Nome: Antoine Rizkallah Kanaan Filho
Data e luogo di nascita: 31 dicembre 1974, Salvador de Bahia (Brasile)
Nazionalità: Brasiliana
Ruolo: Pilota
Anche Tony Kanaan fa parte di quella ricchissima generazione di piloti brasiliani di metà anni ’70. Tony comincia come tutti da bambino, sui kart, mettendosi subito in luce. Quando è ancora un ragazzino, deve affrontare la perdita del padre, malato di cancro, cosa che lo costringerà a crescere molto più in fretta dei suoi amici/rivali. Per Tony l’automobilismo diventa quindi non solo una passione, ma anche un mezzo per aiutare la sua famiglia. Finita l’esperienza coi kart a inizio anni ’90 passa alle monoposto, correndo in F.Ford e poi in F. Chevrolet nel prestigioso team Arisco. Seppur con pochi soldi in tasca, Tony sa che per far decollare la sua carriera deve correre in Europa e ottenere risultati. Nel 1994 si trasferisce quindi in Italia, dove è accolto dalla Cram Competition, che lo fa correre nel campionato F.Europa Boxer. Kanaan domina subito, passando le sue giornate con la squadra e dormendo spesso e volentieri in officina. Forte del titolo appena conquistato, nel 1995 passa alla F.3 Italiana col team ufficiale Tatuus, collezionando nove podi, una vittoria e il quinto posto finale. Insieme ad altri piloti sudamericani, partecipa sul finire del ‘95 a una selezione sull’ovale di Phoenix per un posto in IndyLights, nel team di Steve Horne. Tony non fatica a mettersi in mostra come uno dei migliori, ottenendo la “borsa di studio” della Marlboro, che gli da anche un minimo di sicurezza economica. Al suo fianco viene scelto un altro brasiliano emergente, l’amico d’infanzia Helio Castroneves. Kanaan si adatta subito alla serie americana, vincendo due corse e chiudendo il campionato al secondo posto alle spalle dell’espertissimo David Empringham. A metà stagione partecipa anche alla tappa brasiliana dell’ITC, al volante di una Opel. Confermati dal team Tasman per il 1997, Kanaan e Castroneves si giocano il titolo IndyLights con un altro importante rappresentante della pattuglia brasiliana, Cristiano Da Matta. Nonostante Castroneves ottenga più pole e vittorie, Kanaan mette in mostra durante il campionato maggiore maturità e concretezza, che lo portano a precedere Helio di soli 4 punti.
Tony passa quindi nel campionato CART nel 1998, continuando il sodalizio con Steve Horne, che diventa una delle figure più importanti della sua carriera. Il team schiera una sola vettura, una condizione sempre difficile per un rookie, ma il team Tasman è una squadra capace, con a disposizione il pacchetto tecnico più efficace, la Reynard-Honda-Firestone. Nonostante un incidente alla prima corsa, Tony dimostra subito il suo potenziale su stradali e cittadini, conquistando un ottimo quinto posto a Long Beach. La prima parte di stagione però presenta un gran numero di ovali, piste in cui il team Tasman non eccelle. Tony riesce comunque ad affacciarsi nelle prime posizioni a Rio, prima di rompere il motore, ed è ancora competitivo a St. Louis, dove però colpisce nuovamente il muro mentre lotta con JJ Letho. Nella seconda parte dell’anno le cose migliorano e Kanaan mette a segno diversi piazzamenti, tra cui i quarti posti di Portland e Road America, chiudendo poi alla grande con due podi consecutivi: a Laguna Seca, dove batte Dario Franchitti sul traguardo e a Houston, in condizioni difficilissime a causa della pioggia. Questi risultati permettono al brasiliano di conquistare il titolo di rookie of the year e soprattutto di piazzarsi al nono posto in classifica, davanti ai vari Rahal, Unser, De Ferran e Tracy.
