Con la fine della stagione 2018, andiamo subito a vedere la situazione di team e piloti per l’anno venturo, partendo dalle principali conferme.
A Pocono il team Penske ha posto fine a settimane di speculazioni sul futuro di Simon Pagenaud, confermando la formazione a tre punte. Per il terzo anno di fila nel 2019 il Capitano si avvarrà quindi, oltre che del francese, anche di Josef Newgarden e Will Power.
Nessuna novità anche in casa Foyt, con Leist e Kanaan già confermati per la prossima stagione.
James Hinchcliffe e lo sponsor Arrow torneranno anche nel 2019 per Sam Schmidt. Le incertezze sulle condizioni di Wickens lasciano invece molti dubbi sul conduttore della seconda vettura. Anche se il pericolo paraplegia venisse scongiurato, difficilmente il canadese potrà infatti essere della partita già nel 2019. La scelta della spalla del Sindaco potrebbe allora dipendere da questioni finanziarie, non intervenute nella scelta dello sfortunato canadese.
Tre giorni dopo la fine della stagione è arrivata la conferma tanto attesa per il team Harding, che nel 2019 vedrà la proprietà estesa alla famiglia Steinbrenner, co-titolare dei New York Yankees. Dopo due anni in IndyLights come co-proprietario della vettura di Colton Herta, il 22 enne George Steinbrenner IV è quindi deciso a fare il grande salto, supportando la promozione full time non solo del 18enne figlio d’arte ma anche del suo grande rivale, nonché campione IndyLights, Patricio O’Ward. Come già osservato nel debutto dei due a Sonoma, a fare da collante tra Steinbrenner e Mike Harding sarà Michael Andretti, che fornirà supporto tecnico sotto forma di personale (proveniente dalla formula cadetta) e componentistica (ammortizzatori). La nuova squadra, denominata Harding-Steinbrenner Racing, sarà quindi di fatto un junior team della Andretti Autosports, riportando in parte a galla il conflitto d’interessi temuto in caso di associazione, a questo punto definitivamente tramontata, tra Harding e McLaren. Il personale in arrivo dal team Andretti lavorerà su vetture motorizzate Chevrolet, con conseguente rischio di un travaso di informazioni alla squadra “principale”, tra i top team Honda. Assegnati entrambi i sedili, si attendono notizie sul futuro di Gabby Chaves, rimasto totalmente escluso dalla trattativa nonostante un contratto in essere con l’ormai ex team Harding, e di Conor Daly, ben comportatosi nelle poche uscite al volante della vettura #88 e alla ricerca di una sistemazione sia in IndyCar che, eventualmente, in Nascar.
Incassato il rinnovo di Scott Dixon, che nel 2019 difenderà per la quinta volta il titolo alla guida della vettura #9, con il rinnovo di Bourdais in casa Coyne dal team Ganassi è atteso a breve l’ufficializzazione dell’ingaggio di Felix Rosenqvist, nel mirino della squadra americana già dal 2016. Lo svedese, protetto di Stefan Johansson (già manager di Dixon), è indicato da varie fonti autorevoli come sicuro sostituto di Ed Jones, cui la squadra avrebbe comunicato già da diverse settimane l’intenzione di non proseguire il rapporto.
Con Graham Rahal legato da un contratto pluriennale e Takuma Sato fresco di rinnovo, le incertezze del team Rahal riguardano la possibilità di schierare una terza vettura in pianta stabile. Di concreto però, attualmente, poco o nulla.
Il team Coyne ha annunciato a Sonoma il rinnovo con Sebastien Bourdais, che dopo l’approccio di fine 2017 non ha evidentemente trovato l’accordo con il team Ganassi, con cui già corre peraltro nel programma Ford GT. Dopo due corse di buon livello, Santino Ferrucci sembra in questo momento il favorito per il sedile della vettura #19, che per stessa ammissione di Coyne è comunque oggetto dell’interesse di molti piloti, tra cui con ogni probabilità Pietro Fittipaldi, Zachary Claman De Melo e Ed Jones. Come Bobby Rahal, il manager di Chicago non ha escluso la possibilità di schierare stabilmente una terza vettura, a patto però di trovare in tempi brevi le coperture per i due programmi principali.
