2018 – Sonoma

Go Pro Grand Prix of Sonoma – 14-16 settembre 2018 – 17° gara della stagione 2018

 

Circuito Sonoma Raceway
Tipologia Stradale permanente
Lunghezza 2.31 mi – 3.718 km
Configurazione aerodinamica Stradale
Record della pista 1.15.5205 – Josef Newgarden, Dallara/Chevrolet, 2017
Distanza di gara 85 giri – 196.4 mi
Vincitore uscente Simon Pagenaud

 

Griglia di Partenza
Pos. Pilota Tempo Pilota Tempo
1 Ryan Hunter-Reay 01:17.6277
2 Scott Dixon 01:17.7599
3 Josef Newgarden 01:17.7937
4 Marco Andretti 01:17.7999
5 Patricio O’Ward 01:17.9737
6 Alexander Rossi 01:18.0019
7 Will Power 01:17.6495
8 Simon Pagenaud 01:17.7489
9 Graham Rahal 01:17.9043
10 Zach Veach 01:17.9111
11 Sebastien Bourdais 01:17.9242
12 Takuma Sato 01:17.9919
13 Ed Jones 01:18.5088
14 Pietro Fittipaldi 01:18.5281
15 Jack Harvey 01:18.5892
16 James Hinchcliffe 01:18.5740
17 Tony Kanaan 01:18.5966
18 Spencer Pigot 01:18.6687
19 Santino Ferrucci 01:18.6172
20 Colton Herta 01:18.6823
21 Carlos Munoz 01:18.7211
22 Max Chilton 01:18.7536
23 Charlie Kimball 01:18.8495
24 Matheus Leist 01:18.9665
25 Jordan King 01:19.1519

 

Scott Dixon è campione IndyCar per la quinta volta in carriera. Questo il verdetto dell’ultimo appuntamento stagionale di Sonoma, che ha visto la lotta per il titolo risolversi praticamente al primo giro, quando urtando il retro della vettura di Andretti Alexander Rossi ha rimediato una foratura che lo ha spedito immediatamente in coda al gruppo e in breve indietro di un giro. Una bandiera gialla arrivata subito dopo la penultima sosta ha poi ravvivato le speranze dell’americano, autore di una rimonta strepitosa che in pochi giri lo ha visto risalire  dal fondo fino al quinto posto. Non abbastanza però per impensierire Dixon, che per tutta la gara ha seguito a breve distanza Hunter-Reay, intoccabile in testa alla corsa. In assenza di ulteriori neutralizzazioni, neanche un ultimo azzardo strategico ha quindi permesso a Rossi di ribaltare la situazione. Mentre il californiano, in crisi coi consumi,  cedeva infatti nel finale ad Andretti e Bourdais, Dixon si è limitato a controllare la pressione di Power, scortando poi il vincitore Hunter-Reay sotto la bandiera a scacchi per conquistare il quinto titolo, uno in più di altri mostri sacri come Mario Andretti, Dario Franchitti e Sebastien Bourdais. Prossimo obiettivo A.J. Foyt a quota 7.

Smaltita la delusione per il titolo mancato e l’evitabile errore, Rossi potrà comunque essere soddisfatto di una stagione strepitosa che, dopo  l’esperienza di una battaglia punto a punto con il riferimento della categoria, lo candida probabilmente a favorito per il titolo 2019.

Generosa ma non priva di errori la prova del rookie O’Ward, attesissimo dopo delle qualifiche stellari. Alle prese con un consumo eccessivo del primo treno di gomme, il messicano ha poi messo in atto una costante progressione che lo ha portato ad un ottimo nono posto finale.