Nel 1999 Kanaan è uno dei giovani più attesi, ancora alla guida della Reynard-Honda schierata da Steve Horne, ora in collaborazione con Jerry Forsythe, che finanzia l’operazione insieme allo sponsor McDonald’s. Il bilancio finale sarà però meno ricco di quanto fosse lecito aspettarsi alla vigilia del campionato. La squadra continua infatti a faticare sugli ovali corti, mentre su stradali e cittadini saranno molti gli episodi sfortunati. Tony conquista la sua prima pole position a Long Beach, conducendo la corsa fino a metà gara quando, messo sotto pressione da Montoya, è tradito dall’asfalto sgretolato e conclude la sua cavalcata contro il muro. La corsa più importante dell’anno è però la US500 a Michigan. Tony rimane subito attardato di un giro per un problema al Gurney dell’alettone posteriore, oltre a non poter comunicare con i box per un guasto alla radio. Recuperato il distacco grazie alla strategia, il brasiliano si dimostra l’unico in grado di tenere il passo del dominatore Max Papis. All’ultimo giro il pilota italiano vede il suo motore ammutolirsi con il serbatoio vuoto, a causa di un errore di calcolo dovuto a un guasto della telemetria, con Kanaan che prende la testa all’ultima curva e precede Montoya sul traguardo di pochi millesimi. Sarà però l’unica vera soddisfazione di una stagione poco esaltante, che procede tra piazzamenti, guasti e qualche incidente, come a Cleveland sotto l’acqua e a Toronto nelle battute conclusive. Questi risultati altalenanti non fanno andare Tony oltre l’11° posto finale.
Nel 2000 Steve Horne cessa ogni operazione e Kanaan è ingaggiato da Morris Nunn, che si separa dal team Ganassi per schierare in proprio una Reynard-Mercedes. Sarà un’annata negativa per il brasiliano, spesso il più competitivo tra i piloti di una Mercedes ormai prossima al ritiro, che mette sul campo un motore inaffidabile e lontano in termini di guidabilità dai concorrenti. In mezzo a tanti ritiri per guasti tecnici, Tony è anche costretto a saltare quattro corse a metà stagione, quando si frattura un braccio in un incidente in prova a Detroit, venendo sostituito a Portland, Cleveland e Toronto da Bryan Herta. Alla fine incredibilmente i risultati migliori saranno tre ottavi posti raccolti a Nazareth, Road America e Surfers Paradise, che gli valgono il 19° posto in classifica.
Nel 2001 Morris Nunn decide insieme alla Honda, nuovo fornitore di motori, di espandere la propria operazione, schierando una seconda vettura per Alex Zanardi. È una stagione che nasce sotto migliori auspici per Tony, al vertice di una squadra certamente più collaudata rispetto al 2000. Kanaan si segnala spesso tra i più veloci, soprattutto negli ovali, dove riesce a condurre in testa numerose corse e conquistare la pole position a Chicago. Per vari motivi, tra cui i consumi maggiori del motore Honda rispetto alla rivale Ford, il brasiliano non riesce però a concretizzare il proprio potenziale velocistico, raccogliendo alla fine un terzo posto a Motegi come miglior risultato. Rispetto alla stagione precedente, grazie anche alla maggiore affidabilità del motore Honda, le prestazioni sugli stradali conoscono un discreto miglioramento. Kanaan conquista infatti 11 arrivi in top ten, tra cui un quarto posto a Vancouver, che gli valgono il nono posto in classifica generale.
