I MOTIVI
Da un punto di vista meramente sportivo la stagione 2004 rimane negli annali per l’incredibile numero di arrivi al fotofinish, nonostante un equilibrio tecnico decisamente orientato verso il motore Honda. Ben 9 corse si sono infatti chiuse in volata e nonostante la classifica premi chiaramente la grande consistenza di Tony Kanaan, nessun pilota si segnala davvero come l’autentico mattatore della stagione. Fatto dimostrato dal numero di piloti, ben 4, in grado di conquistare 3 successi. Per tutti a fare da denominatore comune è il motore Honda, capace di vincere con 3 squadre, 5 piloti e 2 telai diversi, lasciando le briciole alla Toyota e soprattutto alla Chevrolet, entrambe rimaste indietro nel passaggio ai motori di cilindrata più ridotta. La stagione 2004 è però anche l’ultima con l’impostazione originale, almeno per quanto riguarda il calendario. La volontà di Tony George di sfidare la ChampCar sul suo campo porta infatti ai primi test sul circuito stradale di Homestead, preludio alle corse su stradali e cittandini del 2005. Dopo l’ingresso dei top team CART e dei costruttori giapponesi, con conseguente innalzamento dei costi, arrivo in massa di piloti di estrazione europea e progressiva scomparsa dei piloti formatisi nelle categorie addestrative a stelle e strisce, l’apertura a stradali e cittadini allontana ulteriormente l’IRL dal suo concetto fondativo, avvicinandola pericolosamente alla ormai ex CART.
NOVITà TECNICHE
In risposta agli incidenti occorsi sul finire della stagione precedente, costati la vita a Tony Renna e la carriera a Kenny Brack, l’Indy Racing League impone per il 2004 una riduzione della cilindrata, da 3,5 a 3 litri. I costruttori, spiazzati da questa misura piuttosto drastica, ottengono di poter introdurre i nuovi propulsori dal quarto appuntamento della stagione, la Indy500. Nelle prime tre prove le squadre adoperano i motori da 3,5 litri, il cui approvvigionamento d’aria è ridotto da un cofano motore “tagliato”, misura simile a quanto accaduto in F.1 nel 1994.
TEAM E PILOTI
Chip Ganassi Racing
Pilota | Scott Dixon (NZL) | Darren Manning (GBR) |
Vettura | #1 Target | #10 Target |
Telaio | G-Force | G-Force |
Motore | Toyota | Toyota |
Ingegnere | Julian Robertson | Bill Pappas |
Stratega | Mike Hull | Chip Ganassi |
Capo meccanico | Ricky Davis | |
Panther Racing
Pilota | Mark Taylor (GBR) | Tomas Scheckter (ZA) |
Townsend Bell (USA) | ||
Vettura | #2 Menard’s | #4 Pennzoil |
Telaio | Dallara | Dallara |
Motore | Chevrolet | Chevrolet |
Ingegnere | Andy Brown | |
Stratega | ||
Capo meccanico | Kevin Blanch | |
Team Penske
Pilota | Helio Castroneves (BRA) | Sam Hornish Jr. (USA) |
Vettura | #3 Marlboro | #6 Marlboro |
Telaio | Dallara | Dallara |
Motore | Toyota | Toyota |
Ingegnere | Grant Newbury | Tom German |
Stratega | Tim Cindric | Roger Penkse |
Capo meccanico | Rick Rinaman | Matt Jonsson |
Fernandez Racing
Pilota | Adrian Fernandez (MEX) | Kosuke Matsuura (JPN) |
Vettura | #5 Tecate/Quaker State | #55 Panasonic |
Telaio | G Force | G Force |
Motore | Honda | Honda |
Ingegnere | John Ward | |
Stratega | Tom Anderson | |
Capo meccanico | Mike Sales | |
Andretti-Green Racing
Pilota | Bryan Herta (USA) | Tony Kanaan (BRA) | Dan Wheldon (GBR) | Dario Franchitti (SCO) |
Vettura | #7 XM Sirius Radio | #11 7-Eleven | #26 Jim Beam/Klein Tools | #27 Arca/Ex |
Telaio | Dallara | Dallara | Dallara | Dallara |
