2018 – St. Louis

Bommarito Automotive 500 – 24-25 agosto 2018 – 15° prova della stagione 2018

Circuito  Gateway International Raceway
Tipologia  Ovale corto
Lunghezza  1.25 mi – 2.011 km
Configurazione aerodinamica  Ovale corto
Record della pista  23.721 – Will Power, 2017 – Dallara Chevrolet
Distanza di gara  248 giri – 310 mi
Vincitore uscente Josef Newgarden

 

Griglia di Partenza
P Pilota Punti Pilota Punti
1 Scott Dixon 530
2 Alexander Rossi 501
3 Josef Newgarden 464
4 Will Power 449
5 Ryan Hunter-Reay 411
6 Simon Pagenaud 368
7 Graham Rahal 351
8 James Hinchcliffe 338
9 Sebastien Bourdais 325
10 Marco Andretti 311
11 Ed Jones 273
12 Takuma Sato 267
13 Spencer Pigot 253
14 Tony Kanaan 240
15 Zach Veach 239
16 Charlie Kimball 234
17 Matheus Leist 201
18 Max Chilton 179
19 Ed Carpenter 169
20 Gabby Chaves 158
21 Pietro Fittipaldi 22

Quando sembrava ormai tagliato fuori dalla lotta per il titolo, Will Power ha rispolverato la grinta dei vecchi tempi portando a casa a St. Louis la terza vittoria stagionale che lo avvicina, di poco, al binomio in testa alla classifica. Il triello Dixon-Power-Rossi ha dominato la corsa, con l’australiano subito abile a balzare alle spalle del capo classifica, autore di una buona partenza al contrario di Rossi, sceso inizialmente al quarto posto. Dopo una breve bandiera gialla per una toccata a muro di Bourdais, il vincitore di Pocono ha pressato a lungo Newgarden, meno veloce del duo di testa, trovando finalmente il varco giusto al 49° giro per poi lanciarsi all’inseguimento dei primi, frenati dai doppiati, meno invasivi di quanto visto a Pocono ma comunque in grado con la loro turbolenza di bloccare a lungo anche vetture nettamente più veloci. Dopo il primo pit stop i tre contendenti hanno quindi viaggiato per buona parte della corsa in un fazzoletto di un secondo, con Rossi in terza piazza ma in vantaggio strategico grazie a un miglior consumo, fondamentale per evitare uno splash and go finale. Alle loro spalle Newgarden, Pagenaud, Hunter-Reay, Jones e Veach, pur meno veloci, hanno a lungo battagliato per la posizione, con un distacco dai leaders variabile in funzione del traffico. Poco prima del secondo turno di soste, intorno al 120° giro, il campione in carica ha poi rischiato di rientrare nei giochi di testa, quando un ardito attacco all’esterno di Power per il comando ha visto l’australiano finire sullo sporco e difendersi strenuamente sul compagno, in difficoltà dopo essere a sua volta finito nei “marbles”.

Completate le soste Power, retrocesso al quinto posto, ha quindi deciso di dare fuoco alle polveri e mettere da parte il discorso consumo. In breve l’australiano ha così infilato una sequenza di sorpassi che al 150° giro lo ha visto prendere il comando, distanziando Dixon e soprattutto Rossi, autore di un miracoloso salvataggio dopo essere finito sullo sporco nel tentativo di resistere all’esterno in curva 2. All’approcciarsi della terza sequenza di soste problemi al motore hanno poi costretto Hunter-Reay, in quel momento terzo, a un lentissimo rientro in pit lane, determinando la seconda neutralizzazione della gara. Con 60 giri circa di autonomia e 64 tornate da percorrere al momento della ripartenza, la bandiera gialla non sarebbe potuta arrivare in un momento peggiore, obbligando tutti e in particolare il trio di testa a una difficile decisione strategica. Si sono quindi delineate tre tattiche: Power, in testa e con meno da perdere, ha subito scelto la velocità, spingendo al massimo e rassegnandosi a uno splash and go finale; Rossi, terzo, ha invece sposato la tattica opposta del risparmio, riducendo immediatamente il ritmo nel tentativo di evitare l’ultima sosta; Dixon invece, sperando nell’uscita di un’altra bandiera gialla, ha cercato di tenere il piede in due scarpe, decidendo troppo tardi per lo splash and go.