Il 2002 non porta particolari novità dal punto dei risultati. Il team Nunn si divide in un doppio impegno, schierando una vettura per Kanaan in CART e una per Giaffone in IRL. Tony inizia la stagione alla guida della Reynard, ma come altre squadre di vertice il team Nunn è costretto ad acquistare una Lola per essere competitivo. Proprio con la Reynard però Tony va vicinissimo alla vittoria a Motegi, prima che il solito inconveniente tecnico lo blocchi. Con la Lola le prestazioni migliorano, soprattutto in qualifica, ma anche a causa di qualche errore del pilota alla fine il miglior risultato ottenuto dal team Nunn saranno i terzi posti di Vancouver e Montreal, con Kanaan che chiude il campionato con 99 punti, suo record in CART, buoni però solo per un 12° posto. Il 2002 è anche la stagione dell’esordio del brasiliano a Indianapolis. Il team Nunn infatti schiera due G-Force per la corsa dell’Indiana e Kanaan si dimostra subito a suo agio, qualificandosi bene e prendendo la testa della corsa nelle fasi iniziali. Una macchia d’olio lasciata pochi secondi prima dalla vettura fumante di Raul Boesel tradisce però Tony, spedendolo contro il muro della curva 3.
Nonostante la carenza di risultati, imputabile soprattutto a un team non sempre all’altezza, Kanaan è uno dei piloti più considerati, dalle squadre e dalla Honda. A metà 2002 il brasiliano accetta quindi l’offerta del team Andretti-Green, che nel 2003 schiera tre Dallara-Honda nel campionato IRL. Tony si presenta al “nuovo” pubblico con due pole consecutive a Homestead e Phoenix. Se in Florida chiude solo quarto dietro Dixon e le Penske, in Arizona il brasiliano domina, portandosi in testa alla classifica. Un brutto incidente con Dixon a Motegi gli procura però una frattura al polso, costringendolo a saltare la prima settimana di prove in vista di Indianapolis. Viene inizialmente sostituito da Mario Andretti, che però è vittima di un incidente potenzialmente disastroso. In una giornata incredibilmente ventosa, Kanaan qualifica la sua vettura in prima fila al fianco di Castroneves, chiudendo la gara al terzo posto senza mai essere pericoloso per le Penske. Nonostante il motore Honda sia inferiore al Toyota di Dixon e Castroneves, Kanaan guida a lungo la classifica mettendo a segno 4 podi, che lo mantengono ampiamente in corsa per il titolo fino all’ultima gara in Texas, dove si presenta con soli 7 punti di ritardo dai due. Un contatto con il connazionale nella fase decisiva della corsa lo costringe però a una sosta supplementare, lasciando campo libero a Dixon. Determinante per il quarto posto finale si rivela Nazareth dove Kanaan, ancora leader della classifica, è costretto al ritiro da una tamponata di Scheckter.
Il 2004 è un’annata magica per Tony, il cui peggior risultato è incredibilmente il settimo posto nella prova inaugurale di Homestead. Dopo un 2003 giocato in difesa, la netta superiorità del nuovo motore Honda restringe subito la lotta per il titolo a Wheldon, Rice e Kanaan. Sono tre le loro vittorie a testa, le stesse di Adrian Fernandez, ma una straordinaria continuità permette a Tony di conquistare il campionato a Fontana, con una corsa d’anticipo. Il brasiliano vince a Phoenix, controllando la rimonta di Dixon; a Nashville resistendo all’assalto di Hornish all’ultimo giro e in Texas, dove batte in volata Franchitti. I numeri della stagione sono impressionanti: Tony completa tutti i giri disponibili, mettendo a segno 15 arrivi in top 5 su 16 corse. L’unica delusione viene da Indianapolis, dove Tony a 30 giri dalla fine cede la testa della corsa a un Buddy Rice comunque più veloce, che va a vincere nel momento in cui la bandiera rossa pone fine alla competizione a causa della pioggia. L’americano avrà la meglio su Kanaan anche nella 400 miglia di Michigan, che si conclude in volata dopo un lungo duello tra i due.
