2018 – Barber

Honda Grand Prix of Alabama – 20-22 aprile 2018 – Quarta prova stagionale

Circuito Barber Motorsports Park
Tipologia Stradale Permanente
Lunghezza 2.3 mi – 3.7 km
Configurazione aerodinamica Stradale
Record della pista 1.06.6001, Sebastien Bourdais, Dallara – Chevrolet, 2016
Distanza di gara 90 giri – 207 mi
Vincitore uscente Josef Newgarden

 

 

Griglia di partenza – Barber
Pos. Pilota Tempo Pilota Tempo
1 Josef Newgarden 01:07.4413
2 Will Power 01:07.4541
3 Sebastien Bourdais 01:07.5337
4 Ryan Hunter-Reay 01:07.7807
5 James Hinchcliffe 01:07.9472
6 Scott Dixon 01:08.0303
7 Marco Andretti 01:07.6027
8 Alexander Rossi 01:07.7488
9 Simon Pagenaud 01:07.8409
10 Robert Wickens 01:07.8455
11 Zach Veach 01:07.9894
12 Ed Jones 01:08.4386
13 Max Chilton 01:08.0235
14 Charlie Kimball 01:08.5494
15 Graham Rahal 01:08.1038
16 Zachary Claman De Melo 01:08.5531
17 Spencer Pigot 01:08.1184
18 Takuma Sato 01:08.5676
19 Jordan King 01:08.3997
20 Gabby Chaves 01:08.9763
21 Matheus Leist 01:08.5516
22 Rene Binder 01:09.5404
23 Tony Kanaan 01:11.2015

Pioggia o sole, il quarto appuntamento del campionato IndyCar ha avuto un solo grande protagonista, Josef Newagarden. Dopo aver dominato la quindicina di giri bagnati disputati la domenica, il campione in carica ha fatto il bello e il cattivo tempo nella rimanente ora del lunedì, dimostrandosi imprendibile sull’asciutto e poi bravo a gestire la situazione quando la pioggia ha rifatto capolino sul tracciato dell’Alabama negli ultimi 20 minuti. La vittoria della maturità per il pilota del Tennesse, che come a Phoenix ha potuto contare su un Tim Cindric ispirato, che coraggiosamente ha deciso per il passaggio alle gomme da pioggia quando ancora le slicks sembravano garantire più aderenza.

I quindici giri percorsi la domenica non hanno alterato significativamente i valori espressi nelle qualifiche, con Newgarden subito a condurre su Power, Bourdais e Hunter-Reay e Andretti mestamente in testacoda dopo una breve ma intensa pressione su Rossi per la sesta piazza. L’andamento sorprendentemente lineare della corsa bagnata è stato poi interrotto da una tamponata di Jones a Kimball, leggera ma sufficiente a spedire il californiano contro i rails della curva 16. La conseguente neutralizzazione ha permesso ad alcuni ritardatari come Andretti e Pagenaud di rifornire, ma anche alla crescente pioggia di creare ampie pozzanghere e veri e propri ruscelli in corrispondenza di avvallamenti e curve in pendenza. E’ così che alla ripartenza alla visibilità inesistente si è unito l’acquaplaning, che ha subito tradito Will Power, a muro pochi metri dopo il traguardo. Nonostante tutti gli sforzi degli organizzatori, alla conseguente bandiera rossa è poi seguita qualche ora più tardi l’inevitabile decisione di completare la corsa il lunedì, che ha proposto pista asciutta ma anche nuvoloni poco rassicuranti.