Alla bandiera verde Power ha quindi fatto il vuoto, potendo contare al momento della sosta (230° giro) su 8” di vantaggio su Dixon e oltre un giro su Rossi. Con il succedersi dei pit stop l’americano, unico a tentare la carta del risparmio a oltranza, ha preso brevemente il comando, per poi lasciare strada all’imprendibile Power e controllare con un occhio sugli specchietti e l’altro sull’indicatore dei consumi la rimonta di Dixon. In pit lane per l’ultima volta a dieci giri dal termine, il neozelandese ha però trovato tra se e il rivale un “muro” di doppiati e anche all’ultimo giro, quando il sorpasso sembrava ormai possibile, l’interferenza fuori luogo di Sato ha impedito l’attacco, consegnando a Rossi un comunque meritato secondo posto. Nelle prossime due gare i due dovranno comunque fare i conti con un Power rivitalizzato, in grado insieme alla squadra di ribaltare una situazione tecnica che dopo le prove sembrava lasciare poche speranze alle Penske Chevrolet.

Simon Pagenaud, a lungo in marcatura di Dixon dopo aver vinto un esaltante duello con Veach e Jones, ha concluso al quarto posto una prova altalenante, precedendo il rookie di casa Andretti, bravo questa volta a capitalizzare il potenziale della vettura, imparando dagli errori commessi in Texas e Iowa. Spencer Pigot, a lungo ai margini della top ten ma emerso con grande decisione nel finale, ha portato a casa la sesta piazza davanti a Newgarden, mai veloce come il trio di testa e costretto, a differenza di Rossi, allo splash and go finale dai maggiori consumi del motore americano. Ed Jones, spedito in avanscoperta nel finale a protezione di Dixon, ha portato a casa un altro piazzamento pur uscendo sconfitto nel lunghissimo duello con Veach. Sato e Rahal, mai in grado di impensierire i primi, hanno poi chiuso la top ten davanti a Pietro Fittipaldi, dopo aver visto la loro strategia risparmiosa naufragare a causa dell’ultima bandiera gialla. Delusione per il rientrante Gabby Chaves, a lungo in lizza per un posto in top ten ma rimasto poi attardato da un problema meccanico.

La corsa non smuove troppo i piani alti della classifica, con Dixon che portando a casa i due punti per il maggior numero di giri in testa limita a tre le lunghezze perse da Rossi, ora distanziato di 26 punti. Power, speranzoso di ridurre ancora le distanze a Portland e far saltare il banco grazie ai doppi punti di Sonoma, segue a -68, superando Newgarden, ancora in lizza con 78 punti da recuperare.

Ordine d’arrivo
Pos. Pilota Team Motore N Sponsor Tempo
1 Will Power (L) Penske Chevy 12 Verizon 248 giri in 1:59:30.1972 – 155.644 mph
2 Alexander Rossi (L) Andretti Honda 27 Napa 1,3117
3 Scott Dixon (L)(LL) Ganassi Honda 9 PNC Bank 2,8092
4 Simon Pagenaud Penske Chevy 22 Menard’s 3,1336
5 Zach Veach (L) Andretti Honda 26 Relay Group 1001 7,2693
6 Spencer Pigot Carpenter Chevy 21 Fuzzy’s 10,5509
7 Josef Newgarden Penske Chevy 1 Verizon 10,6003
8 Ed Jones Ganassi Honda 10 NTT Data 22,1362
9 Takuma Sato (L) Rahal Honda 30 Panasonic 1 giro
10 Graham Rahal Rahal Honda 15 MI-Jack 1 giro
11 Pietro Fittipaldi Coyne Honda 19 Paysafe 1 giro
12 Ed Carpenter Carpenter Chevy 20 Fuzzy’s 1 giro
13 Tony Kanaan Foyt Chevy 14 ABC 2 giri
14 Marco Andretti Andretti Honda 98 US Military 2 giri
15 James Hinchcliffe Schmidt Honda 5 Arrow Electronics 2 giri
16 Matheus Leist Foyt Chevy 4 ABC 2 giri
17 Max Chilton Carlin Chevy 59 Gallagher 6 giri
18 Gabby Chaves Harding Chevy 88 Harding 8 giri
19 Charlie Kimball Carlin Chevy 23 Tresiba 15 giri
20 Ryan Hunter-Reay Andretti Honda 28 DHL mechanical
21 Sebastien Bourdais Coyne Honda 18 Sealmaster incidente
Giro più veloce Will Power 25.1165 – 179,165 mph
Giri in testa
Scott Dixon 145
Will Power 93
Alexander Rossi 4
Takuma Sato 4
Zach Veach 2
P: punto per la pole position