Nel 2005 prosegue il dominio della Honda, ma questa volta la stagione perfetta è quella di Dan Wheldon, che conquista il nuovo record di sei vittorie in un anno, precedendo in classifica Kanaan, che si ferma a due successi. Pur rischiando di vincere praticamente ogni corsa, Tony deve sottostare alla legge del pilota inglese che alterna una maggiore velocità a un superiore senso tattico, con anche un pizzico in più di fortuna. Tony non vede il traguardo in tre corse: a Richmond dove si scontra con Meira, a Nashville dove è spedito a muro dal cedimento di una sospensione e in Kentucky, dove è tradito da un portamozzo nelle fasi iniziali. Le due vittorie arrivano in Kansas, con una storica volata a tre su Wheldon e Meira, e a Sonoma, dove Tony esce vittorioso da un lungo confronto con Tomas Enge. La corsa più bella dell’anno è però St Petersburg, dove nelle battute finali Kanaan si fa largo a ruotate fino alla prima posizione, ma proprio il contatto con il rookie Briscoe gli costa la testa della corsa, raccolta abilmente dal solito Wheldon, che guida al traguardo un poker Andretti-Green. Indianapolis è invece nuovamente amara. Tony, partito in pole, si alterna a lungo al comando con Hornish e Franchitti, ma una sosta finale un po’ lenta lo lascia ai margini della top ten nel momento topico, relegandolo all’ottavo posto. A fine stagione Kanaan prova finalmente la BAR-Honda a Jerez, premio della casa giapponese per il titolo 2004.
La stagione 2006 segna una imprevedibile inversione di tendenza per il team Andretti-Green, che esce dalla lotta per titolo e conquista due sole gare, Milwaukee con Kanaan e Sonoma con Marco Andretti, sostituto di Wheldon, passato al team Ganassi. Per certi versi è la stagione della maturità per Tony, che seppur non esente da errori trae il massimo da ogni gara, guidando un team allo sbando, con Franchitti e Herta raramente competitivi. Milwaukee concede una delle poche occasioni e Kanaan non se la fa sfuggire, contenendo la rimonta di Hornish, in una stagione in cui anche i podi sono rari, considerando il dominio Penske-Ganassi e la grandissima forma di Meira, che con la vettura del team Panther chiude quinto il campionato davanti al campione 2004. A Indianapolis, nonostante delle prove piuttosto travagliate, Kanaan riesce a essere competitivo, guidando la corsa negli ultimi venti giri, quando l’incidente di Giaffone rovina la sua strategia, costringendolo a una sosta in bandiera gialla che gli fa perdere la posizione acquisita in pista. Nell’ultima caotica ripartenza deve poi cedere a Wheldon, chiudendo quinto.
Il 2007 vede il ritorno in auge del team Andretti-Green, che conquista il titolo grazie non a Kanaan ma all’amico Dario Franchitti. Per Tony una stagione di alti e bassi, con errori madornali alternati a roboanti vittorie. Sono infatti 5 le affermazioni del brasiliano, record personale, non accompagnate però dalla costanza di rendimento che caratterizza la marcia di Franchitti e Dixon. La prima vittoria arriva a Motegi, quando il brasiliano risolve a suo favore un lungo confronto con Wheldon; a Milwaukee porta a casa il successo subentrando in testa a Castroneves, quando questi è messo fuori gioco dal cedimento dell’alettone posteriore. Le altre affermazioni arrivano a Michigan, in volata su Andretti, in Kentucky davanti a Dixon e a Detroit. Kanaan perde il treno per il titolo in estate, quando colpisce il muro in Iowa e a Nashville, perdendo punti preziosi anche in Kansas per un contatto ai box con la Patrick. Vittorie a parte la stagione entra negli annali per alcuni episodi clamorosi. A Watkins Glen Tony rifila una ruotata a Hornish dopo la bandiera scacchi, in risposta a un sorpasso poco ortodosso dell’americano, episodi che portano a una rissa tra le due squadre, innescata da uno spintone del padre di Hornish a Kanaan. A Sonoma è sempre il brasiliano a difendere Franchitti dagli assalti dello stesso Hornish, con lo scozzese in difficoltà dopo aver danneggiato l’ala anteriore in un contatto folle col compagno Marco Andretti. Il momento più basso della stagione si registra a Indianapolis, dove Kanaan domina ed è ancora in testa quando la corsa viene sospesa per pioggia poco dopo il 100° giro. Una volta ripresa la competizione, il brasiliano è poi coinvolto in un incidente multiplo durante una ripartenza, poco prima che la pioggia regali la vittoria al compagno Franchitti. Nel finale di stagione Tony accetta l’invito degli organizzatori della F.Nippon di partecipare all’ultima corsa della stagione a Suzuka. Il brasiliano si qualifica nelle retrovie, chiudendo buon sesto al traguardo.
