Desert Diamond West Valley Phoenix Grand Prix – 28-29 aprile 2017 – Quarta prova stagionale
Circuito: Phoenix International Raceway
Tipologia: Ovale corto Lunghezza: 1.022 mi – 1.644 km Configurazione aerodinamica: Ovale corto Record della pista: 19.0997, Helio Castroneves, Dallara – Chevrolet, 2016 Distanza di gara: 250 giri – 255.5 mi Vincitore uscente: Scott Dixon |
Phoenix – Griglia di partenza | ||||
Pos. | Pilota | Tempo | Pilota | Tempo |
1 | Helio Castroneves | 00:37.7538 | ||
2 | Will Power | 00:37.9266 | ||
3 | JR Hildebrand | 00:37.9471 | ||
4 | Josef Newgarden | 00:37.9933 | ||
5 | Simon Pagenaud | 00:38.0449 | ||
6 | Tony Kanaan | 00:38.2178 | ||
7 | Mikhail Aleshin | 00:38.2599 | ||
8 | Scott Dixon | 00:38.3151 | ||
9 | Marco Andretti | 00:38.4478 | ||
10 | Sebastien Bourdais | 00:38.4554 | ||
11 | James Hinchcliffe | 00:38.4866 | ||
12 | Ryan Hunter-Reay | 00:38.5663 | ||
13 | Max Chilton | 00:38.5725 | ||
14 | Charlie Kimball | 00:38.6136 | ||
15 | Alexander Rossi | 00:38.6461 | ||
16 | Ed Jones | 00:38.7226 | ||
17 | Graham Rahal | 00:38.7721 | ||
18 | Takuma Sato | 00:38.7736 | ||
19 | Carlos Munoz | 00:38.8715 | ||
20 | Conor Daly | 00:39.0291 | ||
21 | Ed Carpenter | 00:39.4849 |
Una corsa insulsa, non ci sono molti altri aggettivi per descrivere il quarto appuntamento del campionato IndyCar. Tornata sull’ovale di Phoenix nel 2016, la serie aveva dato vita a una gara prevedibile e noiosa, a causa di un carico aerodinamico così esagerato da permettere ai piloti di girare in pieno quasi in ogni condizione. Venendo meno anche un consistente degrado degli pneumatici, a causa dell’eccessivo carico verticale agente su una mescola forse troppo dura di suo, la gara si era trasformata in una stucchevole processione a 300 all’ora di media, in cui anche un doppiaggio diventava un’impresa, figuriamoci un sorpasso per la posizione. Finita la corsa, per il 2017 quasi tutti auspicavano un cambiamento nel pacchetto tecnico, in modo da dare vita a una corsa vera, impegnativa per i piloti e in grado di creare un buon spettacolo, fondamentale per ricreare una solida base di pubblico. In vista dei test pre stagionali di febbraio però l’indyCar ha clamorosamente fatto marcia indietro, confermando il pacchetto ad alto carico nella speranza che un mescola leggermente diversa e una conoscenza più approfondita degli aerokit avrebbero fatto il miracolo. Così non è stato, e anche la corsa di sabato scorso si è trasformata in una infernale processione, con cinque vetture Chevrolet in fuga e il resto del gruppo, leggasi Honda, in affannoso inseguimento, con i sorpassi in pista che nelle due ore di gara si sono contati sulle dita di una mano.
L’incidente innescato alla prima curva da Mikhail Aleshin poi non ha certo aiutato a rendere più interessante la competizione. Il russo ha perso il posteriore in mezzo al gruppo, finendo per travolgere il capo classifica Sebastien Bourdais. Ingannati dal fumo, Andretti e Chilton sono a loro volta finiti in testacoda, non lasciando scelta a Rahal, che non ha potuto evitare il contatto con la vettura dell’inglese. Dopo una lunga bandiera gialla, Castroneves ha comandato il gruppo dei 16 superstiti fino al primo pit stop, che ha visto Will Power balzare al comando dalla quarta piazza, davanti al brasiliano, con Pagenaud e Newgarden poco più indietro. Una sosta non entusiasmante ha invece costretto Hildebrand a farsi largo tra Kanaan, Dixon e Hinchcliffe per recuperare fino al quarto posto, superando poi anche Newgarden, in difficoltà dopo un leggero contatto con Castroneves.