 

LA GARA

Alla partenza Hunter-Reay mantiene il comando su Dixon e Newgarden, ma poco più indietro una costante fumata segnala un danno all’anteriore destra di Rossi, che paga con una foratura un contatto fortuito con Andretti immediatamente dopo la bandiera verde. Con una mossa su cui i commissari chiudono un occhio, l’americano guadagna la via della pit lane “tagliando” sul circuito Nascar, quasi un chilometro più corto, cosa che gli permette di tornare in pista a pieni giri, seppur staccato di quasi un minuto. Mentre in testa Hunter-Reay allunga con circa 3 secondi su Dixon e 6 su Newgarden, dietro Andretti il rookie O’Ward scopre a sue spese il brutale decadimento delle gomme rosse, bloccando a lungo i progressi di Rahal fino a quando Power, con una manovra di forza al tornantino, si libera di entrambi guadagnando il quinto posto. Poco più indietro Pagenaud inaugura il primo turno di soste al 13° passaggio, imitato tra gli altri da Rahal e Sato, con quest’ultimo poi subito costretto a rientrare in pit lane con il motore in fumo. Lo spauracchio della neutralizzazione spiazza i battistrada, che si vedono a loro volta costretti ad anticipare il pit stop. Chi ne guadagna è Pagenaud, che risale dal nono al terzo posto, mentre Newgarden fa il percorso opposto dopo aver fatto spegnere il motore.

Mentre Hunter-Reay conduce quindi su Dixon, il terzetto Pagenaud-Andretti-Power e un Rahal in difficoltà con le gomme nere, Rossi naviga nelle retrovie cercando inizialmente di completare la corsa con due sole soste invece delle tre dei primi. Sopravvissuto a un contatto con King e finito sotto di un giro, l’americano decide però poi di rischiare il tutto per tutto e sdoppiarsi in pista da Dixon e Hunter-Reay, che rifanno capolino in pit lane insieme agli altri leaders tra il 36° e il 40° giro. A sua volta in pit lane per la terza volta al 43° giro, dopo il disastro di Portland e l’intoppo del primo giro la fortuna concede finalmente un’ultima chance a Rossi, che torna in pista davanti ad Hunter-Reay proprio mentre noie alla batteria immobilizzano Rahal, costringendo all’intervento della pace car. Alla ripartenza del 49° giro il californiano si ritrova quindi in coda al gruppo ma con gomme fresche e serbatoio pieno. Sopravvissuto ad un restart a dir poco selvaggio, mentre davanti Hunter-Reay fa l’andatura su Dixon e Pagenaud, Rossi da spettacolo nel gruppo inanellando sorpassi praticamente in ogni curva del tracciato. Arrivato fino al settimo posto dietro Bourdais ma a oltre dieci secondi da Dixon, l’americano tenta poi la carta della disperazione, anticipando l’ultima sosta al 59° giro nella speranza che il rivale resti attardato da una neutralizzazione inattesa. Al muretto Mike Hull è però pronto a reagire, richiamando Dixon il giro successivo. Quando tutti i battistrada effettuano l’ultima sosta Hunter-Reay continua quindi a condurre con circa 4 secondi su Dixon, che deve però guardarsi dal ritorno minaccioso di Power, balzato davanti a Pagenaud e Andretti, che cede la posizione al compagno Rossi, le cui speranze di titolo risiedono solo in un’ultima bandiera gialla.

La neutralizzazione però non arriva e negli ultimi giri Dixon, ansiosamente in ascolto di ogni rumore insolito proveniente dalla monoposto, non deve far altro che seguire Hunter-Reay e tagliare il traguardo in seconda piazza per conquistare il quinto titolo in carriera. All’ultimo giro Rossi è invece costretto a lasciare strada ad Andretti e Bourdais, accostando subito dopo il traguardo con il serbatoio vuoto.

Per Hunter-Reay arriva quindi la seconda meritatissima vittoria stagionale al termine di un fine settimana impeccabile. Con Dixon preoccupato essenzialmente di portare a casa il titolo, il rivale principale dell’americano sarebbe potuto essere Will Power, che ha però pagato l’errore strategico al termine della Q2. Simon Pagenaud chiude con una nota positiva una stagione mediocre, ritrovando finalmente sugli stradali un livello di competitività compatibile con il potenziale della vettura. Per Andretti un buon quinto posto in una pista storicamente amica, davanti a Bourdais, che ha chiuso in sesta piazza una corsa solida ma senza acuti. Il secondo grave errore dell’anno è costato a Rossi la possibilità di lanciare una concreta sfida a Dixon, ma il californiano deve comunque essere soddisfatto di una stagione da assoluto top driver, che lo consacra come uno dei tre migliori piloti della serie e certamente il più spettacolare.