Nel 2008 la partenza verso la Nascar di Franchitti, sostituito da Hideki Mutoh, lascia a Kanaan il ruolo di guida in una squadra che nelle stagioni successive combinerà poco, anche a causa della riunificazione con la ChampCar che propone nuovi agguerriti concorrenti, soprattutto sugli stradali. Nella prima corsa di Homestead Tony, uscito vincitore da un lungo duello con Scott Dixon, non può evitare l’auto del rookie Viso, di traverso in mezzo alla curva 3. Nonostante una sospensione KO, Kanaan cerca di arrivare al traguardo rifiutando di fermarsi, ma la bandiera verde sventolata a due giri dal termine lo costringe alla resa. A Indianapolis il brasiliano è il più serio avversario di Dixon, ma un ingresso troppo tardivo di Andretti in curva 3 lo fa finire in testacoda, per poi essere centrato da Sarah Fisher. La stagione prosegue tra piazzamenti, tra cui i podi di Watkins Glen, Sonoma e Chicago, intervallati da qualche errore (Iowa). Tony è comunque il più costante tra gli inseguitori di Dixon e Castroneves, riuscendo a chiudere il campionato al terzo posto davanti a Wheldon e Briscoe. L’unica vittoria della stagione arriva a Richmond, dove il brasiliano ottiene la pole e domina per tutta la corsa controllando Andretti e Castroneves. In autunno Kanaan è vicinissimo al passaggio al team Ganassi, ma viene preso nel mezzo di una complessa trattativa che coinvolge Wheldon e Franchitti, finendo per firmare un rinnovo quinquennale col team AGR.
Il 2009 è probabilmente la peggior stagione della carriera di Kanaan. Un anno colmo di guasti tecnici, incidenti e gare anonime, anche a causa di una squadra sempre più allo sbando, che non ottiene neanche una vittoria. Le prime gare in realtà sono positive, con due podi a Long Beach e Kansas, ma da Indianapolis le cose cambiano. Mentre è all’inseguimento di Franchitti e Dixon infatti, la sospensione posteriore sinistra cede all’ingresso della curva 3, spedendo Kanaan due volte contro il muro ad alta velocità. Ha così inizio una striscia di 8 corse piene di guasti e prestazioni sotto tono, in cui il miglior risultato è il sesto posto di Richmond. A Edmonton Tony si prende anche un brutto spavento, quando la sua auto va a fuoco dopo una sosta, con i fumi della benzina che lo lasciano in stato confusionale fino all’intervento degli uomini AGR e Penske. Il terzo posto in Kentucky risolleva momentaneamente la situazione, ma per Kanaan la stagione prosegue ai margini della top ten fino al quarto posto nell’ultima corsa a Homestead. Il brasiliano chiude al sesto posto la stagione, pochi punti dietro Danica Patrick.