L: punto per aver condotto un giro in testa

LL: due punti per il maggior numero di giri in testa

Classifica dopo St. Louis
Pos. Pilota Punti Distacco Corse Vittorie Podi Top 5 Top 10 Poles LL L GPV
1 Scott Dixon 568 0 15 3 8 11 13 1 357 6 2
2 Alexander Rossi 542 26 15 3 8 10 12 3 383 10 1
3 Will Power 500 68 15 3 7 7 10 3 343 9 3
4 Josef Newgarden 490 78 15 3 3 6 12 4 476 9 2
5 Ryan Hunter-Reay 421 147 15 1 4 8 9 0 33 6 2
6 Simon Pagenaud 400 168 15 0 2 3 12 0 31 4 0
7 Robert Wickens 391 177 14 0 4 7 10 1 187 7 0
8 Graham Rahal 371 197 15 0 1 3 12 0 29 5 0
9 James Hinchcliffe 353 215 14 1 2 5 9 0 65 2 0
10 Sebastien Bourdais 334 234 15 1 1 4 6 1 108 6 2
11 Marco Andretti 327 241 15 0 0 1 7 1 22 1 0
12 Ed Jones 297 271 15 0 2 2 7 0 1 1 0
13 Takuma Sato 290 278 15 0 1 3 7 0 7 2 0
14 Spencer Pigot 281 287 15 0 1 1 4 0 4 2 0
15 Zach Veach 270 298 15 0 0 2 5 0 2 1 1
16 Tony Kanaan 257 311 15 0 0 0 4 0 20 2 0
17 Charlie Kimball 245 323 15 0 0 1 5 0 1 1 0
18 Matheus Leist 215 353 15 0 0 0 0 0 0 0 0
19 Max Chilton 192 376 15 0 0 0 0 0 0 0 0
20 Ed Carpenter 187 381 6 0 1 1 4 1 66 2 0
21 Gabby Chaves 170 398 12 0 0 0 0 0 0 0 0
22 Jordan King 126 442 9 0 0 0 0 0 11 2 0
23 Zachary Claman De Melo 122 446 9 0 0 0 0 0 7 1 1
24 Jack Harvey 63 505 4 0 0 0 0 0 0 0 0
25 Rene Binder 61 507 6 0 0 0 0 0 0 0 0
26 Conor Daly 58 510 4 0 0 0 0 0 0 0 0
27 Carlos Munoz 53 515 1 0 0 0 1 0 4 1 0
28 Kyle Kaiser 45 523 4 0 0 0 0 0 2 1 0
29 Pietro Fittipaldi 41 527 4 0 0 0 0 0 0 0 0
30 Helio Castroneves 40 528 2 0 0 0 1 0 0 0 1
31 JR Hildebrand 38 530 1 0 0 0 0 0 0 0 0
32 Stefan Wilson 31 537 1 0 0 0 0 0 3 1 0
33 Oriol Servia 27 541 1 0 0 0 0 0 16 1 0
34 Santino Ferrucci 18 550 2 0 0 0 0 0 0 0 0
35 Danica Patrick 13 555 1 0 0 0 0 0 0 0 0
36 Jay Howard 12 556 1 0 0 0 0 0 0 0 0
37 James Davison 10 558 1 0 0 0 0 0 0 0 0
38 Sage Karam 10 558 1 0 0 0 0 0 0 0 0
39 Alfonso Celis Jr 10 558 1 0 0 0 0 0 0 0 0

Immagine di copertina: indycar.com, Chris Owens

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