Texas | 0 | 0 | 1 | 1 | |||
2014 | Detroit 1 | 0 | 1 | 0 | 1 | |||
2015 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
2016 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
2017 | Iowa | 0 | 0 | 1 | 1 | |||
2018 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||
Totale | 6 | 7 | 17 | 30 | ||||
Quote | 20,0% | 23,3% | 56,7% | 1 |