Nel 2010 Kanaan si piazza nuovamente al sesto posto, frutto di numerosi piazzamenti e tre podi, tra cui la vittoria sull’ovale corto dell’Iowa, stregato nelle tre stagioni precedenti. Gli altri podi arrivano in Kansas e a Homestead, con il secondo non particolarmente gradito. Tony è infatti preceduto sul traguardo da Danica Patrick, con la quale ingaggia una furiosa polemica interna al team Andretti dopo una aggressiva chiusura dell’americana in Texas, che va a rovinare un rapporto forse mai realmente sincero. Tony instaura invece un buona amicizia con Ryan Hunter-Reay, che da sostituto par time di Mutoh è il protagonista di inizio stagione, vincendo a Long Beach e guadagnandosi la riconferma per il 2011. Ancora una volta Indianapolis si rivela amara per il brasiliano. Dopo un mese di prove tremendo, con diversi incidenti e la qualificazione guadagnata solo nel bump day, Kanaan mette a segno una rimonta esaltante dal fondo, che a metà gara lo candida a unico vero sfidante, insieme ad Andretti, del dominatore Dario Franchitti. Un errore strategico in un finale giocato sui consumi lo relega però al nono posto, con la gara neutralizzata per l’incidente di Mike Conway. Poco dopo Homestead, lo storico sponsor 7-Eleven annuncia la propria dipartita dalla serie e Michael Andretti lascia libero Kanaan da ogni vincolo contrattuale.
Nell’inverno Tony prova la vettura di Gil De Ferran e Jay Penske, sicuro di aver trovato un volante per il 2011. Poche settimane prima di St Petersburg però, la squadra chiude i battenti, lasciando Kanaan a piedi. Il brasiliano si propone così al team KV, in cui dovrebbe accasarsi Paul Tracy, sponsorizzato dalla Geico. La compagnia assicurativa decide però di investire sul brasiliano, che “soffia” così il posto al veterano canadese. Una stagione preparata in modo frettoloso si rivela invece estremamente positiva, con Kanaan che conquista subito un terzo posto alla prima corsa di St Pete, controllando nel finale gli attacchi di Simona De Silvestro. Il risultato di entrambi è in realtà favorito dall’ecatombe che accompagna ognuna delle nuove ripartenze su due file, ma nelle corse successive Tony raccoglie comunque numerosi piazzamenti in top ten, compreso un quarto posto a Indianapolis. Nel catino dell’Indiana parte in mezzo al gruppo, guadagnando in breve numerose posizioni, ma perdendo un giro per un problema alla prima sosta. Recuperato il distacco, il brasiliano poi rimonta furiosamente, riuscendo anche a portarsi in testa. In un finale giocato sui consumi, Tony potrebbe anche vincere, ma la squadra sbaglia il rabbocco conclusivo e Kanaan deve fare largo, come anche Dixon, a Dan Wheldon, che va a vincere passando sul traguardo JR Hildebrand, a muro in curva 4. Negli appuntamenti successivi il brasiliano va a muro a Milwaukee mentre lotta per la vittoria con Franchitti, chiudendo secondo in Iowa dopo un esaltante duello con Andretti. A Baltimora è protagonista di un brutto incidente nel warm up, quando travolge Castroneves a causa di un guasto all’impianto frenante. Partito ultimo riesce incredibilmente a chiudere sul podio, grazie a una strategia sfalsata rispetto al gruppo. Parte poi in pole nell’ultima corsa a Las Vegas, sospesa dopo 11 giri per il tragico incidente che costa la vita all’amico Dan Wheldon. Kanaan chiude il campionato al quinto posto, preceduto da Oriol Servia al termine di un confronto tra i due che dura tutta la stagione.
Nel 2012 Tony prosegue il rapporto col team KV e nelle prime due corse solo la sfortuna gli impedisce di ottenere dei piazzamenti in top 5 con la nuova DW12, che riesce comunque a portare al quarto posto a Long Beach. A Indianapolis è nuovamente protagonista, ma nel finale la sua auto non è abbastanza veloce per combattere con Sato e i piloti Ganassi, chiudendo la corsa al terzo posto dopo l’incidente del giapponese. Come nella stagione precedente il team KV da il meglio sugli ovali: Kanaan è secondo a Milwaukee, terzo in Iowa e solo un incolpevole contatto con Power lo esclude dalla lotta per la vittoria in Texas. La squadra perde però colpi nella seconda metà di stagione e Tony, dopo un buon quarto posto a Toronto, spinge un po’ troppo, andando a sbattere nelle corse finali di Baltimora e Fontana. In California in particolare va a muro negli ultimi giri, dopo essere stato nelle prime posizioni per tutta la corsa. Chiude il campionato al nono posto, qualche decina di punti davanti all’amico e compagno Rubens Barrichello.