Il secondo turno di soste, arrivato tra il 130° e il 140° giro, ha deciso la gara. Dopo aver visto Alexander Rossi costretto al ritiro per aver strisciato contro il muro della curva 4, il team Andretti ha perso la vettura di Sato in un impatto ben più violento, causato forse dal cedimento della gomma anteriore destra. L’incidente del giapponese è però arrivato mentre Power, Castroneves e Hildebrand effettuavano la seconda sosta, con Pagenaud invece ancora in pista in virtù di un consumo leggermente migliore. Una volta aperta la pit lane, il francese ha a sua volta effettuato il secondo pit stop, tornando in pista comodamente al comando. I principali avversari hanno infatti dovuto superare la pace car e accodarsi al gruppo, costituito dalle numerose vetture Honda rimaste beffate dalla bandiera gialla. Più lenti e in difficoltà coi consumi a causa dell’elevata resistenza del pacchetto nipponico, Dixon, Kanaan e gli altri avevano infatti già effettuato la propria sosta ai box al momento dell’incidente di Sato, rimanendo così attardati di un giro.
A un centinaio di passaggi dalla bandiera scacchi Pagenaud ha quindi assunto il comando della gara, prendendo il largo mentre Power, Castroneves e Hildebrand perdevano tempo dietro Dixon e Kanaan. A loro si è poi aggiunto Newgarden, ripartito dal fondo ma ancora a pieni giri dopo aver sostituito il musetto durante la bandiera gialla. Con Pagenaud ancora saldamente in testa su Power, l’americano è quindi salito in zona podio dopo la terza serie di soste, ma in una concitata fase di doppiaggi ha poi finito per rovinare nuovamente l’ala anteriore, questa volta contro il posteriore di Hunter-Reay, in difficoltà per tutta la gara e infine costretto al ritiro dopo aver strisciato il muro. La conseguente sosta è costata cara a Newgarden, precipitato ai margini della top ten. Abile nello sfruttare a suo favore la confusione, nel finale Hildebrand si è portato in zona podio, avvicinando pericolosamente Power senza però riuscire a trovare il varco giusto.
Nessun problema invece per Pagenaud, bravo e fortunato nel centrare il primo successo in carriera su ovale. Ancora a secco di vittorie nonostante un’altra prova da protagonista, per Power è comunque arrivato il primo podio stagionale, buono per dare il via a una rimonta non impossibile. Podio, il primo da Indy 2011, anche per J.R. Hildebrand, che ha confermato il ruolo di spina nel fianco del team Penske al suo ritorno dall’incidente di Long Beach. Castroneves ha chiuso quarto un’altra prova solida che però conferma il suo stato attuale, velocissimo in prova ma non abbastanza consistente sul passo gara. Scott Dixon al contrario ha portato a casa il massimo risultato ottenibile, un quinto posto al termine di un lungo confronto con il compagno Kanaan, sesto sul traguardo davanti a Ed Carpenter, il cui fine settimana è stato rovinato dal problema al serbatoio riscontrato il venerdì. Kimball ha poi chiuso ottavo a un giro dai compagni di squadra, precedendo Newgarden, velocissimo ma troppo falloso in una giornata in cui una Penske garantiva un posto in top 5. Carlos Munoz ha invece rimontato bene dal fondo, centrando il secondo arrivo in top ten della stagione, oltre a portare a 7 le vetture Chevrolet nelle prime dieci posizioni. Ed Jones ha quindi completato il suo battesimo di fuoco sugli ovali portando a casa un undicesimo posto davanti a Hinchcliffe, in lotta per tutta la gara con Dixon e Kanaan ma costretto a uno splash and go negli ultimi giri. Problemi al cambio hanno invece privato Conor Daly, in gran rimonta nelle prime fasi, di un sicuro piazzamento in top ten.