Motore | Honda | Honda | Honda | Honda |
Ingegnere | Martin Pare | Eric Cowdin | Eddie Jones | Allen McDonald |
Stratega | Kim Green | Kyle Moyer | John Anderson | |
Capo meccanico | Jeff Simon | |||
Kelley Racing
Pilota | Scott Sharp (USA) |
Vettura | #8 Delphi |
Telaio | Dallara |
Motore | Toyota |
Ingegnere | |
Stratega | |
Capo meccanico | |
Mo Nunn Racing
Pilota | Tora Takagi (JPN) |
Vettura | #12 Pioneer |
Telaio | Dallara |
Motore | Toyota |
Ingegnere | Jeff Britton |
Stratega | |
Capo meccanico | |
Access Motorsports
Pilota | Greg Ray (USA) |
Mark Taylor (GBR) | |
Vettura | #13 |
Telaio | G Force |
Motore | Honda |
Ingegnere | Mike Colliver |
Stratega | |
Capo meccanico | |
A.J. Foyt Enterprises
Pilota | A.J. Foyt IV (USA) |
Vettura | #14 Conseco |
Telaio | Dallara |
Motore | Toyota |
Ingegnere | |
Stratega | A.J. Foyt |
Capo meccanico | |
Rahal Letterman Racing
Pilota | Buddy Rice (USA) | Vitor Meira (BRA) |
Vettura | #15 Argent Mortgage | #16 Centrix |
Telaio | G Force | G Force |
Motore | Honda | Honda |
Ingegnere | Todd Bowland | Ray Leto |
Stratega | Bobby Rahal | Scott Roembke |
Capo meccanico | ||
Patrick Racing
Pilota | Al Unser Jr. (USA) |
Jaques Lazier (USA) | |
Tomas Enge (CZE) | |
Jeff Simmons (USA) | |
Vettura | # 20 |
Telaio | Dallara |
Motore | Chevrolet |
Ingegnere | |
Stratega | |
Capo meccanico | |
Dreyer&Reinbold Racing
Pilota | Robbie Buhl (USA) |
Felipe Giaffone (BRA) | |
Vettura | #23 Purex |
Telaio | Dallara |
Motore | Chevrolet |
Ingegnere | |
Stratega | |
Capo meccanico | |
Cheever Racing
Pilota | Alex Barron (USA) | Ed Carpenter (USA) |
Vettura | #51 Red Bull | #52 Red Bull |
Telaio | Dallara | Dallara |
Motore | Chevrolet | Chevrolet |
Ingegnere | Garrett Mothersead | Iain Watt |
Stratega | ||
Capo meccanico | ||
CALENDARIO
Gara | Data | Pista | Tipologia |
1 | 29 febbraio | Homestead | Ovale medio |
2 | 21 marzo | Phoenix | Ovale corto |
3 | 17 aprile | Motegi | Ovale medio |
4 | 30 maggio | Indianapolis | Super speedway |
5 | 12 giugno | Texas | Ovale medio |
6 | 26 giugno | Richmond | Ovale corto |
7 | 4 luglio | Kansas | Ovale medio |
8 | 17 luglio | Nashville | Ovale medio – cemento |
9 | 25 luglio | Milwaukee | Ovale corto |
10 | 1 agosto | Michigan | Super speedway |
11 | 15 agosto | Kentucky | Ovale medio |
12 | 22 agosto | Pikes Peak | Ovale corto |
13 | 29 agosto | Nazareth | Ovale corto |
14 | 12 settembre | Chicagoland | Ovale medio |
15 | 3 ottobre | Fontana | Super speedway |
16 | 17 ottobre | Texas | Ovale medio |
RACCONTO DELLA STAGIONE
Il primo appuntamento di Homestead da un’idea confusa degli equilibri che si stabiliranno durante la stagione. Buddy Rice conquista la pole davanti ad Alex Barron, ma sono i piloti della Penske a controllare la corsa, insidiati da Wheldon e Scheckter. L’unico che sembrerebbe seriamente in grado di contrastarli è in realtà Dixon, ma il campione in carica rischia grosso quando finisce in testacoda nella corsia di decelerazione, centrando in pieno il muretto box. Dopo l’ultima sosta, Castroneves e Hornish si avventano su Wheldon, prendendo poi margine. Negli ultimi giri l’americano finta continuamente l’attacco fino all’ultimo passaggio, quando Castroneves lascia libera la traiettoria interna, convinto che la linea esterna sia favorevole sul traguardo. Non è così: Hornish riesce a completare la manovra in curva 3, cogliendo il successo all’esordio con la Penske, mentre Wheldon completa il podio.