Dopo aver confermato Spencer Pigot alla vigilia dell’appuntamento di Sonoma, il team ECR si è detto fiducioso di trovare l’accordo anche con Jordan King. A differenza di quanto riportato in precedenza, Ed Carpenter ha però negato la possibilità di schierare una terza monoposto, confermando di voler ancora prendere il volante della vettura #20 sugli ovali. Che sia questo l’oggetto del contendere con il pilota inglese?
Poche novità sono attese anche dalla squadra di Trevor Carlin, che a Sonoma ha confermato ufficiosamente lo schieramento 2018 con Chilton e Kimball.
Nonostante le quattro vetture schierate stabilmente nel 2018, le innumerevoli speculazioni di mercato riguardanti il team Andretti sono tutte concentrate su un’eventuale quinta auto. Hunter-Reay e Rossi, protagonisti di tutta la stagione, sono infatti legati da contratti pluriennali con NAPA Autoparts e DHL, così come Marco Andretti e il gruppo U.S. Concrete. Zach Veach a sua volta ha appena completato il primo dei tre anni del programma finanziato dal gruppo 1001.
Come è facile capire, tutti gli scenari attorno alla quinta vettura dipendono esclusivamente dalle decisioni di Fernando Alonso e della McLaren, nonché dai rapporti di questi con la Honda. La casa giapponese, dettasi disponibile a una nuova collaborazione con lo spagnolo, non accetterebbe invece il coinvolgimento in un progetto McLaren dopo la polemica separazione nel programma F1. A complicare la situazione del costruttore nipponico, fornitore di ben 14 motori su 25 nell’ultima corsa di Sonoma, i sopraggiunti limiti di produzione e assistenza in una griglia che nel 2019 potrebbe vedere 25/26 macchine in pianta stabile. Se la McLaren dovesse effettivamente tentare lo sbarco in IndyCar già nel 2019, le sue Dallara saranno quindi spinte con ogni probabilità da motori Chevrolet. Con Ed Carpenter e Roger Penske già tiratisi fuori da un’eventuale collaborazione, appare a questo punto improbabile anche l’ipotesi circolata nelle ultime settimane di un associazione con il team Harding, già a quota due vetture con Herta e O’Ward. Al momento quindi per Alonso, già impegnato in parte del 2019 nel WEC nientemeno che con la Toyota, rivale storica della Honda, appare quasi certa la sola partecipazione alla 500 miglia di Indianapolis.
Pur non lasciando trapelare nulla sui piloti, Ricardo Juncos ha espresso nelle ultime settimane l’intenzione di schierare due vetture nel 2019, in modo da ottimizzare il lavoro di set up.
In attesa di conferme ufficiali, i programmi di Michael Shank prevedono invece ancora un impegno part time di 10 appuntamenti, con l’intenzione di capitalizzare sull’esperienza maturata da Jack Harvey nelle ultime due stagioni parziali.
Fiduciosi all’indomani della Indy500 di poter imbastire un programma full time per il 2019, si attendono conferme da Giacomo Mattioli e Stefan Johansson, rispettivamente titolare e team manager del team Scuderia Corsa, che dovrebbe comunque essere certamente ai nastri di partenza della 500 miglia.
Squadra | Motore | N | Pilota | N | Pilota | N | Pilota | N | Pilota | N | Pilota |
Penske | Chevy | 2 | Newgarden | 12 | Power | 22 | Pagenaud | ||||
Foyt | Chevy | 4 | Leist | 14 | Kanaan | ||||||
Schmidt | Honda | 5 | Hinchcliffe | 6 | Wickens | ||||||
Harding Steinbrenner | Chevy | 8 | O’Ward | 88 | Herta | ||||||
Ganassi | Honda | 9 | Dixon | 10 | Rosenqvist | ||||||
Rahal | Honda | 15 | Rahal | 30 | Sato | 16 | |||||
Coyne | Honda | 18 | Bourdais | 19 | Fittipaldi/Ferrucci/Jones | 39 | |||||
ECR | Chevy | 20 | Pigot | 21 | King-Carpenter | ||||||
Carlin | Chevy | 23 | Kimball | 59 | Chilton | ||||||
Andretti | Honda | 26 | Veach | 27 | Rossi | 28 | Hunter-Reay | 98 | Andretti | 29 | Alonso |
Juncos | Chevy | 32 | Kaiser | 33 | |||||||
Shank | Honda | 60 | Harvey | ||||||||
Scuderia Corsa | Honda | 64 |
Legenda | |
Confermato | |
Probabile | |
Possibile |
Foto di copertina: indycar.com, Chris Owens