Phoenix – Ordine d’arrivo | ||||||
Pos. | Pilota | Squadra | Pacchetto | N | Sponsor | Tempo |
1 | Simon Pagenaud (L) (LL) | Penske | Chevrolet | 1 | Menard’s | 250 giri in 01:46:24.9473 – 144,058 mph |
2 | Will Power (L) | Penske | Chevrolet | 12 | Verizon | 9.103 |
3 | JR Hildebrand | Carpenter | Chevrolet | 21 | Fuzzy’s Vodka | 9.342 |
4 | Helio Castroneves (L) (P) | Penske | Chevrolet | 3 | Hitachi | 16.586 |
5 | Scott Dixon | Ganassi | Honda | 9 | NTT Data | 1 giro |
6 | Tony Kanaan | Ganassi | Honda | 10 | NTT Data | 1 giro |
7 | Ed Carpenter | Carpenter | Chevrolet | 20 | Fuzzy’s Vodka | 2 giri |
8 | Charlie Kimball | Ganassi | Honda | 83 | Tresiba | 2 giri |
9 | Josef Newgarden (L) | Penske | Chevrolet | 2 | Hum | 2 giri |
10 | Carlos Munoz | Foyt | Chevrolet | 14 | ABC Supply | 3 giri |
11 | Ed Jones | Coyne | Honda | 19 | Boy Scouts of America | 3 giri |
12 | James Hinchcliffe | Schmidt | Honda | 5 | Arrow Electronics | 4 giri |
13 | Ryan Hunter-Reay | Andretti | Honda | 28 | DHL | incidente |
14 | Conor Daly | Foyt | Chevrolet | 4 | ABC Supply | 70 giri |
15 | Alexander Rossi | Andretti | Honda | 98 | Napa/Castrol | incidente |
16 | Takuma Sato | Andretti | Honda | 26 | Panasonic | incidente |
17 | Mikhail Aleshin | Schmidt | Honda | 7 | Lucas | incidente |
18 | Marco Andretti | Andretti | Honda | 27 | Oberto | incidente |
19 | Sebastien Bourdais | Coyne | Honda | 18 | Sonny’s | incidente |
20 | Max Chilton | Ganassi | Honda | 8 | Gallagher | incidente |
21 | Graham Rahal | Rahal | Honda | 15 | United Rentals | incidente |
P = Punto per la pole position;
L= Punto per aver condotto almeno un giro in testa; LL= due punti per aver condotto il maggior numero di giri in testa |
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Giro più veloce: Will Power – 19.7446 | ||||||
Giri in testa | ||||||
Simon Pagenaud | 116 | |||||
Helio Castroneves | 73 | |||||
Will Power | 59 | |||||
Josef Newgarden | 2 |
Classifica dopo Phoenix | ||||||||||
Pos. | Pilota | Punti | Vittorie | Podi | Top 5 | Top 10 | Poles | LL | L | GPV |
1 | Simon Pagenaud | 159 | 1 | 3 | 4 | 4 | 129 | 2 | ||
2 | Scott Dixon | 141 | 2 | 4 | 4 | 35 | 2 | 1 | ||
3 | Josef Newgarden | 133 | 1 | 2 | 2 | 4 | 16 | 2 | ||
4 | Sebastien Bourdais | 128 | 1 | 2 | 2 | 3 | 69 | 1 | ||
5 | James Hinchcliffe | 120 | 1 | 1 | 1 | 3 | 46 | 2 | ||
6 | Helio Castroneves | 118 | 2 | 4 | 2 | 75 | 2 | 1 | ||
7 | Will Power | 91 | 1 | 1 | 1 | 2 | 124 | 3 | 2 | |
8 | Tony Kanaan | 87 | 2 | |||||||
9 | Ryan Hunter-Reay | 82 | 1 | 1 | 28 | 1 | ||||
10 | Ed Jones | 81 | 2 | |||||||
11 | Takuma Sato | 79 | 1 | 2 | 2 | 1 | ||||
12 | Alexander Rossi | 75 | 1 | 1 | ||||||
13 | JR Hildebrand | 71 | 1 | 1 | 1 | |||||
14 | Carlos Munoz | 68 | 2 | |||||||
15 | Mikhail Aleshin | 67 | 1 | |||||||
16 | Charlie Kimball | 61 | 1 | 11 | 1 | |||||
17 | Graham Rahal | 59 | 1 | |||||||
18 | Max Chilton | 58 | ||||||||
19 | Marco Andretti | 57 | 1 | |||||||
20 | Conor Daly | 57 | ||||||||
21 | Spencer Pigot | 44 | 1 | |||||||
22 | Ed Carpenter | 26 | 1 | |||||||
23 | Zach Veach | 11 | ||||||||
LL: Giri al comando
L: Gare al comando GPV: Giri più veloci in gara |