Il riscatto del team Andretti-Green arriva subito, nel secondo appuntamento di Phoenix, dove Wheldon centra la pole davanti a Kanaan. Come promesso il brasiliano è però subito davanti al primo giro, dovendosi guardare dal ritorno di Sam Hornish, che però rovina tutto colpendo il muro poco dopo il primo turno di soste. Come accaduto in Florida è quindi Dixon a proporsi come sfidante, ma il campione in carica manca il sorpasso a metà gara, con Kanaan che alla fine replica il successo del 2003 davanti allo stesso Dixon e a Wheldon, ancora terzo.
Per l’inglese però le soddisfazioni non tardano ad arrivare. Nella tappa successiva a Motegi il rookie of the year 2003 conquista infatti la pole, controllando Kanaan per tutta la corsa. Con Hornish ancora vittima di un incidente, questa volta innescato dal rookie Matsuura, è Castroneves a completare il podio precedendo un aggressivo Manning. Quinto chiude Dixon, alle prese con una frattura al perone rimadiata in un brutto incidente durante le prove.
Si arriva così a Indianapolis, in cui avviene il debutto dei nuovi motori da 3 litri, che segnano il cambio di passo della Honda, capace di conquistare l’intera prima fila con Rice, Wheldon e Franchitti. In gara il sorprendente poleman comanda le prime fasi, per poi cedere il passo a Wheldon e Castroneves, prima che la pioggia causi la prima interruzione della corsa. Quando le ostilità riprendono, i piloti Penske appaiono gli unici non Honda in grado di inserirsi nel discorso di testa, con Hornish che risalendo da centro gruppo arriva a condurre la corsa battagliando con Rice, Wheldon e Kanaan. L’americano perde però tempo prezioso durante una sosta caotica ed esce poi di scena quando si ritrova coinvolto in un contatto tra Manning e Taylor in curva 4. Quando poi anche Castroneves perde il treno dei primi sbagliando l’ingresso nella sua piazzola ai box, la lotta per la vittoria si restringe e Kanaan, Wheldon e Rice, che su una sequenza di rifornimento leggermente sfalsata supera i rivali poco prima che il cielo si riapra sull’ovale dell’Indiana, ponendo fine alla corsa attorno al 180° giro. Per Rice un primo successo da sogno davanti a Kanaan e Wheldon, primi tra i delusi.
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Dan Wheldon | 158 |
2 | Tony Kanaan | 157 |
3 | Helio Castroneves | 128 |
4 | Buddy Rice | 126 |
5 | Scott Dixon | 106 |
6 | Darren Manning | 100 |
7 | Bryan Herta | 91 |
8 | Tora Takagi | 88 |
9 | Sam Hornish Jr. | 87 |
10 | Alex Barron | 82 |
La prima visita in Texas vede il solito gruppone contendersi le posizioni di testa per tutta la corsa. Franchitti conquista la pole davanti a Rice, che insidia a lungo Kanaan in testa alla corsa, dovendosi però guardare le spalle, fra gli altri, da Hornish e un aggressivo Manning. Proprio un contatto ruota a ruota con l’inglese pone fine alla gara del vincitore di Indy, lasciando strada libera al duo AGR, con Kanaan e Franchitti che nel finale prendono margine chiudendo nell’ordine. Il terzo gradino del podio va a un superlativo Barron che, partito dal fondo, conduce al podio il non irresistibile motore Chevrolet, avendo la meglio su Hornish, a sua volta danneggiato dal contatto Manning-Rice.