Con Chilton subito fermo per problemi elettrici nei giri di riscaldamento, alla bandiera verde Newgarden ha subito imposto un ritmo elevatissimo a una gara in cui si sono subito delineate due strategie, due soste contro la singola fermata come inizialmente pianificato da Bourdais e Dixon. Nonostante l’opera di risparmio carburante, il francese ha sempre guidato il gruppo degli inseguitori, controllando senza problemi Hunter-Reay, Hinchcliffe e Rossi, protetti inizialmente da Veach, crollato sul finire del primo stint dopo aver a lungo frenato il gruppetto comprendente Wickens, Pagenaud e Dixon. Primo del gruppo di testa a fermarsi, Newgarden ha puntato fino da subito su una strategia a due soste su cui solo dopo il primo pit stop hanno converso gli inseguitori, a eccezione come detto di Bourdais e Dixon. Se però il neozelandese, intruppato nel traffico dopo aver perso posizioni nella prima frazione con la visiera appannata, poteva puntare realisticamente solo al terzo posto, Bourdais sarebbe certamente andato in testa dopo la seconda sosta di Newgarden, dovendone poi controllare il ritorno nel finale. E così è stato in effetti, ma più che esigenze di strategia, a imporre la seconda sosta del campione in carica ha pensato la pioggia, riaffacciatasi timidamente a venti minuti dal termine e via via cresciuta di intensità. Raramente però il leader della gara prende l’iniziativa in caso di pioggia, facendo sembrare la scelta di Tim Cindric decisamente azzardata quando Newgarden su gomme da bagnato è stato sfilato agevolmente da Hunter-Reay sulle slicks. Il circuito era però ormai già al limite e anche il campione 2012 due giri più tardi ha dovuto riparare in pit lane. Ultimo a resistere Bourdais, rimasto in pista nella speranza di un miglioramento mai arrivato che alla fine gli è costato il podio.

Nuovamente in testa, Newgarden ha così gestito nel finale delle gomme seriamente intaccate dai primi giri su asfalto solo umido, riuscendo comunque a tenere a distanza Hunter-Reay per cogliere il secondo successo stagionale e tornare in testa alla classifica. Per il pilota del team Andretti un podio liberatorio a coronare una prova finalmente priva di contrattempi ed errori. Dell’azzardo di Bourdais ha beneficiato anche Hinchcliffe, a lungo in lotta con Rossi ai margini del podio, che ha preceduto il compagno Wickens, tra i più veloci nel finale e abile a districarsi nel traffico dopo la prima sosta. Bourdais, contrariato per i punti persi dopo aver chiesto veementemente a Dale Coyne di rientrare, ha comunque portato a casa un buon quinto posto, precedendo in volata Dixon, autore di numerosi sorpassi e velocissimo sul bagnato, ma a sua volta tradito dalla strategia a una sosta. Una prova regolare ha visto poi Rahal chiudere in settima piazza davanti al compagno Sato, in difficoltà sull’asciutto ma tra i più efficaci su pista bagnata. Pagenaud ha portato a casa il nono posto al termine di un fine settimana scialbo, coronato nel dopo gara da una sfuriata contro Gabby Chaves, reo di averlo a lungo tenuto dietro nonostante un ritardo di due giri a causa dei problemi elettrici incontrati nella prima frazione. La top ten è stata quindi chiusa da Marco Andretti, risalito dalle retrovie dopo il testacoda della prima frazione, che ha preceduto Rossi, a lungo in lotta con Hinchcliffe e Wickens per il terzo gradino del podio, ma tradito dall’aver anticipato la seconda sosta alla ricerca di pista libera, decisione che lo ha costretto a rientrare nuovamente per cambiare gomme dopo un’escursione in curva 1.

L’americano torna così a inseguire con 13 punti di ritardo Newgarden, che può ora contare su una quarantina di lunghezze sul gruppetto composto da Bourdais, Rahal, Hinchcliffe, Hunter-Reay e Dixon.