Di converso, Josef Newgarden ha macchiato la sua altalenante difesa del titolo con l’ennesima leggerezza, lo spegnimento del motore, che lo ha relegato ai margini della top ten. La ripartenza su gomme nere in mezzo a vari piloti su coperture morbide ha poi definitivamente relegato il campione uscente all’ottavo posto. Piazzamento in top ten all’esordio per Pato O’Ward, strepitoso in qualifica, combattivo in gara e bravo a reagire sulla distanza a un primo stint naufragato con il consumo delle Firestone rosse. Il messicano ha chiuso davanti a Ed Jones, che ha proseguito il trend di corse senza infamia e senza lode in quella che, con ogni probabilità, è stata la sua ultima uscita con il team Ganassi. Bell’undecesimo posto per Santino Ferrucci, alle prese con problemi al cambio per tutta la gara.

Come spesso accade con i punti doppi le 57 lunghezze di vantaggio di Dixon su Rossi non rendono giustizia all’intensissima lotta tra i due. Il podio regala a Power, il più bersagliato dalla sfortuna, un meritato terzo posto in classifica davanti a un positivo Hunter-Reay, in generale meno efficace di Rossi ma tornato ad altissimi livelli dopo due stagioni difficili. Quinta piazza per un troppo falloso Newgarden, che chiude davanti al duo francese Pagenaud-Bourdais, con il primo mai in sintonia con la nuova aerodinamica e il secondo sempre spettacolare, ma per sua stessa ammissione troppo incline all’errore. Senza vittorie per la prima volta dal 2014, Graham Rahal chiude all’ottavo posto una stagione costante ma senza acuti, precedendo un Marco Andretti in lenta crescita e James Hinchcliffe, la cui difficile stagione è stata salvata dal successo in Iowa.

Undicesima piazza finale per il rookie of the year Robert Wickens, strepitoso nel suo adattamento alla serie, che con un messaggio video prima della bandiera verde ha ringraziato l’ambiente per l’enorme sostegno ricevuto. In attesa di ulteriori aggiornamenti sulle lesioni midollari, il coraggio e la determinazione espresse nel video fanno ben sperare per un recupero che lo stesso Wickens ha però definito molto lungo. Il gesticolare osservato nel messaggio rappresenta comunque un notevole sollievo rispetto al pericolo tetraplegia da più parti ventilato nelle settimane passate.