L’ovale corto di Richmond, dove la potenza è secondaria, rivitalizza le Penske, in pole con Castroneves. In gara è però Hornish a proporsi davanti, fino a quando una schermaglia nel traffico con Scheckter non degenera, mandando il bicampione contro il muro. Nonostante le diverse strategie portino in testa vari protagonisti, Castroneves appare sempre in controllo della situazione, ma la mossa azzardata di Wheldon e Meira, andati al comando evitando l’ultima sosta, è premiata da alcune bandiere gialle nel finale e dal traffico che frena il brasiliano. Per l’inglese, in fondo alla classifica per buona parte della corsa, arriva così una vittoria insperata davanti ai due brasiliani.
Se Richmond aveva dato un po’ di respiro alle altre squadre, l’ovale del Kansas ripropone il dominio della Honda, che comanda la corsa in lungo e in largo con i team Rahal e AGR. In realtà a dominare sono proprio il poleman Rice e Meira, che completano gli ultimi giri affiancati impedendo qualunque inserimento esterno. I due si presentano praticamente alla pari sul traguardo, con l’americano a beffare il compagno per soli 5 millesimi, mentre Kanaan completa il podio.
Si va quindi a Nashville, dove il team Rahal arriva con l’intenzione di protrarre il momento positivo, piazzando Rice in pole davanti a Meira. In gara è però il brasiliano a fare la voce grossa, comandando tre quarti di corsa in tutta tranquillità, fino a quando una sosta problematica lo spedisce nelle retrovie. Mentre Meira tenta la rimonta, Rice prende il controllo della gara, fino a quando l’ennesima ripartenza non lo fa finire nel mirino di Wheldon, il cui aggressivo attacco in curva 1 conduce a un contatto che estromette entrambi dalla lotta per la vittoria. Il comando passa quindi nelle mani di Kanaan, che all’ultimo giro rintuzza con veemenza un attacco di Hornish, conquistando la terza vittoria stagionale. L’americano chiude secondo davanti a Castroneves e al solito arrembante Manning.
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Tony Kanaan | 325 |
2 | Dan Wheldon | 264 |
3 | Buddy Rice | 253 |
4 | Helio Castroneves | 242 |
5 | Sam Hornish Jr. | 200 |
6 | Scott Dixon | 188 |
7 | Darren Manning | 187 |
8 | Bryan Herta | 177 |
9 | Dario Franchitti | 173 |
10 | Vitor Meira | 170 |
Dopo la delusione in Tennesse Meira colleziona un’altra prima fila staccando la pole a Milwaukee, dove Scott Dixon è costretto a dare forfait per un brutto incidente in prova. Dopo aver visto Kanaan, Castroneves, Rice e Hornish alternarsi al comando, la seconda metà gara passa sotto il controllo di Dario Franchitti, che prende il comando staccando Rice e Hornish per conquistare il primo successo personale in IRL.
L’appuntamento successivo vede la lunghezza della pista raddoppiare, quando la serie fa tappa a Michigan, dove nel finale si ripropone il solito dominio Honda. La corsa rimane infatti aperta per buona parte della sua durata, con inserimenti al vertice di Scheckter e delle vetture dei team Ganassi e Penske. Il sudafricano è però vittima di un incidente in pit lane, mentre Castroneves perde il treno di testa dopo un contatto con Meira. Nelle ultime battute Kanaan e Rice riescono a costruirsi un piccolo margine sugli inseguitori, giocandosi il successo in volata, dove l’americano precede il leader della classifica per mezza lunghezza. Wheldon regola invece il gruppo per il terzo posto precedendo Hornish e Meira.
I medesimi equilibri si ripropongono in Kentucky, dove Rice centra l’ennesima pole position davanti a Kanaan. In gara lo strapotere Honda è rotto saltuariamente da Hornish e Scheckter, ma il sudafricano è coinvolto come in Michigan in un incidente ai box, mentre l’americano è frenato da un problema durante le soste. La corsa si risolve quindi nelle ultime battute in un gruppo di vetture Honda (8 tra i primi 10), in cui Fernandez ha la meglio su Rice e Wheldon, con Matsuura a centrare un buon quarto posto davanti a Kanaan.