Il 2013 di Kanaan è una sorta di fotocopia della stagione precedente, a parte un particolare, importantissimo: finalmente Tony corona un inseguimento durato 11 anni e vince la 500 miglia di Indianapolis, spezzando la maledizione che sembrava affliggerlo. Dopo delle prove poco convincenti, il suo ingegnere Eric Cowdin trova il bandolo della matassa nel carburetion day e in gara Kanaan, partito in quarta fila, è già in testa dopo una decina di giri e ci resta a lungo, alternandosi soprattutto con Andretti e Hunter Reay. Dopo una lunghissima fase di bandiera verde, la corsa viene interrotta dall’ingresso della safety car negli ultimi giri. Alla ripartenza il brasiliano supera Hunter Reay e l’incidente di Franchitti in curva 1 pone fine alle ostilità, con Munoz e lo stesso Hunter Reay a scortarlo sotto la bandiera a scacchi. “Finalmente metterò la mia brutta faccia su quel trofeo”, sono le sue parole prima di bere il latte. Il campionato per Tony comincia con delle buone prestazioni rovinate da episodi sfortunati: dopo il quarto posto di St Pete, a Long Beach viene eliminato da un’entrata tardiva di Servia, che gli procura un infortunio alla mano. Nonostante tutto a San Paolo vive una delle migliori giornate dell’anno, mandando in delirio il pubblico mentre lotta per la testa della corsa, fino a quando un errore strategico rovina tutto lasciandolo a secco. Dopo i terzi posti in Iowa e Texas però, come l’anno precedente il team KV perde competitività, con Kanaan che colleziona incidenti e piazzamenti poco entusiasmanti. A Pocono è però il brasiliano a gettare al vento delle ottime possibilità di vittoria, danneggiando l’ala anteriore nel tentativo di superare Dixon. Il quinto posto in gara 1 a Toronto è il miglior risultato fino all’ultimo appuntamento di Fontana, dove Kanaan conquista un buon terzo posto alle spalle di Power e Carpenter, chiudendo il campionato fuori dalla top ten, poco davanti alla compagna di squadra Simona De Silvestro. Come rilevato successivamente da Jimmy Vasser, nonostante le dichiarazioni di facciata la collaborazione tecnica tra i due nel 2013 è tutt’altro che proficua, e non per colpa della pilota svizzera.
Nonostante le promesse dopo la vittoria a Indianapolis, a fine stagione Tony lascia il team KV, accasandosi a sorpresa al team Ganassi, più volte indicato negli anni come sua probabile destinazione. Inizialmente il brasiliano si accorda per guidare la quarta vettura del team, ma quando diventa chiaro che i postumi dell’incidente di Houston non permettono a Franchitti di tornare alle competizioni, dopo aver vagliato vari scenari Ganassi decide di piazzare Tony sulla vettura Target #10, affidando a Ryan Briscoe la #8 inizialmente destinata al brasiliano. In molti mettono in dubbio la scelta di affidarsi a un pilota quasi 40enne con probabilmente alle spalle il periodo migliore della carriera, ma nel 2014 Kanaan fa un ottimo lavoro, mettendo in seria difficoltà un campione celebrato come Dixon. Un non indolore passaggio al motore Chevrolet e la mancanza della guida tecnica di Franchitti però si fanno sentire, condizionando l’inizio di stagione di tutto il team. Le prime gare sono tutt’altro che positive: dopo un discreto sesto posto a St.Pete, le prove successive di Long Beach, Barber e Indy GP, regalano poche soddisfazioni, sotto forma di incidenti e gare condizionate da qualifiche negative. Anche la Indy500 si rivela avara di soddisfazioni, concludendosi con un ritiro per problemi tecnici mentre Tony si trova nel gruppo di testa.