Ordine d’arrivo
Pos. Pilota Team Pacchetto N Sponsor Tempo
1 Ryan Hunter-Reay (P)(L)(LL) Andretti Honda 28 DHL 85 giri in 2:02:19.1667 – 99,440 mph
2 Scott Dixon Ganassi Honda 9 PNC Bank 2,7573
3 Will Power (L) Penske Chevy 12 Verizon 3,655
4 Simon Pagenaud Penske Chevy 22 DXC Technology 4,6306
5 Marco Andretti Andretti Honda 98 U.S. Concrete 19,803
6 Sebastien Bourdais Coyne Honda 18 Sealmaster 21,6393
7 Alexander Rossi Andretti Honda 27 Napa 28,3778
8 Josef Newgarden (L) Penske Chevy 1 Verizon 34,6288
9 Patricio O’Ward Harding Chevy 8 Harding 42,8662
10 Ed Jones Ganassi Honda 10 NTT Data 44,2254
11 Santino Ferrucci Coyne Honda 39 Cly-Del 44,6273
12 Tony Kanaan Foyt Chevy 14 ABC 60,4138
13 Jordan King Carpenter Chevy 20 Fuzzy’s 64,0637
14 Zach Veach Andretti Honda 26 Relay Group 1001 65,4899
15 James Hinchcliffe Schmidt Honda 5 Arrow Electronics 72,8026
16 Pietro Fittipaldi Coyne Honda 19 Paysafe 74,2459
17 Jack Harvey Shank Honda 60 Autonation 75,6462
18 Carlos Munoz Schmidt Honda 6 Lucas Oil 78,6345
19 Matheus Leist Foyt Chevy 4 ABC 82,3819
20 Colton Herta Harding Chevy 88 Harding 83,4673
21 Max Chilton Carlin Chevy 59 Gallagher 1 giro
22 Charlie Kimball Carlin Chevy 23 Tresiba 9 giri
23 Graham Rahal Rahal Honda 15 Total 19 giri
24 Spencer Pigot Carpenter Chevy 21 Fuzzy’s Mechanical
25 Takuma Sato Rahal Honda 30 Panasonic Motore
Giro più veloce Scott Dixon 1.09.8646
Giri in testa
Ryan Hunter-Reay 80
Will Power 4
Josef Newgarden 1
Classifica finale
Pos. Pilota Punti Distacco Corse Vittorie Podi Top 5 Top 10 Poles LL L GPV
1 Scott Dixon 678 0 17 3 9 13 15 1 357 6 3
2 Alexander Rossi 621 57 17 3 8 10 14 3 415 11 1
3 Will Power 582 96 17 3 8 8 11 4 358 11 3
4 Ryan Hunter-Reay 566 112 17 2 6 10 11 1 132 8 2
5 Josef Newgarden 560 118 17 3 3 6 14 4 485 11 2
6 Simon Pagenaud 492 186 17 0 2 4 14 0 31 4 0
7 Sebastien Bourdais 425 253 17 1 2 5 8 1 108 6 2
8 Graham Rahal 392 286 17 0 1 3 12 0 29 5 0
9 Marco Andretti 392 286 17 0 0 2 8 1 22 1 0
10 James Hinchcliffe 391 287 16 1 2 5 9 0 65 2 0
11 Robert Wickens 391 287 14 0 4 7 10 1 187 7 0
12 Takuma Sato 351 327 17 1 2 4 8 0 32 3 0
13 Ed Jones 343 335 17 0 2 2 8 0 1 1 0
14 Spencer Pigot 325 353 17 0 1 2 5 0 4 2 0
15 Zach Veach 313 365 17 0 0 2 5 0 2 1 1
16 Tony Kanaan 312 366 17 0 0 0 4 0 20 2 0
17 Charlie Kimball 287 391 17 0 0 1 6 0 1 1 0
18 Matheus Leist 253 425 17 0 0 0 0 0 0 0 0
19 Max Chilton 223 455 17 0 0 0 0 0 10 1 0
20 Gabby Chaves 187 491 13 0 0 0 0 0 0 0 0
21 Ed Carpenter 187 491 6 0 1 1 4 1 66 2 0
22 Jordan King 175 503 11 0 0 0 0 0 11 2 0
23 Zachary Claman De Melo 122 556 9 0 0 0 0 0 7 1 1
24 Jack Harvey 103 575 6 0 0 0 0 0 0 0 0
25 Carlos Munoz 95 583 3 0 0 0 1 0 4 1 1
26 Pietro Fittipaldi 91 587 6 0 0 0 1 0 0 0 0
27 Santino Ferrucci 66 612 4 0 0 0 0 0 0 0 0
28 Rene Binder 61 617 6 0 0 0 0 0 0 0 0
29 Conor Daly 58 620 4 0 0 0 0 0 0 0 0
30 Kyle Kaiser 45 633 4 0 0 0 0 0 2 1 0
31 Patricio O’Ward 44 634 1 0 0 0 1 0 0 0
32 Helio Castroneves 40 638 2 0 0 0 1 0 0 0 1
33 JR Hildebrand 38 640 1 0 0 0 0 0 0 0 0
34 Stefan Wilson 31 647 1 0 0 0 0 0 3 1 0
35 Oriol Servia 27 651 1 0 0 0 0 0 16 1 0
36 Alfonso Celis Jr 23 655 2 0 0 0 0 0 0 0 0
37 Colton Herta 20 658 1 0 0 0 0 0 0 0
38 Danica Patrick 13 665 1 0 0 0 0 0 0 0 0
39 Jay Howard 12 666 1 0 0 0 0 0 0 0 0
40 James Davison 10 668 1 0 0 0 0 0 0 0 0
41 Sage Karam 10 668 1 0 0 0 0 0 0 0 0

Foto di copertina: indycar.com, Chris Jones

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