Equilibrio tecnico che non viene alterato neanche nell’ovale corto di Pikes Peak, in cui Kanaan conquista la pole davanti a Wheldon. Mentre un incidente al primo giro dà un brutto colpo alle speranze di titolo di Rice, in gara le Penske e Manning riescono ad affacciarsi nelle prime posizioni, ma la carica di Hornish si arresta ancora contro il muro, mentre l’inglese deve accontentarsi del quarto posto, dietro Wheldon, Fernandez e Franchitti, che firma il secondo successo stagionale confermandosi a suo agio sugli ovali corti.
Pos. | Pilota | Punti |
1 | Tony Kanaan | 503 |
2 | Dan Wheldon | 431 |
3 | Buddy Rice | 427 |
4 | Helio Castroneves | 359 |
5 | Dario Franchitti | 354 |
6 | Sam Hornish Jr. | 314 |
7 | Adrian Fernandez | 312 |
8 | Vitor Meira | 302 |
9 | Darren Manning | 296 |
10 | Bryan Herta | 295 |
L’appuntamento di casa a Nazareth ripropone in prima fila le Penske, con Castroneves in pole a comandare la prima fase su Hornish e Kanaan. Qualche difficoltà di troppo nel traffico costa però cara al brasiliano, che in poche curve retrocede fino al quarto posto mentre Hornish, dopo aver preso saldamente il comando della corsa, rovina tutto durante una sosta per un’incomprensione con Roger Penske. Nonostante abbia condotto il gruppo di inseguitori per tutta la gara, Kanaan si ritrova secondo nella fase decisiva, superato da Wheldon durante l’ultimo turno di soste. Per l’inglese arriva così il terzo successo stagionale in un podio tutto AGR, con Kanaan e Franchitti che chiudono al secondo e terzo posto davanti a Rice e Castroneves.
Il brasiliano di Penske fa segnare la pole anche nell’appuntamento successivo a Chicago, che conferma la fama di ovale da mucchio selvaggio. Per 200 giri si assiste infatti a un gruppo compatto di vetture che combattono per le prime posizioni, che vedono alternarsi i soliti noti con qualche intromissione di Manning e Scheckter. Il momento cruciale della gara, e della corsa al titolo, arriva però a 15 giri dalla conclusione, quando le vetture di Manning e Rice si agganciano, mandando per aria la G-Force del team Rahal. Il pilota americano atterra a testa in giù, uscendo incolume dalla sua vettura dopo aver strisciato sull’asfalto per diverse decine di metri. Gli ultimi intensissimi giri vedono tre vetture del team AGR attaccare Fernandez, che però resiste fino al traguardo precedendo di un soffio Herta, Kanaan e Wheldon.
A Fontana Castroneves precede Scott Dixon in una prima fila tutta Toyota. Il brasiliano domina per gran parte della corsa, perdendo però l’attimo giusto durante le ultime decisive ripartenze, che vedono Fernandez passare al comando davanti a un gruppetto composto da Kanaan, Wheldon e Hornish. Il messicano riesce ancora a spuntarla sul traguardo, raggiungendo quota tre successi, ma il secondo posto è comunque sufficiente a Kanaan per laurearsi campione. Il podio è completato da Wheldon, che precede Hornish e Rice.
Castroneves centra il poker di pole position nell’ultimo appuntamento in Texas, in cui guida una prima fila tutta Penske. Come a Fontana il brasiliano conduce buona parte della gara, braccato da un gruppetto composto da Hornish, Wheldon, Fernandez e Scheckter, con Rice che abbandona subito la corsa per problemi tecnici, consegnando di fatto il secondo posto in classifica a Wheldon. A metà gara la sorte di Hornish e Scheckter segue però quella del pilota di Bobby Rahal e un brutto incidente tra Franchitti e Barron trasforma gli ultimi giri in una resa dei conti tra i superstiti. Castroneves però sorprende tutti, anticipando eccessivamente l’ultima ripartenza e staccando i rivali. Al brasiliano viene concessa la vittoria, al prezzo di 50.000$ di multa, mentre Kanaan conquista l’undicesimo podio stagionale regolando in volata Wheldon e Meira.