CONTINUA…
Anno | Serie | Squadra | N | Sponsor | Gare | Pos. Finale | Punti | Vittorie | Podi | Top5 | Top10 | Pole P. |
1998 | CART | Tasman | 21 | LCI | 19 | 9 | 92 | 0 | 2 | 5 | 10 | 0 |
1999 | CART | Tasman | 44 | McDonald’s | 20 | 11 | 85 | 1 | 1 | 2 | 10 | 1 |
2000 | CART | Nunn | 55 | Hollywood | 16 | 19 | 24 | 0 | 0 | 0 | 6 | 0 |
2001 | CART | Nunn | 55 | Hollywood | 19 | 9 | 93 | 0 | 1 | 4 | 12 | 1 |
2002 | CART | Nunn | 55 | Pioneer | 19 | 12 | 99 | 0 | 2 | 5 | 11 | 2 |
2002 | IRL | Nunn | 17 | Hollywood | 1 | 50 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
2003 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 16 | 4 | 476 | 1 | 6 | 9 | 12 | 3 |
2004 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 16 | 1 | 618 | 3 | 11 | 15 | 16 | 2 |
2005 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 17 | 2 | 548 | 2 | 9 | 12 | 14 | 1 |
2006 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 14 | 6 | 384 | 1 | 3 | 7 | 9 | 0 |
2007 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 17 | 3 | 576 | 5 | 7 | 12 | 13 | 2 |
2008 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 18 | 3 | 513 | 1 | 7 | 11 | 15 | 2 |
2009 | IRL/IndyCar | Andretti-Green | 11 | 7-Eleven | 17 | 6 | 386 | 0 | 3 | 5 | 10 | 0 |
2010 | IRL/IndyCar | Andretti | 11 | 7-Eleven | 17 | 6 | 453 | 1 | 3 | 7 | 13 | 0 |
2011 | IndyCar | KV Racing | 11 | Geico | 17 | 5 | 366 | 0 | 3 | 7 | 9 | 0 |
2012 | IndyCar | KV Racing | 11 | Geico | 15 | 9 | 351 | 0 | 3 | 5 | 8 | 0 |
2013 | IndyCar | KV Racing | 11 | Hydroxycut | 19 | 11 | 397 | 1 | 4 | 6 | 7 | 0 |
2014 | IndyCar | Ganassi | 10 | Target | 18 | 7 | 544 | 1 | 6 | 6 | 12 | 0 |
2015 | IndyCar | Ganassi | 10 | NTT Data | 16 | 8 | 431 | 0 | 3 | 6 | 10 | 0 |
2016 | IndyCar | Ganassi | 10 | NTT Data | 16 | 7 | 461 | 0 | 2 | 5 | 12 | 0 |
2017 | IndyCar | Ganassi | 10 | NTT Data | 17 | 10 | 403 | 0 | 1 | 3 | 7 | 0 |
Carriera | 344 | 7302 | 17 | 77 | 132 | 216 | 14 |
Vittorie | Stradali | Cittadini | Ovali | Totale | |||||
1998 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
1999 | Michigan | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2000 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2001 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2002 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2003 | Phoenix | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2004 | Phoenix | Texas | Nashville | 0 | 0 | 3 | 3 | ||
2005 | Kansas | Sonoma | 1 | 1 | 2 | ||||
2006 | Milwaukee | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2007 | Motegi | Texas | Michigan | Kentucky | Detroit | 0 | 1 | 4 | 5 |
2008 | Richmond | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2009 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2010 | Iowa | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2011 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2012 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2013 | Indy500 | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2014 | Fontana | 0 | 0 | 1 | 1 | ||||
2015 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2016 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2017 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
2018 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||
Totale | 1 | 1 | 15 | 17 | |||||
Quote | 5,9% | 5,9% | 88,2% | 100,0% |