 

Barber – Ordine d’arrivo- 22-23/04/2018
Pos. Pilota Squadra Motore N Sponsor Tempo
1 Josef Newgarden Penske Chevy 1 Hitachi 82 giri in 02:01:14.4486 – 93.335 mph
2 Ryan Hunter-Reay Andretti Honda 28 DHL 9.961
3 James Hinchcliffe Schmidt Honda 5 Arrow Electronics 15.539
4 Robert Wickens Schmidt Honda 6 Lucas Oil 17.679
5 Sebastien Bourdais Coyne Honda 18 Sealmaster 26.890
6 Scott Dixon Ganassi Honda 9 PNC Bank 26.977
7 Graham Rahal Rahal Honda 15 Mi-Jack 30.119
8 Takuma Sato Rahal Honda 30 Panasonic 30.553
9 Simon Pagenaud Penske Chevy 22 Menard’s 42.462
10 Marco Andretti Andretti Honda 98 Kerauno 44.689
11 Alexander Rossi Andretti Honda 27 Kerauno 45.233
12 Matheus Leist Foyt Chevy 4 ABC 57.929
13 Zach Veach Andretti Honda 26 One Thousand One 1:05.930
14 Jordan King Carpenter Chevy 20 Fuzzy’s 1:20.012
15 Spencer Pigot Carpenter Chevy 21 Fuzzy’s 1 giro
16 Rene Binder Juncos Chevy 32 Binderholz 2 giri
17 Gabby Chaves Harding Chevy 88 Harding 2 giri
18 Tony Kanaan Foyt Chevy 14 ABC 2 giri
19 Zachary Claman De Melo Coyne Honda 19 Paysafe 2 giri
20 Ed Jones Ganassi Honda 10 NTT Data mechanical
21 Will Power Penske Chevy 12 Verizon incidente
22 Max Chilton Carlin Chevy 59 Gallagher mechanical
23 Charlie Kimball Carlin Chevy 23 Tresiba incidente

 

Classifica dopo Barber
Pos. Pilota Punti Distacco Corse Vittorie Podi Top 5 Top 10 Poles LL L GPV
1 Josef Newgarden 158 0 4 2 2 2 4 1 106 3 1
2 Alexander Rossi 145 13 4 1 3 3 3 1 77 3 1
3 Sebastien Bourdais 119 39 4 1 1 2 2 1 103 4 1
4 Graham Rahal 119 39 4 0 1 2 4 0 7 1 0
5 James Hinchcliffe 118 40 4 0 1 2 4 0 20 1 0
6 Ryan Hunter-Reay 113 45 4 0 1 3 3 0 7 3 0
7 Scott Dixon 107 51 4 0 0 1 3 0 0 0 0
8 Robert Wickens 97 61 4 0 1 2 2 1 113 2 0
9 Marco Andretti 88 70 4 0 0 0 3 0 0 0 0
10 Will Power 81 77 4 0 1 1 2 0 86 2 0
11 Ed Jones 79 79 4 0 1 1 2 0 0 0 0
12 Tony Kanaan 79 79 4 0 0 0 2 0 0 0 0
13 Zach Veach 77 81 4 0 0 1 1 0 0 0 0
14 Takuma Sato 70 88 4 0 0 0 1 0 0 0 0
15 Simon Pagenaud 66 92 4 0 0 0 2 0 3 1 0
16 Spencer Pigot 61 97 4 0 0 0 0 0 0 0 0
17 Gabby Chaves 55 103 4 0 0 0 0 0 0 0 0
18 Matheus Leist 51 107 4 0 0 0 0 0 0 0 0
19 Charlie Kimball 50 108 4 0 0 0 1 0 0 0 0
20 Max Chilton 44 114 4 0 0 0 0 0 0 0 0
21 Jordan King 38 120 3 0 0 0 0 0 5 1 0
22 Zachary Claman De Melo 31 127 3 0 0 0 0 0 0 0 1
23 Ed Carpenter 26 132 1 0 0 0 1 0 0 0 0
24 Jack Harvey 25 133 2 0 0 0 0 0 0 0 0
25 Kyle Kaiser 23 135 2 0 0 0 0 0 0 0 0
26 Rene Binder 22 136 2 0 0 0 0 0 0 0 0
27 Pietro Fittipaldi 7 151 1 0 0 0 0 0 0 0 0

Foto di copertina: indycar.com, Brett Kelley

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