Classifica finale | |||||||||||
Pos. | Pilota | Punti | Distacco | Corse | Vittorie | Podi | Top 5 | Top 10 | Poles | LL | L |
1 | Tony Kanaan | 618 | 0 | 16 | 3 | 11 | 15 | 16 | 2 | 889 | 13 |
2 | Dan Wheldon | 533 | 85 | 16 | 3 | 11 | 12 | 13 | 2 | 433 | 11 |
3 | Buddy Rice | 485 | 133 | 16 | 3 | 5 | 7 | 12 | 5 | 342 | 8 |
4 | Helio Castroneves | 446 | 172 | 16 | 1 | 5 | 6 | 13 | 5 | 505 | 9 |
5 | Adrian Fernandez | 445 | 173 | 15 | 3 | 4 | 6 | 12 | 0 | 173 | 5 |
6 | Dario Franchitti | 409 | 209 | 16 | 2 | 4 | 5 | 8 | 1 | 349 | 6 |
7 | Sam Hornish Jr. | 387 | 231 | 16 | 1 | 3 | 6 | 8 | 0 | 301 | 11 |
8 | Vitor Meira | 376 | 242 | 14 | 0 | 2 | 6 | 11 | 1 | 152 | 4 |
9 | Bryan Herta | 362 | 256 | 16 | 0 | 1 | 4 | 10 | 0 | 67 | 4 |
10 | Scott Dixon | 355 | 263 | 16 | 0 | 1 | 2 | 10 | 0 | 3 | 1 |
11 | Darren Manning | 323 | 295 | 15 | 0 | 0 | 4 | 8 | 0 | 12 | 4 |
12 | Alex Barron | 310 | 308 | 16 | 0 | 1 | 2 | 5 | 0 | 3 | 1 |
13 | Scott Sharp | 282 | 336 | 16 | 0 | 0 | 0 | 6 | 0 | 5 | 2 |
14 | Kosuke Matsuura | 280 | 338 | 16 | 0 | 0 | 1 | 4 | 0 | 11 | 2 |
15 | Tora Takagi | 263 | 355 | 16 | 0 | 0 | 1 | 4 | 0 | 0 | 0 |
16 | Ed Carpenter | 245 | 373 | 16 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
17 | Mark Taylor | 232 | 386 | 15 | 0 | 0 | 0 | 3 | 0 | 4 | 1 |
18 | A.J. Foyt IV | 232 | 386 | 16 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
19 | Tomas Scheckter | 230 | 388 | 16 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 32 | 3 |
20 | Felipe Giaffone | 214 | 404 | 13 | 0 | 0 | 0 | 3 | 0 | 5 | 1 |
21 | Townsend Bell | 193 | 425 | 10 | 0 | 0 | 1 | 5 | 0 | 0 | 0 |
22 | Jaques Lazier | 104 | 514 | 7 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
23 | Greg Ray | 99 | 519 | 6 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 3 | 1 |
24 | Al Unser Jr. | 44 | 574 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
25 | Robbie Buhl | 44 | 574 | 3 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
26 | Roger Yasukawa | 39 | 579 | 2 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
27 | Tomas Enge | 31 | 587 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
28 | Bruno Junqueira | 30 | 588 | 1 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 16 | 1 |
29 | Jeff Simmons | 26 | 592 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
30 | Richie Hearn | 12 | 606 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
31 | Sarah Fisher | 12 | 606 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
32 | Robby McGehee | 12 | 606 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
33 | Buddy Lazier | 12 | 606 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
34 | Marty Roth | 12 | 606 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
35 | P.J. Jones | 10 | 608 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
36 | Robby Gordon | 10 | 608 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
37 | Larry Foyt | 10 | 608 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |